ALTA VALSUSA: UNA NUOVA ZONA DI PESCA SPECIALE?

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TORINO – Martedì 24 settembre, nella seduta del Comitato Consultivo Provinciale Pesca, la prima a cui ha partecipato il Consigliere Metropolitano Alessandro Sicchiero, delegato all’ambiente e alla tutela della fauna e della flora, si è discusso dell’istituzione di tratti in cui rendere esclusiva la pesca a mosca, con divieto di trattenimento dei salmonidi in alcune aree dell’Unione Montana Via Lattea: sul torrente Ripa lungo la strada dei Buoi dalla frazione Desertes al ponte Fenils, sulla Dora a Beaulard dal passaggio ferroviario in paese al ponte Rollieres e sul Chisone nella zona dei trampolini olimpici da Soucheres Basses al ponte di Traverses. Il Consigliere Sicchiero ha espresso la sua disponibilità all’ascolto delle problematiche esposte dai rappresentanti del mondo della pesca e delle associazioni per la tutela ambientale. Ha anche ringraziato le associazioni dei pescatori per il presidio del territorio e il grande lavoro che svolgono per la tutela dei fiumi e della fauna ittica. Marco Baltieri invece è stato confermato quale rappresentante del Comitato Provinciale presso la Consulta Pesca Regionale, organismo di cui entrerà a far parte di diritto il Consigliere Sicchiero.

Da parte dei rappresentanti delle associazioni di protezione ambientale è stato sollevato il tema del Piano di contenimento dei cormorani, recentemente annunciato dalla Regione Piemonte. A giudizio di Baltieri, la gravità della situazione dipende dai contesti locali, nel senso che effettivamente in alcuni siti la predazione da cormorano può comportare la scomparsa di specie a rischio, come nel caso del Temolo o avere un forte impatto sulle attività di piscicoltura. La necessità di azioni di contenimento deve quindi essere valutata caso per caso. Diversi membri del Comitato Consultivo ritengono opportuno che il rappresentante torinese nella Consulta Regionale tenga alta l’attenzione sull’esigenza di tutelare la risorsa idrica, in un momento in cui si apprende che il deflusso minimo ecologico potrà essere ridotto del 50% sulla base di una recente delibera regionale.

Si è poi passati all’illustrazione del progetto per la valorizzazione della pesca a mosca nelle alte valli di Susa e Chisone, attraverso l’istituzione di tre zone No Kill, in cui sarebbe possibile utilizzare esclusivamente la tecnica a mosca, aperte a tutti, senza immissioni di novellame e senza pagamento di un accesso. La tabellatura e la gestione sarebbero a carico della Città metropolitana. I funzionari della Città Metropolitana hanno spiegato che i vincoli imposti dal Piano ittico regionale non rappresentano un ostacolo all’istituzione delle nuove zone No Kill, ma che i campi gara già realizzati su di un’estensione di 13 chilometri in Val Chisone limitano la possibilità di creare nuove zone di pesca speciale. Si rende quindi necessaria una ricognizione sull’asta fluviale, per comprendere se sia opportuno mantenere l’attuale assetto o se sia eventualmente possibile sopprimere qualche campo meno utilizzato. Dal confronto è anche emersa la necessità di adottare un regolamento delle nuove zone No Kill, analogamente a quello in vigore a Luserna San Giovanni. È anche stata avanzata la richiesta di vigilare affinché non si consolidino interessi particolari che potrebbero alterare l’equilibrio tra turismo e pesca. La Città Metropolitana di Torino è impegnata per migliorare il progetto, con l’intento di contemperare gli interessi dei pescatori, la tutela della fauna ittica e la promozione turistica. Anche se non sono previste immissioni dirette nelle zone No Kill, le zone stesse potranno giovarsi dell’attività di ripopolamento attuata dagli incubatoi di valle.

Thomas Martin, Consigliere del Comune di Oulx, ha sottolineato che il progetto rientra in un più complessivo sforzo del territorio per il consolidamento di alternative alla tradizionale pratica dello sci alpino, che rendano turisticamente più appetibili le valli olimpiche, in modo da consentire alle strutture ricettive presenti di continuare l’attività economica, grazie alla pratica del ciclismo, della pesca a mosca, dell’arrampicata e di altre attività outdoor. La proposta verrà valutata, a fine 2025, considerando l’efficacia, l’impatto sulla qualità dell’ambiente e le ricadute in termini di valorizzazione turistica. Il Comitato consultivo ha poi approvato l’istituzione di un tavolo tecnico dedicato alla pratica del Belly boat, che, secondo un recente pronunciamento della Regione Piemonte, non è da considerarsi un natante e quindi non può essere vietato.

In merito all’istituzione di tratti in cui vietare il trattenimento della Trota marmorata nella prossima stagione, gli esperti della Città metropolitana hanno annunciato che è che è stata riscontrata la presenza di una popolazione significativa di Trote marmorate nel torrente Chiusella, dal ponte della Strada Provinciale 64 a Trausella a valle, sino alla confluenza con la Dora Baltea. Per poter procedere in modo efficace con le analisi genetiche è necessario vietare il trattenimento della marmorata e dei suoi ibridi. Sul torrente Orco per la stessa ragione si ritiene opportuno vietare il trattenimento dal ponte di Cuorgnè a valle fino alla confluenza con il Po. Sulla Stura di Lanzo la proposta è di vietare il trattenimento dal confine inferiore del Comune di Germagnano a valle fino al ponte del Diavolo a Lanzo. Per il Pellice è in corso la ricognizione dei tratti e quindi l’argomento potrà essere approfondito nella seduta in programma a dicembre.

Per quanto riguarda invece l’opportunità di una modifica della Zona di protezione di Rivarolo sulla roggia di Vesignano, il Consiglio di Valle ha proposto di ridurre l’estensione del tratto terminale, in quanto ormai cementificato e non più idoneo alla sopravvivenza e alla salvaguardia delle specie ittiche. Il tratto terminerebbe all’altezza della ditta Gribaldi: proposta che il Comitato ha approvato all’unanimità.

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