DI MARIO RAIMONDO –
“La Befana vien di NOTTE/con le scarpe tutte ROTTE/col cappello alla ROMANA/viva, viva la BEFANA”… così recita una nota filastrocca popolare… E, con adagio estemporaneo, si potrebbe aggiungere: “Ma prima di alzarsi sulla scopa di SAGGINA/per quell’ultimo gran VOLO/si ferma ai piedi della COLLINA/dove c’è borgata BERTOLO./Li, nel bosco degli GNOMI/dolcetti a volontà per tutti i bimbi BUONI…”
E così è stato nel giorno dell’Epifania, quando la Befana, una veija simpatica e – nonostante l’età – tutto sommato, arzilla, per la gioia di grandi e piccini ha concluso le manifestazioni del Presepe Artistico, giunto alla ventesima edizione. Un edizione da grandi numeri: centinaia e centinaia di persone provenienti dalla valle e da fuori sono venute a visitare questo gioiello natalizio che impreziosisce la Valmessa.
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Lo conferma a caldo una stanca, ma entusiasta, Rita Dosio Bonacina: “Siamo veramente soddisfatti perché un gran numero di persone è giunta fin qui al nostro Presepe nonostante l’avvio infelice dell’inaugurazione, svoltosi in concomitanza al Mercatino di Natale, organizzato dal Comune in piazza Martiri e che ha comportato la chiusura delle strade… Per il resto davvero tutto ok e penso che questa edizione, posta sotto il numero simbolico del ‘20’, abbia raggiunto il record di presenze. Voglio ringraziare di cuore tutte le persone che con il loro lavoro hanno permesso che anche quest’anno si realizzasse il nostro presepe che vuol rappresentare l’Evento radicale della Natività, Luce nell’orizzonte della Storia. Voglio ringraziare tutti i visitatori che ci hanno raggiunto qui al Bosco degli Gnomi, i bimbo, con lo sguardo estasiato e stupito, la più bella ricompensa al nostro lavoro.”
E mentre la folla stava quasi diventando ressa, la Befana, salutava tutti, danzando al ritmo di musiche popolari… D’altronde l’Epifania tutte le feste porta via…Ciao Befana! Arrivederci al prossimo anno. E facci ancora una magia… in questa stagione assai confusa. Porta via questa specie d’infausta primavera precoce e tira fuori dalla gerla l’inverno latitante…
Lo scriveva Giovanni Pascoli: “Viene, viene la Befana/vien dai monti a notte fonda/Com’è stanca! La circonda neve, gelo e tramontana!” Ascoltaci Befana!