dall’UFFICIO STAMPA DEL COMUNE DI ALMESE
ALMESE – Una delegazione composta da nove rappresentanti francesi dell’Ardèche è giunta ad Almese nella mattinata di lunedì 20 novembre. I delegati hanno trascorso tre giornate in compagnia della vicepresidente dell’Unione Montana Valle Susa, la sindaca di Almese Ombretta Bertolo e, con lei, hanno compiuto varie visite e incontri istituzionali in vista di future collaborazioni con il territorio della bassa valle di Susa.
Erano rappresentati il GDL ardechois, gruppo di sviluppo locale formato da cittadini che elabora proposte sul territorio e si fa portatore di queste richieste presso gli amministratori locali, il G.A.L. dell’Ardèche, il parco dell’Ardèche, l’autorità forestale del territorio con un suo tecnico, il syndicat du pays de l’Ardèche (unione di unioni di comuni) rappresentativa di più di 200 comuni e la Vivacoop, una cooperativa di oltre 300 produttori locali.
Tra il 20 e il 22 novembre i rappresentanti dell’Ardèche hanno soggiornato nella zona di Almese: cinque di loro si sono sistemati all’agriturismo Montecapretto, mentre gli altri quattro sono stati ospitati a casa della sindaca Ombretta Bertolo.
Nel primo pomeriggio di lunedì 20 ha avuto luogo il primo incontro cui è stata presente Susanna Gardiol, la direttrice del G.A.L Escartons, accompagnata dall’animatrice Alessandra Neve. Il Gruppo di Azione Locale viene più notoriamente riconosciuto con l’acronimo G.A.L., nell’Unione Europea ce ne sono alcune migliaia, 14 soltanto nella regione Piemonte. Chi fa parte del G.A.L. ha il compito di rappresentare un gruppo che si occupa di favorire lo sviluppo locale delle aree rurali, generalmente nei territori di montagna. L’obiettivo è quello di consentire lo sviluppo di piccole attività imprenditoriali innovative, ancor meglio se proposte da giovani.
In seguito il gruppo si è spostato nella zona industriale di Almese per poter visitare la cooperativa agricola “Di sana pianta”, una realtà nuova, giovane, composta da laureati con grandissime competenze. La cooperativa – che ha sede legale a Giaveno – al suo avvio è stata sostenuta dal G.A.L.
Con questo sostegno è nata una realtà bellissima: è stato creato un laboratorio di trasformazione di prodotti agricoli, prevalentemente frutta. In questo laboratorio si producono marmellate, composte, succhi di frutta, estratti e concentrati supervitaminici. I ragazzi lavorano anche per conto terzi: trasformano la frutta che viene portata dai produttori, poi restituiscono loro il prodotto finito finalizzato alla commercializzazione. La visita del laboratorio ha fatto un’ottima impressione ed ha generato molti commenti positivi tra i delegati francesi.
Il gruppo si è poi spostato nei locali del comune di Almese dove è proseguito il discorso di analisi e approfondimento di analogie e differenze tra i due G.A.L. in un’ottica di collaborazione futura con sperimentazioni e attività comuni.
“Abbiamo parlato a lungo dell’idea di sviluppo della Valle di Susa, del nostro piano marketing sul turismo e della valorizzazione dei prodotti enogastronomici – ha spiegato Ombretta Bertolo – il problema è rappresentato dal fatto che i nostri produttori stentano ad ingrandire le loro attività: i prodotti ci sono, ma vengono maggiormente commercializzati nell’ambito delle fiere e dei mercatini. I rappresentanti del G.A.L. francese, invece, ci hanno parlato di punti vendita condivisi dove si possono suddividere le spese del canone d’affitto, dove si lavora a rotazione e ci si occupa a turno della parte commerciale”.
La mattina seguente la delegazione ha incontrato la cooperativa La Maruna, una realtà locale di produttori di castagne preparati ed appassionati. Nel territorio dell’Ardèche la vocazione alla castanicoltura è molto forte e parecchie aziende traggono una parte consistente del loro reddito dalla castagna, un progetto molto difficile da realizzare per chi, con passione, si occupa di castagneti in Valle di Susa.
Un aspetto importante che è stato affrontato nello scambio di esperienze riguarda la cura delle malattie del castagno. È stato proprio a Torino, ormai alcuni anni fa, che si cominciò a scoprire e studiare per poi debellare il cinnipide, malattia che senza l’approfondito studio degli universitari torinesi avrebbe completamente distrutto i castagneti. La scoperta italiana ha salvato i castagneti francesi, ragione per la quale tutt’ora sono grati agli studi sostenuti dall’ateneo torinese.
A seguire il gruppo ha visitato un castagneto a Mattie, una proprietà pubblica lasciata in gestione a La Maruna. Il terreno è stato recuperato molto bene, inoltre sono stati destinati alcuni fondi alla realizzazione di un’area pic-nic. Da lì si parte alla volta degli alpeggi, si possono fare lunghe passeggiate, si può raggiungere il parco Orsiera-Rocciavrè e si possono acquistare diversi formaggi, un esempio di valorizzazione del territorio in chiave turistica che offre ricadute economiche alle aziende agricole locali.
È stato un momento utile allo scambio di informazioni, in particolare in merito alla selezione delle castagne, alle tecniche di lavorazione, ma anche agli aspetti amministrativi con cui i produttori di castagne si devono confrontare. Oltretutto si è approfondito il tema della frammentazione catastale, comune sia al territorio francese che a quello italiano con un’unica differenza: in bassa valle, complice la vicinanza a Torino, molte persone hanno scelto di lavorare in città con un conseguente spopolamento delle campagne, mentre in Ardèche, lontano dalle grandi città, la gente è rimasta molto più legata al territorio.
“Ci piacerebbe proporre degli sviluppi sul tema della ricomposizione fondiaria”, ha proseguito Ombretta Bertolo. “Se si riuscissero a ricompattare le proprietà, in particolare i terreni adibiti a colture tipo quella del castagno o alla silvicoltura, ci potrebbero essere spazi di sviluppo, ci si potrebbe dedicare alla valorizzazione del legno e dare vita ad ulteriori attività imprenditoriali da lasciare in gestione ai giovani. Sicuramente come Unione Montana seguiremo questo filone, anche alla luce del nuovo strumento normativo delle associazioni fondiarie”.
Dopo l’esplorazione dei castagneti valsusini i rappresentanti francesi sono stati accolti nella cascina Roland, di proprietà dell’Unione Montana, dov’è stato allestito il museo della castagna e del cioccolato. All’interno del museo viene proposto un percorso multimediale/sensoriale al termine del quale ci sono dei laboratori per i ragazzi delle scuole.
Nel pomeriggio il tema ricorrente è stato quello della selvicoltura. Giorgio Talachini, responsabile della cooperativa La Foresta, ha mostrato tutta la sua attività in cui gestisce le centrali e il cippato della valle di Susa. La sua cooperativa si occupa della gestione della filiera del legno, ma collabora anche con l’università di Torino, più precisamente con il Politecnico, al fine di valorizzare i diversi materiali legnosi con impieghi in edilizia.
Al termine della visita il gruppo ha esplorato la centrale cippato di Milanere, dove il legno viene triturato e diventa riscaldamento per la scuola e per il centro sociale, ma anche per numerose altre realtà. Un modello replicabile e virtuoso grazie al quale il calore viene ottenuto da materiale raccolto sul territorio a chilometri 0.
“Durante la mattinata di mercoledì 22, terzo e ultimo giorno, i delegati francesi hanno acquistato alcuni prodotti locali, prevalentemente vini e formaggi – ha concluso Ombretta Bertolo – dopodiché la visita è proseguita spostandoci a Bussoleno, presso la sede dell’Unione Montana Valle Susa, alla presenza anche degli assessori dell’Unione Montana Emanuela Sarti e Paolo Alpe e del tecnico forestale dell’Unione Mauro Parisio. Lì si sono tirate le fila di tutto lo scambio e si è manifestata la volontà da entrambe le parti di proseguire con un percorso in comune, con la voglia di fare qualcosa tutti assieme. L’idea sarebbe quella di proporre esperienze formative, in particolare destinate ai giovani. Un altro progetto riguarda invece la ricomposizione fondiaria al fine di migliorare le possibilità di sviluppo dei nostri rispettivi territori”.
Non resta che aspettare una risposta da parte dei rappresentanti del territorio dell’Ardèche che, nei prossimi giorni, dopo aver presentato l’esperienza ai loro enti, valuteranno i termini di partecipazione e si rimetteranno in contatto con l’Unione Montana.