di CARLO GIACONE (sindaco di Giaveno)
Oggi sono orgoglioso di dare il benvenuto a Giaveno un caro saluto ai rappresentanti istituzionali di Cuba, all’ambasciatore José Carlos Rodríguez Ruiz e ai 38 medici della brigata medica del contingente Henry Reeve che il Ministero della Salute di Cuba ha destinato al Piemonte e che hanno lavorato presso l’ospedale delle OGR, un saluto agli amici dell’associazione di amicizia Italia Cuba.
Il legame di Giaveno con Cuba si trova nel ricordo di un uomo sepolto in questo cimitero. Era infatti originario di Giaveno, a poca distanza da qui, Dino Pogolotti, un emigrato che partendo poverissimo seppe diventare un imprenditore di successo e realizzò anche una visione sociale dell’edilizia.
Voi conoscete di sicuro il Barrio Marianao della capitale L’Avana, che in molti chiamano ancora Barrio Pogolotti. Era il 24 febbraio del 1911 quando le prime case vennero consegnate agli operai de l’Avana. Erano, e sono ancora, case concepite con i ricordi delle vie squadrate di Torino, una “perpendicolarità sabauda” potremmo dire, ma soprattutto un quartiere con tantissimi luoghi di ritrovo, luoghi collettivi, per aumentare la socialità e il senso di appartenenza.
Pogolotti rappresenta per noi l’esempio di una persona che ha saputo raggiungere grandi risultati partendo da una situazione svantaggiata. I suoi eredi hanno mantenuto legami con Giaveno, e noi come amministrazione nel 2018 ci siamo recati a Cuba per rinsaldare il legame di amicizia e iniziare le procedure di gemellaggio con la vostra capitale. Siamo stati accolti benissimo, è stato un viaggio entusiasmante.
Ricordiamo qui anche il figlio di Dino, Marcelo un grande pittore definito futrista-sociale, con opere che tratteggiano le condizioni del lavoro e la condizione delle masse, e la nipote di Dino, figlia di Marcelo, Graciela Pogolotti, una grande letterata, donna di grande levatura riconosciuta internazionalmente: scrittrice, critica d’arte e giornalista, vincitrice del Premio Nazionale di Letteratura: ci rendono ancora più orgogliosi della loro origine giavenese.
Ringrazio tutti coloro che hanno permesso il vostro arrivo in Piemonte: i due Ministeri della Salute, l’AICEC agenzia per l’interscambio culturale economico con Cuba, Lavazza e Fondazione Specchio dei Tempi per il viaggio aereo, l’associazione di amicizia Italia Cuba per il continuo lavoro di contatto tra i nostri due paesi.
Desidero ringraziare di cuore i medici, epidemiologici, anestesisti, infermieri della Brigata medica del contingente Henry Reeve. So che operate in qualsiasi luogo del mondo in cui vi sia un’emergenza o una catastrofe che avete la stima dell’Organizzazione Mondiale della Sanità e che vi hanno candidato per il Premio Nobel per la Pace. Il vostro apporto è stato prezioso durante i mesi in cui la nostra Regione è stata più colpita dal Coronavirus.
Si sa che la sanità cubana è una delle migliori al mondo, e che i medici cubani sono tra i migliori al mondo: l’OMS considera il sistema sanitario cubano un esempio per tutti i paesi. Grazie alla medicina preventiva, infatti, sono stati ottenuti dei risultati eccezionali. Secondo l’Organizzazione Mondiale della sanità, il mondo intero dovrebbe seguirne l’esempio e sostituire ad un sistema curativo, inefficace e più costoso, un sistema di tipo preventivo.
Certo lo scambio di esperienze tra professionisti italiani e cubani avrà portato grandi risultati nella lotta al virus e nel futuro della vita lavorativa di tutte le persone coinvolte. Lo spirito di solidarietà con cui vi siete mossi, e siete venuti subito in nostro soccorso, fa onore a voi, ciascuno come persona, e al vostro paese, che ancora una volta ha dimostrato un grande senso di umanità, altruismo e internazionalismo.
Grazie e buon rientro.