AVIGLIANA – La Azimut di Avigliana licenzia altri 95 lavoratori diretti e indiretti della Val Susa. Stamattina è stata aperta la procedura di mobilità, che durerà circa 70 giorni. A questi 95, si sommano i circa 50 già mandati a casa lo scorso anno.
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I lavoratori non ci stanno, e questa mattina hanno scelto di proclamare uno sciopero di 5 fabbrica, facendo un presidio davanti ai cancelli dell’azienda produttrice di maxi yachts. “Continueremo a batterci per salvare i posti di lavoro, chiediamo un tavolo con l’azienda – annunciano i sindacalisti di Cgil e Cobas – questo sciopero è solo la prima di tutta una serie di iniziative”.
L’AZIENDA ACCUSA I SINDACATI: “NON AVETE VOLUTO TRATTARE”
Riceviamo da Azimut
Alla crisi del mercato nautico, iniziata nel 2008, Azimut Yachts ha risposto con un articolato piano di ristrutturazione che le ha permesso di rimanere leader mondiale nel segmento delle imbarcazioni oltre i 24 metri di lunghezza.
Da un lato sono stati potenziati i cantieri dedicati agli yachts di grande dimensione, meno toccati dal calo della domanda, dall’altro, si è proceduto al trasferimento nello stabilimento di Avigliana di tutta la produzione di quelli sotto i 70 piedi, investendo in tecnologia e lanciando ogni anno nuovi modelli di successo, esportati in tutto il mondo. Per questi ultimi, tuttavia, l’andamento della domanda resta volatile e stagionale.
Per questa ragione più volte, nel corso dei mesi passati, l’Azienda ha manifestato alle rappresentanze sindacali l’urgenza di aprire una trattativa per la ricerca di una maggior flessibilità del lavoro. La risposta è sempre stata negativa ed è stata, inoltre, accompagnata dalla presentazione di una piattaforma per il rinnovo del contratto integrativo assolutamente insostenibile.
Nel mese di ottobre la Società ha risollecitato nuovamente un dialogo con il Sindacato, ribadendo la propria disponibilità a costituire un tavolo congiunto di lavoro sui temi cruciali per il futuro dello stabilimento di Avigliana: la flessibilità lavorativa, la contrattazione di secondo livello e la gestione delle eccedenze.
Dopo tre settimane di trattative serrate, si deve constatare l’impossibilità a giungere ad un accordo. Per questo motivo l’Azienda si vede costretta ad attuare un piano di esuberi che riguarderà sia lo stabilimento sia gli uffici di direzione del Cantiere di Avigliana, per un totale di 95 addetti.
“Durante i molti incontri con le rappresentanze sindacali – dichiara Ferruccio Luppi, Amministratore Delegato della società – abbiamo manifestato la nostra piena disponibilità ad affrontare la discussione in modo responsabile. Abbiamo proposto un contratto integrativo migliorativo rispetto a quello precedente, strumenti di flessibilità del lavoro più adatti a far fronte alla stagionalità delle vendite e un piano di mobilità volontaria incentivata, accompagnato dall’impegno aziendale a non effettuare nei successivi 3 anni nessun licenziamento unilaterale. Di fronte al rifiuto a trattare da parte dei sindacati, siamo costretti a procedere con la mobilità, per proteggere il futuro del cantiere di Avigliana”.
Ancora una volta,i sindacati sono contro i lavoratori, mentre quest ‘ultimi perdono il loro lavoro ,lo stipendio dei sindacalisti è assicurato pur nn avendo mai lavorato.
E sempre cosi sono i sindacalisti che rovinano le aziende così e stato anche all’Atlantis dove il sindacato si e venduta l’azienda e poi fanno finta di niente e dopo che e passato qualche mese neanche non ti conosce sono tutti bastarti