di MAURO MAURINO
ALTA VALSUSA – Il Comitato di Gestione dei Comprensori di Caccia TO2 Alta valle Susa e To3 Bassa Valle Susa e Val Sangone, improvvidamente accorpati dalla Giunta Chiamparino anni orsono, opera scelte riguardanti il territorio del CATO2 non sempre condivise con i rappresentanti dell’Alta Valle (siano essi delegati di Associazioni Agricole, Ambientali, Venatorie o Enti Locali).
Prova ne siano, tra le altre non condivise:
1) La decisione di abolire tutte e tre le Aree a Caccia Specifica (ACS) presenti sul territorio del CATO2 per la tutela delle specie di Tipica Fauna Alpina (T.F.A. sono Gallo Forcello, Pernice Bianca, Coturnice e Lepre Variabile. Quest’ultima non cacciabile).
2) La decisione di consentire ai cacciatori dell’Alta Valle di portare i capi abbattuti al Centro di Controllo CATO3 di San Giorio di Susa in alternativa al proprio CATO2 di appartenenza.
Decisioni che hanno già provocato ricorsi e prese di posizione degli Amministratori Locali presso la Regione Piemonte. Il Comune di Cesana Torinese, su cui insistono due delle tre ACS per la gestione della TFA , ha proposto Ricorso al T.A.R. sia nel 2020 che nel 2021, in ambedue i casi vedendo riconosciute le proprie ragioni nell’opporsi alla cancellazione delle ACS sul proprio territorio.
Dice l’arch. Pierpaolo Court di Cesana Torinese, rappresentante Federcaccia (già presidente del CATO2 fino al 2007): “Le Aree a Caccia Specifica sono un istituto che rappresenta il miglior modo di gestire insieme Fauna e Territorio. Si interviene infatti nella tutela di una determinata specie e del suo habitat, consentendo per contro l’attività venatoria alle specie dannose o concorrenti. Ad esempio nelle aree vocate per il forcello è possibile cacciare ungulati e cinghiale, o regolamentare il periodo e la consistenza del pascolo”.
Spiega Maurizio Beria d’Argentina, rappresentante degli Enti Locali, Sindaco di Sauze di Cesana e Presidente della Unione Via Lattea:”La scelta dell’attuale presidenza CATO2+TO3 di non dare ascolto alle istanze del territorio interessato ha portato all’assurdità di costringere un Ente Locale ad azioni legali contro il Comitato di Gestione del CA di cui fa parte, nonostante la chiara posizione contraria espressa dai suoi rappresentanti. Questo è aggravio di spese legali per l’azione contro se stessi e spreco di risorse umane nei confronti dei dipendenti, prima comandati allo smantellamento e pochi giorni dopo comandati al ripristino delle tabelle a perimetrazione dell’ACS (sconsiderata azione dimostrativa di non-si-sa-cosa verificatasi per due anni consecutivi!)”.
Continua Maurizio Beria: “La decisione di consentire ai cacciatori dell’Alta Valle di portare i capi abbattuti al Centro di Controllo CATO3 di San Giorio di Susa in alternativa al proprio CATO2 di appartenenza è l’ennesimo schiaffo a chi da anni si impegna per proporre una pratica venatoria rispettosa nei confronti dei capi che vengono abbattuti e dell’ambiente che li ospita e che lasci qualche riscontro economico al territorio. Poter fruire del centro di controllo in bassa valle significa invece favorire la caccia “mordi e fuggi” di chi viene in giornata e punta a riempire il frigorifero”.
Aggiunge l’arch. Pierpaolo Court di Cesana Torinese, rappresentante Federcaccia (già presidente del CATO 2 fino al 2007): “Senza entrare in questioni troppo tecniche è palese la voglia di esautorare il CATO2 fino all’esproprio delle sue funzioni, prima tra tutte il legittimo diritto-dovere di gestire in proprio l’intero ciclo dei capi prelevati sul suo territorio. Non si tratta solo di attività venatoria, ma verrebbero a mancare le occasioni di confronto e discussione tra i fruitori di un medesimo Comprensorio. È inoltre da considerare che la partecipazione del cacciatore, dall’assegnazione al conferimento del capo abbattuto, è fondamentale per creare quello spirito di appartenenza in grado di rendere consapevoli ed orgogliosi di essere parte di questo ambiente, da frequentare ed utilizzare con grande rispetto: mai solo e semplicemente per prendere”.
Prosegue Maurizio Beria: “Per le problematiche emerse al livello amministrativo-gestionale e per le evidenti diversità territoriali, è stata chiesta dagli Enti Locali delle due Unioni dei Comuni interessate (Unione Via Lattea e Unione Alta Valle) la ri-separazione dei due CA. Invero risulta che i vertici dell’Assessorato Regionale competente avrebbero già in mente di ritornare alla separazione dei Comprensori alla fine del mandato dell’attuale CdG. Fatto sta che nulla di formale è stato finora espresso e negli uffici di San Giorio di Susa del CATO3 si continua a procedere con iniziative poco consone con la vocazione e tradizione dell’Alta Valle nonostante la tanto appassionata quanto inutile (numeri alla mano) “resistenza” dei rappresentanti espressi dal CATO2″.
Segue Pierpaolo Court: “Una lettera o meglio Deliberazione da parte della Regione verrebbe a calmierare una situazione di conflitto ormai insostenibile. In mancanza si rischia di rendere difficilmente praticabile la soluzione “morbida” verbalmente prefigurata dalla Regione di giungere a fine mandato e gestire ancora così la stagione 2022-2023. In effetti è di tutta evidenza quanto le scelte e le decisioni dell’attuale CdG siano lontane dall’identità del CATO2 e fuori dal suo contesto: occorre intervenire per evitare scelte gestionali in grado di condizionare anche gestioni future”.
Conclude Maurizio Beria: “Basta con chi della caccia fa un business, alimentando tra l’altro ulteriore dissenso tra quelli che non vedono di buon occhio la pratica venatoria”.
Uccidere degli animali indifesi, bravissimi!!! Bisogna andare a firmare per abolire questo indegno hobby…
allora cacciateli!!!!
Ma esiste ancora la caccia, mascherata da sport , con omini che girano per i boschi con i fucili caricati a pallettoni, pensando di fare del bene all’ambiente??
Poverini… chissà il dolore che proveranno.
Il cervello di Gabriele 2 è scaduto
Maledetti assassini.
Grande preoccupazione per le istanze di chi si diverte uccidendo.
Assassini. Delle vostre istanze ci facciamo carta da toilette.
La caccia non dovrebbe neanche più esistere! Come è possibile che nel 2021 davvero esista ancora un hobby in cui per pura “soddisfazione” si uccidono creature innocenti e indifese? Chi siete voi per decidere chi ha il diritto di vivere e chi invece deve morire per soddisfare i vostri sadici istinti?
Abolire la caccia !
E per fortuna si sparano anche tra di loro i “GRANDI CACCIATORI” obesi e deformi.
Bravo Mago Rosso, c è da sperarlo
I cinghiali in città, come si cacciano ? Boh…