DALL’UFFICIO STAMPA DEI CARABINIERI
BARDONECCHIA/ALPIGNANO – Mercoledì 28 febbraio i carabinieri del nucleo investigativo di Torino, in collaborazione con i reparti territorialmente competenti, hanno notificato un’ordinanza di custodia cautelare in carcere – emessa dal GIP del Tribunale di Torino su richiesta della Procura della Repubblica – nei confronti di due indagati, ritenuti responsabili, a vario titolo, di associazione a delinquere di tipo mafioso, estorsione con l’aggravante del metodo mafioso, trasferimento fraudolento di valori.
Gli indagati sono due cittadini italiani originari della Locride, residenti a Torino e provincia: Giuseppe Ursino del ’68, con legami di parentela con la famiglia Ursino di Gioiosa Jonica (RC), storicamente gravitante nell’area di Bardonecchia. Il soggetto è nipote di Rocco Lopresti, elemento della criminalità organizzata di Bardonecchia, deceduto; Ercole Taverniti del ’74, originario di Gioiosa Jonica, residente a Torino in via Nizza, ritenuto responsabile di intestazione fittizia di beni.
Il G.I.P. ha inoltre disposto contestualmente il sequestro preventivo di tre attività commerciali (bar-ristoranti) di Torino e provincia: un ristorante ad Alpignano, una pizzeria a Bardonecchia ed un bar nel centro di Torino.
Il provvedimento scaturisce dall’attività del Nucleo Investigativo di Torino, sotto la direzione ed il coordinamento della Direzione Distrettuale Antimafia presso la Procura della Repubblica di Torino, (a seguito dell’operazione Big Bang eseguita nel gennaio 2016), condotta tra settembre 2016 ed ottobre 2017, che ha consentito di accertare come Giuseppe Ursino sia elemento organico alla ‘ndrangheta operante sul territorio piemontese, nella sua articolazione territoriale denominata “locale di San Mauro Torinese”, guidata dalla famiglia Crea, la quale estrinseca il controllo del territorio anche mediante estorsioni e fittizia intestazione a soggetti terzi di attività commerciali.
In particolare sono stati sottoposti a sequestro il bar “Mambo Cafè Torino”, impresa individuale ubicata in Torino, via san quintino 4bis; “Lettera 22” s.r.l. di Alpignano in via Almese n.99; la pizzeria Tre torri s.r.l., a Bardonecchia in via Medail; tutti ritenuti fittiziamente intestati a terzi, ma nella diretta disponibilità di Ursino.
Gli arrestati sono in carcere a Torino.
finalmente una cronaca priva di omertà.
Infatti è oggettivo perché arriva dall’Ufficio Stampa dei Carabinieri 🙂
GODO a sapere che quel cancro malcagato di rocco lo presti è morto!!!
Finalmente un uomo che non ha problemi di orgasmo precoce, la notizia che Lo Presti ti ha fatto godere? E’ morto piu’ di 10 anni fa…….
Ormai dopo 10 anni il corpo è già putrefatto e/o non esiste più. Comunque forse è poco chiaro che morto uno ci sono già altrei 3-4 pronti e morti quelli altri 6-9 pronti. Il sistema funziona così.. ed oggi sono tutti giacca, cravatta, colti e poliglotti, invisibili.
Cazzo c’entra rocco ??
E’ molto imbarazzante notare come il concetto di mafia sia qualcosa di molto più ampio rispetto alla classica connotazione associata ai malavitosi del Sud. Non è mafia anche il “cartello” che gli “autoctoni” locali esponenti, ed eredi figli di papà, del potere del paese esercitano fra di loro per lo sviluppo di affari immobiliari o per ostacolare l’insediamento di nuove iniziative? Non è mafia anche il “cartello” che le grosse società esercitano sul paese con la loro influenza soffocante? Non è omertà anche il comportamento della gente che sta zitta e non critica perché lavora in queste società? Quindi OK criticare la Mafia del Sud, ma anche il resto.. per par condicio.
Maschilisti, lo sguardo nella fotografia porterebbe a pensare che “cambieroilmondo” sia una bella fanciulla.
Forse non l’avrete mai saputo ma godono anche loro. Quanto a lungo poco importa.
Quando si parla di questo argomento, poi bisogna sempre usare tanta Preparazione H nell’amministrazione.
Bravo Bruno per la giusta puntualizzazione ihihihihih