Dalla Sacra di San Michele in Valsusa fino a Monte Sant’Angelo in Puglia, percorrendo circa 1200 km con la joelette: la carrozzina da trekking per i disabili. E’ questa l’impresa compiuta dal giovane piemontese Matteo Gamerro, affetto da sclerosi multipla: verrà presentata per la prima volta in un docufilm, che sarà proiettato venerdì 13 gennaio alle ore 21 al cinema teatro Don Bosco di Rivoli in Via Stupinigi 1, angolo Corso Francia 214. “Questa mia sfida sarà raccontata in un docufilm, dove al mio posto parlerà un doppiatore – spiega Matteo Gamerro – perché sto anche perdendo la voce oltre ad avere altre disabilità, ma voglio comunque dimostrare nei fatti, e non solo a parole, che anche chi non ha la forza di spegnere le candeline sulla sua torta di compleanno può attraversare l’Italia a piedi. E vi assicuro che è lunga…”. Matteo si è raccontato nel film anche attraverso il percorso del cammino di San Michele, con la joelette spinta a piedi dai suoi “angeli”: la parte del cammino piemontese è stata completata nel mese di giugno 2021, la parte emiliana, toscana e laziale nei mesi di settembre e ottobre 2021. Il 24 aprile 2022 c’è stata la ripartenza da Roma con arrivo a Monte Sant’Angelo in Puglia l’8 di maggio. Il docufilm verrà proiettato anche nelle scuole dove Matteo ama confrontarsi con i ragazzi.
“Quando mi hanno diagnosticato la sclerosi multipla, nel 1999, non mi hanno detto che dovevo smettere di vivere – racconta Matteo – così ho continuato a farlo non limitandomi solo a sopravvivere. La sfortuna, l’universo o Dio (chiamatelo come volete) mi ha contemporaneamente offerto degli amici speciali che amano accompagnarmi e portarmi in giro per il mondo”.
Perché Matteo ha deciso di fare docufilm? “Per poter disporre di uno strumento efficace che possa parlare al posto mio, trasmettendo quei messaggi nei quali credo molto e che, fino a quando avevo in corpo anche solo un filo di voce, amavo portare ai ragazzi nelle scuole” spiega il giovane “Adoravo trasmettere quel raggio di luce che permettesse loro di guardare al futuro con ottimismo e stimolasse la voglia di essere migliori. Raccontare così ai ragazzi che il viaggio che si apprestano a fare, chiamato VITA, è qualcosa di stupendo e, in quanto tale, non hanno il diritto di sprecarne neanche un secondo. Ora che non riesco più a farlo, perché la voce mi ha abbandonato, vorrei che le immagini parlassero al posto mio!”.
Non si tratta della prima impresa di Matteo: “Ho iniziato a fare cammini in joelette nel 2015, prima su tratti del Cammino di Santiago spagnolo poi su quello portoghese. Ho percorso anche un tratto della via Francigena, sempre supportato da amici che non smetterò mai di ringraziare. Ho scoperto in questo modo che il turismo lento mi dà la possibilità di osservare meglio il mondo e soprattutto di entrare in contatto con le anime e con il cuore di chi vive queste terre ed ho la fortuna d’incrociare sulla mia strada: mi piace proprio tanto! Devo sottolineare però che questo è possibile solo grazie a belle persone che mi regalano una cosa preziosa: parte del loro tempo. A me questa condivisione dà molta forza e spero di restituire loro tanta gioia!”.
Quest’ultima iniziativa nasce all’ombra di un progetto che ha intitolato “Si Può Fare”: “Sì, perché anche un cammino per uno che non muove un passo già da qualche anno, si può fare! E se io posso riuscirci, tutti possono fare grandi cose vincendo la paura e il pudore di manifestare le proprie fragilità”.
AFFETTO DA SCLEROSI MULTIPLA, PARTE DALLA SACRA DI SAN MICHELE E ARRIVA IN PUGLIA: UN FILM SULL’IMPRESA DI MATTEO
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Congratulazioni, Matteo!!!
PURA VIDA!!!!
In quel modo qualche anno fa ho visto una signora francese arrivare in vetta al Rocciamelone.
Forse era 3 ruote con una principale centrale molleggiata, le stanghe più lunghe per essere in molti a sostenerle
e vari con corde a far sicurezza
Un esempio splendido in una società che tende ad emarginare chi è diversamente abile, dove ultimamente, purtroppo, sembra che ci si batta più per la morte che per la vita, questo giovane offre un esempio vero di resilienza, del fatto che qualsiasi malattia possa purtroppo colpirci, vale sempre la pena lottare e la voglia di vivere non deve mai abbandonarci… Ha ragione, non bisognerebbe mai sprecare la vita, quando si legge di giovani e meno giovani che terminano la loro vita per causa di alcool, droga, alta velocità in automobile e moto, il mio pensiero va a tutte quelle persone, nel mio caso una in particolare, che hanno lottato una vita intera o comunque anni consecutivi contro malattie crudeli, e che nonostante tutto hanno conservato il sorriso e la voglia di vivere. Grazie dell’esempio davvero speciale e buon viaggio per le prossime tappe.
Poverino…chissà il dolore che ha provato.