di FABIO TANZILLI
GIAVENO – Durante il consiglio comunale della scorsa settimana c’è stato un triste siparietto con protagonista Vilma Beccaria (Pd), presidente del consiglio comunale. La Beccaria ha infatti attaccato una giornalista (la nostra collaboratrice Paola Tesio) perché stava facendo delle riprese video durante il consiglio. Secondo quanto riferito dalla giornalista e poi confermato anche da alcuni testimoni presenti in sala, la consigliera del Pd non si sarebbe limitata al richiamo, ma avrebbe anche intimato alla giornalista di consegnarle il cellulare. Ovviamente la nostra collaboratrice si è rifiutata di farlo.
Infine, la Beccaria avrebbe minacciato la nostra cronista diffidandola ufficialmente, intimandole che se avesse pubblicato la videoregistrazione, l’avrebbe querelata.
Successivamente, la consigliera Beccaria ha sostenuto di non aver mai detto quelle frasi, ossia di non aver chiesto il telefonino alla nostra collaboratrice e di non aver mai detto la parola “querela”, ma diffida. Tuttavia, oltre alla stessa giornalista, ci sono alcuni testimoni presenti in sala e consiglieri comunali che confermano quanto avvenuto.
La minaccia della Beccaria comunque non ci spaventa affatto. Il video lo potete vedere qui sopra: riprende il botta e risposta tra le due consigliere, fino al punto in cui la Beccaria si rivolge direttamente alla nostra giornalista. A completezza dell’accaduto abbiamo chiesto via mail al segretario comunale di poter visionare la registrazione integrale dell’ultimo consiglio comunale.
“Lei signora venga qui e mi porti il cellulare, non si può videoregistrare in consiglio comunale” ha detto alla nostra collaboratrice. “Io non mi muovo di qui e non le do proprio nulla” ha risposto Paola Tesio. “La diffido formalmente a utilizzare la videoregistrazione – ha minacciato la Beccaria – tanto poi la difende il consigliere Tizzani” (che fa l’avvocato ndR).
Tra i banchi del consiglio qualcuno ha suggerito “Chiamate i vigili”. Ma la nostra cronista ha ribattuto: “Chiami chi vuole, io non le do proprio nulla. Le ricordo che sono un giornalista e mi sono accreditata preventivamente via mail”. Infatti la Tesio aveva inviato nei giorni precedenti la mail di accredito stampa al segretario comunale.
Considerato che il Comune di Giaveno è un luogo pubblico così come lo sono tutti gli altri Comuni d’Italia, che i consiglieri comunali sono cittadini eletti per amministrare il bene pubblico e che i giornali hanno SEMPRE il dovere di esercitare il diritto di cronaca liberamente e in ogni luogo, senza autorizzazioni o censure (consigliamo alla Beccaria di ripassare la Costituzione, viene tutto spiegato nell’articolo 21), ValsusaOggi ha deciso di pubblicare il video che riprende lo scambio avvenuto tra Beccaria e Ruffino, prima che la consigliera comunale attaccasse la nostra giornalista.
Tra l’altro in quelle immagini non c’è nulla di scandaloso o eclatante: è il semplice botta e risposta tra due consiglieri comunali (in questo caso la Beccaria e la Ruffino) come avviene ovunque nei vari paesi. Il tutto in un luogo pubblico, il Comune di Giaveno, dove si discute il presente e il futuro della città. Pertanto, anziché vietare le riprese effettuate da una giornalista (mica siamo in Cina), il Comune dovrebbe al contrario favorire la diffusione delle immagini in modo continuativo e trasparente.
Le minacce di querela, i divieti o i tentativi di limitare la nostra attività di informazione all’interno di un Comune e in seduta pubblica, cara consigliera, li respingiamo al mittente.
ps: la consigliera Beccaria afferma che sul sito del Comune vengono caricati tutti i video dei consigli comunali. In effetti c’è la sezione, ma stranamente manca proprio la registrazione dell’ultimo consiglio comunale in questione, anche se si è tenuto quasi 10 giorni fa. Alleghiamo immagini dal sito del Comune e rimaniamo in attesa di poter accedere alla registrazione integrale.
SEMPRE A SCHIENA DRITTA, MI RACCOMANDO.
Gentile Sig. Tanzilli: 1) forse non se ne è accorto ma già da tempo le videoregistrazioni INTEGRALI dei Consigli Comunali sono pubblicate sul sito del Comune di Giaveno. Deve andare sotto la voce Amministrazione e cliccare su Archivio Consigli Comunali.Non appena ultimato l’ iter necessario da parte degli Uffici, sarà pubblicato anche questo. Quindi non c’è stata nessuna volontà di censura, come Lei paventa nel Suo articolo. Quale ne sarebbe la motivazione, visto che poi vengono pubblicati? 2) Il Consiglio Comunale di Giaveno è GIA’ DIFFUSO IN STREAMING da molto tempo. Quindi siamo già perfettamente allineati con la trasparenza da Lei richiesta.Come mai le Sue fonti non l’ hanno informata di una cosa che si può banalmente scoprire andando sul sito del Comune di Giaveno?3)Se Lei fosse stato presente, avrebbe sentito tutta la conversazione intercorsa tra me e la Sig.ra Paola Tesio(che potranno vedere tutti i giavenesi eventualmente interessati )di cui evidentemente le è stata fatto un ” racconto” impreciso .Chissà come mai?…..4) Quando avrà visionato l’ intera conversazione ,mi aspetto delle rettifiche e delle scuse personali . La prossima volta,prima di tuonare in difesa della trasparenza si informi meglio…….
Signora Beccaria,
in questa replica scrive cose non corrispondenti al vero: in realtà lo streaming del consiglio comunale non è attivo sul sito del Comune di Giaveno, e neanche sul sito apposito Wim. Nel pezzo sopra allego le immagini a prova di questo. Siamo appena tornati sui due siti a verificare: non c’è nulla…casualmente? Strano che proprio lei no lo sappia, o forse fa finta di non saperlo.
Attendiamo pertanto di poter visionare copia del video integrale dell’intero consiglio comunale (sono già passati 9 giorni), come richiesto via mail dalla mia collaboratrice in Pec, senza ricevere risposte.
Detto questo, mi auguro che non si ripetano più simili episodi con colleghi giornalisti. Penso che abbia compreso che lei (e nessun altro politico) non può vietare le riprese di una seduta pubblica di un consiglio comunale (a meno che non ci siano all’interno soggetti che giustamente sono tutelati dalla privacy o casi sensibili, come i minori o sedute segrete, ma non era questo il caso), né farsi consegnare un oggetto privato/telefono cellulare che appartiene a un mio collaboratore.
Saluti
Fabio Tanzilli
sublime 🙂
Alla faccia dei democratici liberi e uguali…..e questi amministrano dei comuni….non oso pensare quando arrivano in Parlamento
Hanno già fatto la “resistenza ” se è per questo ! Il vero Beccaria , quello ” Dei delitti e delle pene “, si starà rivoltando nella tomba.
Presidente del consiglio, mica una consigliera qualsiasi, ammissibile per inesperienza o ingenuità a qualche improbabile, remota giustificazione.