di PAOLA TESIO
VALGIOIE – Il sindaco di Valgioie, Claudio Grosso, non condivide le recenti polemiche che si sono accese sul problema dell’acqua e, intervistato da Valsusa Oggi, specifica la sua posizione.
– Qual è la situazione attuale a Valgioie?
Innanzitutto, al contrario di quanto si vocifera, il sito di nuova costruzione non è un acquedotto bensì una vasca di captazione. Sono sindaco di questo comune dal 12 giugno 2017 e dal giorno successivo alla nomina c’era già l’emergenza. È ovvio che la problematica sussisteva prima del mio insediamento. La principale motivazione della carenza idrica è dovuta ad un’estate particolarmente calda che ha causato una riduzione del 70% di acqua rispetto agli anni precedenti. Questo ha avuto ripercussioni sulla portata delle sorgenti la cui capacità si è notevolmente ridotta. Attualmente all’ingresso della vasca situata al colle Braida, della portata di 140.000 litri, affluiscono circa 2,2 litri al secondo e ciò non è sufficiente a coprire le richieste. È statisticamente provato che tale criticità perdurerà fino a primavera, quando la situazione tenderà a migliorare con lo scioglimento della neve e l’aumento delle piogge.
– Sono in fase di realizzazione nuove opere; può spiegale nel dettaglio?
Una notizia fresca che posso svelare è che proprio ieri la Smat ha acquistato un terreno tra Giaveno e Valgioie per effettuare un attraversamento idraulico. La scorsa settimana da parte della Smat è stata terminata la sanificazione completa delle tubazioni di collegamento della vasca realizzata in borgata Modoprato. Si tratta di impianti che si diramano in due direzioni, verso valle e verso monte. Mediante l’acquisizione del lotto di cui le ho parlato verranno fatti nuovi scavi per l’attraversamento di condotte di collegamento. I lavori inizieranno già martedì prossimo e prevedono l’installazione di due pompe che consentiranno di convogliare l’acqua da valle fino alla vasca del sito di Modoprato. Questo aumento di portata permetterà di servire le utenze da Modoprato sino al Molino. La vasca sita al colle Braida erogherà dal Braida a Ruata Gioana. Borgata Tortorello ha una vasca dedicata solo a quell’area ed infine borgata Chiappero ha un suo acquedotto. Nell’arco di quindici giorni, come previsto dal piano dei lavori della Smat, non dovremmo più avere autobotti in giro e l’approvvigionamento diventerà ottimale. Queste nuove opere prevedono il relativo pompaggio dell’acqua in salita così si riuscirà a mantenere la vasca del colle Braida alla portata ottimale dei 140.000 litri.
– Nei giorni scorsi, persino durante le feste, la popolazione ha subito disagi dovuti alla mancanza di acqua, un bene ed un servizio fondamentale. Quali sono state le cause?
Il problema non esiste dal 31 dicembre bensì, ripeto, dal 13 giugno e mi stupisce che qualche politico se ne sia accorto soltanto ora. Il 31 dicembre l’acqua è mancata solo dalle ore 8.45 fino alle 11 al massimo, e spiego anche il perché. Attualmente al colle Braida l’acqua viene instillata o direttamente nelle tubazioni mediante le autobotti, oppure in vasca. Il sito, nel bosco, è difficile da raggiungere per via delle condizioni della strada ghiacciata ed in salita, e quindi percorribile soltanto con mezzi adeguati dotati di quattro ruote motrici. Per rifornire la vasca occorre effettuare particolari manovre che prevedono di collegare l’autobotte e poi rimettere in funzione l’impianto; qualche operatore ha sbagliato e si è dimenticato di effettuare la riattivazione. Così c’è stata mancanza d’acqua per circa un’ora e mezza dovuta all’errore di movimentazione delle manopole. Non appena ho ricevuto le chiamate di segnalazione ho provveduto immediatamente a contattare la Smat che è intervenuta nell’arco di 45 minuti rispristinando la funzionalità.
– I cittadini lamentavano altre fasce orarie in cui vi sarebbe stata assenza di acqua, come la sera oppure alle cinque di mattina.
No, l’assenza totale di acqua si è verificata solo in quel frangente. Alle cinque del mattino può capitare che non ci sia pressione e magari ci possano essere degli spruzzi anomali. Certo non è bello vedere che il flusso sia insufficiente.
– Crede sia possibile, da parte dell’amministrazione, un maggior controllo al fine di prevenire questi problemi?
Ogni giorno sono in contatto più volte con i responsabili della Smat e tutto quello che l’amministrazione poteva fare è stato fatto. Dalla pulizia delle strade per consentire il transito alla motrice, ad ogni altro intervento di tipo funzionale e logistico. Voglio inoltre ringraziare la Smat per l’impegno profuso e per lo spiegamento di forze sul territorio.
– Andate a verificare direttamente gli impianti e le prese?
Mi reco personalmente ad ispezionare le vasche anche tre o quattro volte a settimana; controllo le procedure di riempimento e la situazione generale, chiedo se ci sono state delle perdite. Quando vedo qualcosa di anomalo telefono per sollecitare gli interventi. Non ci esimiamo dai nostri compiti, facciamo il nostro dovere.
– Crede che in futuro sarà possibile migliorare questo sistema? Le tubazioni sono obsolete?
Qualcosa si potrebbe fare andando a monitorare più frequentemente. Le tubazioni sono vecchie. Faremo ulteriori controlli per verificare le captazioni: se sono da pulire oppure se ci sono state falle anche lì. Non ho nulla da eccepire alla Smat per il loro lavoro, durante le emergenze il personale era dislocato su tutto il territorio sia per la ricerca delle perdite sia per la risoluzione delle criticità.
– Attualmente le strutture risultano essere di proprietà del comune mentre la gestione è affidata alla Smat. Non ci sono progetti in corso per riammodernare la rete?
Sì..le strutture sono del comune, mentre la gestione è della Smat; ciò è avvenuto in seguito all’attuazione della legge Galli. Sui progetti in corso per migliorare la rete..è una domanda che onestante porrò personalmente alla Smat. L’altro giorno, per esempio, c’è stata una perdita importante proprio davanti al comune ed è stato effettuato un intervento per bypassare la tubazione guasta. I tecnici Smat mi hanno riferito che è già stato programmato il futuro rifacimento di quella parte di rete. L’ente gestore sta facendo investimenti notevoli; le forze messe in campo, con personale impegnato alla ricerca della falle e alla gestione delle autobotti, hanno costi cospicui. Inoltre sottolineo nuovamente la disponibilità da parte dell’organico e del responsabile di area al contatto costante e continuo con noi amministratori e alla presenza sul territorio.
– A chi competono i costi per il miglioramento del servizio idrico, per il rifacimento della rete o la messa in sicurezza delle strutture?
Sono tutti in capo alla Smat. Il comune naturalmente può fare pressioni per il miglioramento del servizio e un più efficace monitoraggio della situazione, così come già sta facendo. Le perdite ci sono state e a mio avviso ce ne sono ancora, ma alcune cause sono dovute alla particolare situazione climatica.
– Il passaggio di testimone dai comuni alla Smat attraverso la legge Galli ha fatto sì che al gestore competano anche tutte le spese per l’ammodernamento degli impianti?
Assolutamente sì: dalla sostituzione della tubazione, alla vasca, all’acquedotto, ad ogni tipo di intervento. Il comune non eroga alcun importo. La Smat è un ente sicuro ed ipercontrollato. Vorrei rispondere a chi fa osservazioni sull’acqua clorata e sulla non potabilità: sono tutte asserzioni immotivate. Recentemente ho fatto analizzare io stesso dalla Smat l’acqua che esce dai rubinetti del comune e tutti i parametri hanno rispettato le norme di legge, compresa la presenza di cloro.
– Esiste una mappatura aggiornata delle sorgenti, degli acquedotti e dell’intera rete?
Quella in nostro possesso non è più aggiornata. Quella completa va richiesta direttamente all’ente gestore per rispetto dei ruoli in virtù della legge Galli. Del resto se non fosse stato per l’approvazione di questa norma i comuni non avrebbero avuto la disponibilità economica di garantire la funzionalità del servizio, sarebbe stato un compito impossibile. Questo è un comune che ha a disposizione un bilancio di 850 mila euro, cosa avrebbe potuto fare?
La cosiddetta “Legge Galli” a cui fa riferimento il sindaco Claudio Grosso è la n. 36 del 5 gennaio 1994 recante le disposizioni in materia di risorse idriche, che ha creato un diffuso dibattito pubblico proprio in virtù del passaggio all’ente gestore e all’eventuale responsabilità della pubblica amministrazione derivante dal possesso del demanio idrico. È interessante notare come l’articolo 23 “Partecipazione, garanzia ed informazione degli utenti” al comma 2 preveda che “Ciascun gestore dei servizi idrici integrati assicura l’informazione agli utenti, promuove iniziative per la diffusione della cultura dell’acqua e garantisce l’accesso dei cittadini alle informazioni inerenti ai servizi gestiti nell’ambito di propria competenza, alle tecnologie impiegate, al funzionamento degli impianti, alla quantità e qualità delle acque fornite e trattate“.