WORCUP AVIGLIANA – “Se si cessa di guardare il paesaggio come l’oggetto di un commercio, si scopre immediatamente […] una quantità di spazi indecisi, privi di funzione, ai quali è difficile dare un nome”.
Per cogliere la natura di questi spazi, occorrono l’occhio dell’uccello e l’anima del sarto.
Sorvoliamo con Gilles Clément, docente presso l’École Nationale Supérieure du Paysage di Versailles, all’inizio degli anni 2000, la regione del Limousin, nel Massif Central, per notare un appagante e regolare chiaroscuro: è un paesaggio dove si alternano boschi gestiti e campi coltivati. Ombrosi e densi i primi, luminosi e aperti i secondi. Clément li classifica come primo e secondo paesaggio, ambienti creati e modellati dall’uomo.
A un secondo sguardo, più attento alle sfumature, scorgiamo però frammenti disordinati, che sfuggono alle categorie utilitaristiche e alle pianificazioni territoriali: Clément li chiama délaissés, ritagli di un paesaggio cucito come un abito intorno alle esigenze dell’uomo, che vengono temporaneamente o definitivamente abbandonati perché inutilizzabili. In questa categoria rientrano quegli ambienti di passaggio noti in ecologia come ecotoni – margini dei campi, sponde fluviali -, ma anche aree periurbane da tutti associate al degrado ambientale, come una scarpata ferroviaria, un cantiere abbandonato, una discarica dismessa. Questi ritagli, accomunati dal disinteresse (passeggero o permanente) da parte dell’uomo, sono colonizzati dalla vita, preziosa in virtù della sua spontaneità.
A seguito delle osservazioni fatte nel Limousin, Clément scrive il “Manifesto del Terzo paesaggio” in cui, illustrando il valore ecologico dei délaissés, afferma: “Tra questi frammenti di paesaggio nessuna somiglianza di forma. Un solo punto in comune: tutti costituiscono un territorio di rifugio per la diversità. Dappertutto, altrove, quest’ultima è scacciata. Questo giustifica il fatto di raccoglierli sotto un unico termine. Propongo Terzo paesaggio, terzo termine di un’analisi che ha ordinato i principali dati apparenti sotto l’ombra da una parte, la luce dall’altra.”
Worcup! e l’associazione Scuola per Via propongono tra febbraio e aprile 2016 un ciclo di incontri sul tema: la serata di esposizione teorica del concetto di “Terzo paesaggio” prepara i partecipanti a due passeggiate di mezza giornata su itinerari aviglianesi, che un Accompagnatore naturalistico descriverà come quadri di paesaggio, sulla scia delle suggestioni estetiche di Clément.
L’idea nasce proprio dalla lettura dell’opera di Gilles Clément, ideatore del concetto di “Terzo paesaggio” e di délaissé, scampolo di territorio che sfugge all’utilizzo umano, a differenza del primo paesaggio (il bosco gestito) e del secondo (il campo coltivato). In questo ritaglio dimenticato la vita si esprime in forme impreviste, al di là della progettazione e della valorizzazione. Nel margine inutilizzato si rifugia la biodiversità, il lembo trascurato è colonizzato da una bellezza fuori controllo. In tempi in cui si identifica la tutela ambientale con azioni di “riqualificazione”, le osservazioni di Clément riconoscono nell’abbandono un valore ecologico e filosofico.
La proposta è ideata come un ciclo di tre appuntamenti: la serata di esposizione teorica del concetto di “Terzo paesaggio” presso Worcup! (durante la quale ci si può iscrivere agli incontri successivi) prepara i partecipanti a due passeggiate di mezza giornata su itinerari aviglianesi, che la guida descriverà come quadri di paesaggio, sulla scia delle suggestioni estetiche di Clément.
Il ciclo di lezioni è rivolto, tra gli altri, agli insegnanti che intendono affrontare il tema del paesaggio da un punto di vista ecologico en plein air.
Visitate la pagina facebook dell’iniziativa:
https://www.facebook.com/events/1502923983348123/
Giovedì 25 febbraio 2016
Il Terzo paesaggio: elogio del margine
Domenica 13 marzo 2016
Il secondo paesaggio: quel che resta della luce
Domenica 10 aprile 2016
Il primo paesaggio: il dominio dell’ombra
(Inf. pubb.)