IL CASTELLO DI BRUZOLO SARÀ SALVATO: IL FAI HA DECISO DI INTERVENIRE DOPO LA MOBILITAZIONE DI CITTADINI E INTELLETTUALI

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casttello bruzolo

Il Fondo per l’Ambiente Italiano ha deciso di salvare il Castello di Bruzolo. La buona notizia è stata resa nota oggi pomeriggio, dopo che nelle scorse settimane c’era stata una grossa mobilitazione per inserire questo bene tra i “tesori da salvare”. “Accogliamo con sollievo la volontà del FAI di prendere in carico il Castello di Bruzolo – commenta dalla Val Susa il consigliere regionale Francesca Frediani – si tratta di un tesoro culturale della Valsusa e del Piemonte che deve essere riscoperto, valorizzato e rilanciato nei percorsi turistici regionali. Da troppo tempo questo patrimonio è rimasto nascosto, è giunto il momento di riportarlo il più possibile agli antichi splendori. Un obiettivo reso possibile anche grazie alla generosità dell’ex proprietaria Raffaella Marconcini che l’ha lasciato al Fondo per l’Ambiente Italiano. Ora anche la Regione Piemonte dovrà fornire il proprio contribuito per raggiungere questo importante traguardo. Non faremo mancare il nostro sostegno in Consiglio regionale così come nelle commissioni competenti”.

Intanto, nei giorni scorsi c’era stato un nuovo appello di varie personalità di rilievo del mondo della cultura, proprio per salvare il castello.

“I firmatari di questo appello si uniscono a sostegno delle azioni che il gruppo spontaneo “Amici del Castello di Bruzolo e di Raffaella Marconcini” ha intrapreso perché non si lasci cadere l’opportunità di salvare lo straordinario patrimonio storico culturale che il Castello di Bruzolo rappresenta.

Localizzato in Valle di Susa (Provincia di Torino), questo bene monumentale di importanza storica, dove il 25 aprile nel 1610 sono stati firmati i Trattati di Bruzolo fra Carlo Emanuele I di Savoia e gli emissari di Enrico IV Re di Francia, si trova in grave pericolo: con la morte lo scorso agosto di Raffaella Marconcini Pampana, ultima discendente in linea diretta della casata Olivero che acquistò il maniero nel 1797, si è infatti estinto il ramo principale della famiglia.

Il Castello, con la sua struttura cinquecentesca ben conservata, con all’esterno il ricetto ancora perfettamente leggibile e abitato, circondato sul lato posteriore dalle campagne e anteriormente dal pergolato delle “topie”, con all’interno i soffitti a cassettoni “alla francese” e i preziosi arredi, costituisce sicuramente un unicum per il Piemonte.

Esso racchiude in sé diversi momenti significativi della storia: feudo dei principali collaboratori dei Savoia in vari periodi; luogo della firma dei Trattati tra il Ducato sabaudo e il Regno di Francia; grande proprietà borghese dall’avvento della Rivoluzione francese; casa di un esponente dell’élite politica e universitaria del primo Novecento, il professor Federico Marconcini: docente, sin dalla sua fondazione dell’Università cattolica del Sacro Cuore di Milano, Deputato del Regno d’Italia e quindi Senatore della prima Legislatura repubblicana.

Questo insieme storico, architettonico e ambientale, mantenutosi nel tempo e profondamente contrassegnato dalle varie epoche storiche, abitato con continuità dal XIII secolo a oggi, rappresenta un complesso patrimoniale che merita di essere salvato da rischi di degrado e di oblio per diventare un bene pubblico fruibile dall’intera comunità.

Con volontà testamentaria Raffaella Marconcini ha proposto in eredità il suo maniero, amorevolmente custodito e curato nella sua lunga esistenza, al Fondo per l’Ambiente Italiano affinché possa essere destinato a usi culturali e museali. Si profila così un’irrinunciabile opportunità, per la comunità valsusina e torinese, di mettere in moto una nuova economia e uno sviluppo territoriale innovativo che può nascere dall’incontro virtuoso tra cultura e turismo.

Convinti di tutto ciò sosteniamo convintamente, con la nostra firma, questa visione di futuro e le prospettive ad essa sottese.

Guido CERONETTI, Salvatore SETTIS, Paolo RUMIZ, Luca MERCALLI, Umberto LEVRA, Gianni OLIVA, Beppe SERGI, Giuseppe DEMATTEIS, Tullio TELMON, Bruno GAMBAROTTA, Alberto SINIGAGLIA, Pier Franco QUAGLIENI, Gabriele VACIS, Alberto BARBERA, Anna MILA, Giuse SCALVA, Claudio BERTOLOTTO, Enrico TALLONE, Mario CAVARGNA, Germano BELLICARDI, Pier Giorgio CORINO, Tino AIME, Livio DEZZANI, Roberto Follis, Barbara DEBERNARDI, Lorenzo MONDO, Ugo PERONE, Carlo GRANDE….

Vediamoli con più ordine: hanno risposto personalità del calibro di Guido Ceronetti scrittore poeta, editorialista, teatrante; Salvatore Settis della Normale di Pisa, editorialista di Repubblica; Paolo Rumiz giornalista e scrittore; Luca Mercalli, metereologo e scrittore; Alberto Barbera, direttore del Festival di Venezia e del Museo del Cinema; Umberto Levra, direttore del Museo del Risorgimento; Aldo Audisio direttore del Museo nazionale della montagna e del Forte di Exilles; Annibale Salsa, antropologo, past President del Club Alpino Italiano; Pier Franco Quaglieni, direttore del Centro Pannunzio; Francesca Petrucci docente di Storia dell’arte all’Accademia di Belle Arti Firenze; Anna Pironti Responsabile capo del Dipartimento Educazione del Castello di Rivoli; Piero Vironda, Vicepresidente del Centro Ricerche di Cultura Alpina a nome del Direttivo; Anna Maria Mila Giubertoni compagna di Massimo Mila; Ugo Perone filosofo; Gabriele Vacis, regista; Gianni Oliva scrittore e storico; Egi Volterrani animatore culturale e scrittore.
A loro si sono aggiunti prestigiosi docenti dell’Università e del Politecnico di Torino: Beppe Sergi, Paola Corti, Anna Bravo, Giuseppe Dematteis, Tullio Telmon, Antonio De Rossi, Costanza Roggero, Andrea Longhi; Claudio Scavia; Francesco di Teodoro. Con loro personalità della Soprintendenza: Giuse Scalva, Claudio Bertolotto. Ma anche alcuni prestigiosi nomi del mondo letterario e giornalistico, da Alberto Sinigaglia, Presidente dell’Ordine, a Bruno Gambarotta, Lorenzo Mondo, Carlo Grande, Sergio Pent, agli editori Enrico Tallone e Massimiliano Zallio.
Anche il mondo intellettuale della Valle di Susa non ha mancato di far avere il suo appoggio, da Mauro Minola, storico e scrittore a Mario Cavargna presidente di Pro Natura Piemonte; Giovanni Quaglino Presidente dell’associazione Il Ponte; Anna Branciari Presidente dell’Unitre Susa; Paola Comolli, Presidente dell’Unitre di Sant’Antonino; Marilena Gally Dirigente scolastico del Liceo Norberto Rosa di Susa; Germano Bellicardi Presidente e Roberto Follis, del Direttivo dell’associazione Segusium; Piero Del Vecchio direttore e Rita Martinasso del Comitato di redazione della rivista Segusium; Pierangelo Chiolero, scrittore; Tino Aime, artista; Pier Giorgio Corino e Giorgio Ponzio rispettivamente Presidente e Vicepresidente A.S.S.A.M; Andrea Zonato del Centro Culturale Diocesano di Susa; Fabrizio Zandonatti, presidente dell’Associazione Segno di Susa; Livio Dezzani, ingegnere e architetto; Giuliana Giai, professoressa; Pier Luigi Richetto, storico e filosofo; Barbara Debernardi, insegnante e scrittrice.

L’appello è l’ultimo atto di questa prima fase di impegno del gruppo di volontari “Amici del castello di Bruzolo e di Raffaella Marconcini”.
Il gruppo si è costituito spontaneamente, al di là e al di sopra delle rispettive convinzioni politiche, intorno al desiderio che Bruzolo possa ritrovare nel suo castello un punto di riferimento e soprattutto un centro di propulsione culturale, ma anche per innescare nuove e innovative dinamiche economiche e occupazionali.

Grazie a chi ha sostenuto l’impegno del Gruppo, prima contribuendo allaraccolta di oltre 3.000 firme per “I Luoghi del cuore” del FAI, poi alla celebrazione di un importante convegno sulla storia e sui destini del maniero.

Un grazie, infine, alle personalità che con le loro firme illustri hanno ora sostenuto l’appello.

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