di ELISA BENSO
AVIGLIANA – L’intervento chirurgico di asportazione di cataratta fu eseguito “in modo tecnicamente corretto”, ma esisterebbe un “rapporto di causalità tra le prestazioni mediche praticate e lo sviluppo di endoftalmite”, e “con ragionevole certezza nel corso della seduta operatoria” si sarebbe verificata “un’interruzione delle corrette modalità di prevenzione delle endoftalmiti post-intervento di cataratta”.
Con queste parole la giudice Stefania Tassone del tribunale civile di Torino ha motivato l’ordinanza che ha condannato due mesi fa l’oculista Luigi Fusi e Sop, Servizi oculistici piemontesi, a risarcire le quattro donne che persero la vita da un occhio dopo un intervento di cataratta. Le parti lese, tutte assistite dall’avvocato Mauro Carena, hanno già manifestato l’intenzione di non voler ritirare le querele, nonostante il risarcimento di 500mila euro stabilito dalla giudice. Dunque il processo penale, che è in corso e che tra una settimana entrerà nel vivo con la conclusione dell’istruttoria, con probabilità andrà avanti, a meno che non accada un colpo di scena.
Secondo il tribunale civile, la “causa più probabile, anche se non dimostrabile” del propagarsi della setticemia che provocò la perdita della vista “sembra essere stata la contaminazione di uno strumento, ad esempio l’apparecchio di facoemulsificazione, o di una soluzione, come lo iodo-povidone, ma non è possibile stabilire se la contaminazione sia riconducibile a un’omissione delle doverose misure cautelari da parte del personale medico o infermieristico”.
Inoltre, scrive la giudice, l’applicazione tempestiva di un antibiotico e un ambulatorio meno affollato e con tempi meno contingentati di intervento avrebbe potuto ridurre il rischio di insorgenza della setticemia.
L’indagato, il dottor Fusi, che ha una fedina penale pulita e una carriera alle spalle senza macchia, ha già ribadito più volte durante l’interrogatorio che non non vi sono prove per stabilire quale sia l’origine del batterio killer, che pare essere un batterio rarissimo, poco conosciuto e quindi non prevedibile, assente addirittura nella letteratura scientifica. Il processo penale riprenderà la prossima settimana.
Il rischio di prendersi un’infezione in ambienti ospedalieri è tale che se la gente sapesse che 7.500 persone all’anno muoiono addirittura a causa di infezioni contratte durante i ricoveri, nessuno si farebbe più ricoverare… eppure…
Ci sono gli estremi per andare in appello.
Chiudetela quell’oculistica, il mio cane fa diagnosi migliori…