dall’ASL TO3
AVIGLIANA – Il Coronavirus è un nemico in primo luogo per chi lo sta combattendo. Per i pazienti e per gli operatori in prima linea. Intorno ci sono anche tutti coloro che ne subiscono le conseguenze e tra questi vi sono gli affetti.
Quei parenti che spesso il paziente cerca con lo sguardo, che tanto vorrebbe vedere o stringere, ma ai quali in questo momento, come è giusto che sia, è vietato l’accesso. La fragilità della malattia ha spesso il volto di pazienti anche anziani, ricoverati nelle nostre strutture, abituati a ricevere le visite dei familiari ogni giorno.
Nel reparto di continuità assistenziale (CAVS) della casa della salute di Avigliana in questi giorni i pazienti hanno potuto salutare i propri cari attraverso un tablet. In questo caso non sono pazienti Covid-19, ma come i covid sentono il peso di quell’affetto che manca, che non ritrovi più nella tua quotidianità vissuta tra le mura di una struttura sanitaria. Un tablet dunque come una piccola finestra, seppúr virtuale, sul mondo esterno: il proprio mondo, che ha “calore” e “colore” perché dentro c’è chi ti vuol bene.
E poco importa se per ora è tutto racchiuso dentro uno schermo. È una iniezione buona, questa volta, che infonde una terapia più forte di ogni medicina: dona conforto e speranza per il futuro perchè #andràtuttobene.