AVIGLIANA – Durante l’incontro pubblico dedicato al “Futuro di Avigliana – Confronto tra i candidati a sindaco”, si sono toccati molti temi di rilievo non solo per Avigliana, ma che riguardano tutta la Valsusa. Tra questi, l’accoglienza degli stranieri richiedenti asilo. Come la intendono affrontare gli aspiranti sindaci?
“Si tratta di un presunto problema che non può essere evitato – spiega Archinà – bisogna individuare dei sistemi innovativi, come il progetto di micro accoglienza di cui Avigliana è il Comune capofila, avviato con altre 20 amministrazioni valsusine in accordo con la Prefettura: le risorse dello Stato centrale ci hanno consentito di accogliere piccoli nuclei di rifugiati”.
Callegari ha affermato: “Il progetto di cui Avigliana fa da ente capofila è soft, non è invalidante per i cittadini, ma ci chiediamo: cosa possono fare gli immigrati quando sono qui? Proviamo a pensare in che direzione possono andare e valutiamo nuove idee”.
La pensa diversamente Picciotto: “Io sono disposto ad accettare i rifugiati, se quest’ultimi sono veramente tali: dovrebbero possedere un certificato della Prefettura che attesti il fatto di essere scappati dalla guerra”.
Roccotelli è invece dell’idea che ci sia un problema di norme nazionali, precisando che “possono rappresentare una ricchezza”, come ha detto anche Spanò: “Non strumentalizzerei il problema, da sindaco penserei a come i rifugiati debbano occupare il tempo a favore della comunità: con la manutenzione delle aree verdi ad esempio, mettendoli in regola dal punto di vista normativo. Alla gente non dà fastidio la loro presenza, bensì vederli in giro a far niente”.