dal COMUNE DI CONDOVE
CONDOVE – Si svolgono il 13 e 14 settembre due giorni di importanti riprese del docufilm dal titolo “Noi siamo i figli della Monce” grazie alle quali la mitica automobile Temperino tornerà dopo tanto tempo a casa sua. Le riprese si svolgeranno nello spazio esterno antistante l’ingresso storico delle ex Officine Moncenisio di via Torino e prevedono la realizzazione di una scena sulle proteste di un gruppo di donne nei confronti di un dirigente aziendale, nella quale verrà utilizzata la mitica automobile Temperino, e di una scena dell’uscita dalla fabbrica degli operai con l’impiego di un centinaio di comparse. Si ricorda che la viabilità nell’area prospiciente alla fabbrica sarà regolata dalla Polizia Municipale e potrà subire delle variazioni a seconda delle tempistiche necessarie per la realizzazione delle scene del docufilm.
VENERDI’ 13 SETTEMBRE
Tra le ore 13 e le 17 verranno impegnati circa venti attori e viene ricreata la sommossa di un gruppo di donne negli anni ’20, mogli degli operai della fabbrica, nei confronti di un dirigente aziendale e sedata da alcuni carabinieri in divisa. Verrà utilizzata, senza metterla in movimento, un’autovettura d’epoca Temperino, modello, 8/10 HP di proprietà del Museo dell’Automobile di Torino che ne curerà il trasporto in loco. La Temperino è stata una casa motociclistica e automobilistica italiana che ha prodotto le prime automobili utilitarie, attiva a Torino dal 1907 fino al 1924 fondata dai fratelli Maurizio, Secondo, Giacomo e Mary Temperino. Dopo aver costruito i primi prototipi nel 1908 e 1909, la loro sperimentazione fu interrotta dalla Guerra Italo-Turca e poi dalla prima guerra mondiale, arrivando finalmente alla produzione in serie nel 1918, parte della quale terziarizzata verso altre industrie della zona fra cui, prevalentemente, le Officine Moncenisio di Condove.
SABATO 14 SETTEMBRE
Tra le ore 11 e le 16 verranno impiegati circa cento attori e comparse per una scena ambientata negli anni ’60 e che intende ricreare il momento dell’apertura del portone e dell’uscita delle maestranze dalla fabbrica.
Azienda di quell’epoca che andavano in prepensionamento a 50 anni con l’80% dell’ultimo stipendio (che non dovendo più pagare i contributi per la pensione, faceva uno stipendio netto) per cui noi ora dobbiamo pagare lavorando fin che campiamo o morendo senza pensione.