ACQUA A BUSSOLENO: “CHIEDIAMO INDAGINI SUBITO”

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ACQUA A BUSSOLENO: “CHIEDIAMO INDAGINI SUBITO”

BUSSOLENO – Il Comitato L’Acqua SiCura: “Bene i passi avanti di Unione Montana per affidare l’analisi dei dati al CNR. Ora basta con le rassicurazioni e si pensi urgentemente solo alle indagini ambientali per capire subito come il PFOA finisca nelle acque potabili di Bussoleno, e poi di tutta la valle”. Il 6 febbraio assemblea a Bussoleno. In attesa di fornire aggiornamenti e di discutere in una assemblea aperta a tutti gli abitanti le prossime iniziative dedicate al caso del record di PFOA cancerogeni nelle acque potabili di Bussoleno, il Comitato L’Acqua SiCura fa sapere di aver ricevuto nella giornata di ieri una comunicazione ufficiale da parte dell’Unione Montana rispetto all’avanzamento dei passaggi formali per definire la collaborazione con il CNR-IRSA rispetto all’analisi dei dati relativi alla presenza di inquinamento da PFAS nelle acque della Valsusa. Il Comitato coglie con positività questa notizia, in attesa ovviamente che l’incarico venga formalizzato. E’ la conferma che le perplessità espresse dall’Amministrazione di Bussoleno rispetto all’affidabilità degli ultimi dati e le rassicurazioni generiche da parte del gestore SMAT sulla qualità dell’acqua erogata nei comuni della valle, possano e debbano essere superate solo con una indagine ambientale mirata alla ricerca della cause di questo inquinamento. Una attenzione particolare andrà riservata ovviamente al cancerogeno PFOA, presente a concentrazioni record in diversi comuni della valle, ritrovato non solo nelle analisi di Greenpeace ma soprattutto in quelle ufficiali del gestore SMAT a partire almeno dal 2023. L’analisi dei dati comunicati finora, spesso carenti o che vedono quantità di PFAS altalenanti nel corso del tempo anche per uno stesso punto di prelievo, e di conseguenza anche la condivisione da parte di SMAT e di ATO3 di tutti i dati mai resi pubblici rispetto ai singoli composti rilevati nelle analisi ufficiali, sono però viste dal Comitato soltanto come il primo passo perché si proceda poi ad una approfondita indagine ambientale di ricerca delle cause dell’inquinamento, in particolar modo in tutta la rete acquedottistica e in tutti i suoli e le aree a contatto con le sorgenti, a partire dai cantieri e da siti di potenziale smaltimento illegale di rifiuti industriali: i livelli di inquinamento rilevati, il numero di comuni coinvolti e la frequenza del ritrovamento di PFAS nelle acque dei rubinetti della valsusa non sono infatti accettabili in una valle alpina e rappresentano una vera e propria anomalia rispetto a tutto il territorio nazionale, oltre a destare preoccupazione per la salute degli abitanti e dell’ambiente. Solo individuando e successivamente eliminando la presenza di PFAS nell’ambiente attraverso una bonifica, sarà possibile ottenere non solo dati più o meno al di sotto dei limiti di legge – che come affermato da ricercatori e agenzie europee per la sicurezza alimentare non tutelano la nostra salute – ma acque davvero sicure da bere in quanto del tutto prive di PFAS. L’appuntamento è per giovedì 6 febbraio alle 20.45 presso la sala consiliare di Bussoleno.

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4 COMMENTI

  1. Le analisi vanno fatte in tutti i Comuni della Valle, idem i provvedimenti…purtroppo ci si ammala dappertutto con un’acqua così, non solo a Bussoleno

  2. Le indagini le può ordinare solo la Procura della Repubblica su esposto di qualche autorevole denuncia ,un Pm che ordina, ma è chiaro ciò che il Governo vuole ,per ottenerlo sta’ diffamando il Potere Giudiziario e lo sta privando delle risorse umane e finanziarie , se non si indaga non esiste il problema , se non ci si cura si muore ,diranno sono cause naturali di pubblica amministrazione.

  3. Questa maggioranza di ampio angolo
    nell’ emiciclo e di empio radicamento ,
    ottusa nell’ ascoltare i problemi e barricandosi sul negazionismo di essi .
    È più conveniente in tutti i sensi anche senza senso…..

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