L’INCHIESTA di FABIO TANZILLI
Tra cantieri bloccati da anni, silenzi che sanno di beffa ed omissioni, l’ex ospedale di Avigliana (ormai solo poliambulatorio) mezzo vuoto, é probabilmente destinato ad una lenta eutanasia. Cosa sta facendo l’AslTo3, e perché alcuni ex ospedali vicini sono stati maggiormente tutelati, come a Pomaretto e Torre Pellice?
“Per circa nove mesi, dopo l’inaugurazione del Centro di Assistenza Primaria al posto dell’ospedale, l’Asl ci ha lasciato sotto gli occhi una struttura decadente e semivuota – accusa il sindaco Angelo Patrizio – ampiamente sottoutilizzata”.
L’allarme viene lanciato proprio dal primo cittadino, che il 19 maggio ha convocato appositamente un consiglio comunale aperto sull’argomento sanità ed ex ospedale. Invitando il direttore generale dell’AslTo3, che però ha disertato l’incontro.
Il sindaco è su tutte le furie: “Gli impegni prospettati a suo tempo dalla direzione generale dell’Asl, si stanno rivelando inadeguati – accusa Patrizio –
vogliamo i fatti, e che vengano mantenuti gli impegni presi nel luglio dell’anno scorso, sulle sorti della struttura dell’ex ospedale Sant’Agostino. Nessun intervento di ridimensionamento può mettere in discussione il diritto dei cittadini alla salute”.
Ma finora, nonostante l’apertura di un tavolo di confronto tra Comune, Regione e Asl, riunioni varie, promesse e tagli di nastro (l’11 settembre il presidente uscente Roberto Cota aveva inaugurato qui i i “nuovi” servizi del Centro di Assistenza Primaria), i servizi reali dell’ex ospedale non decollano. In maniera scandalosa, i lavori del cantiere per trasformare la struttura sono ancora fermi, e non é stato fatto ancora il bando per appaltare le opere.
LE PROMESSE NON MANTENUTE DALL’ASL
Nel luglio 2013 il direttore dell’AslTo3 aveva partecipato al consiglio comunale aperto di Avigliana, promettendo che i posti letto dei reparti medicina nei 5 piccoli ospedali di provincia (Avigliana, Giaveno, Pomaretto,Torre Pellice, Venaria) sarebbero stati tagliati, in applicazione del piano sanitario regionale.
Il nuovo scenario per questi ex ospedali doveva essere il seguente:
1) Per Venaria ed Avigliana: trasformati in Centri di Assistenza Primaria
2) Per Giaveno: trasformato in residenza sanitaria assistenziale con 60 posti letto.
3) Per Pomaretto e Torre Pellice: eliminazione dei posti letto e mantenimento dei poliambulatori.
GIAVENO, VENARIA ECC SONO STATI SALVATI, AVIGLIANA NO
Ma in realtà, secondo quanto afferma il sindaco di Avigliana, il 24 luglio 2013
l’Asl ha attuato alcune deroghe, salvaguardando alcuni di questi ex ospedali.
“Con toni trionfalistici venivano assegnati a Pomaretto e Torre Pellice 20 posti letto di continuita’ assistenziale, che restano giustamente nei rispettivi ospedali ( più o meno com’era Avigliana prima dei tagli) – dice Patrizio – a Giaveno i 60 posti letto di Rsa si sono trasformati in 30 posti letto di continuita’ assistenziale, a media e alta intensità di cura, ed è stato mantenuto il punto di primo intervento. Ma soprattutto sono stati spesi i 5 milioni di euro previsti per la ristrutturazione della struttura”.
E gli altri? “A Venaria sono stati mantenuti 40 posti letto di continuità assistenziale, assieme naturalmente al progetto del Centro di Assistenza Primaria. Ad Avigliana, invece ci è rimasto l’impegno di rilanciare il Cap, che guarda caso stenta a decollare, e il servizio di Telemedicina”.
Insomma, fino ad oggi verso gli altri ex ospedali c’è stato un occhio di riguardo e sono state fatte delle deroghe per compensare ai tagli, mentre Avigliana no: “C’è di che innervosirsi ed essere seriamente preoccupati – afferma il sindaco – da noi si sta procedendo con una lentezza veramente esasperante”.
LO SCANDALO DEI LAVORI FERMI DA ANNI, E MAI RIPARTITI
“Il piano per i lavori di ristrutturazione dell’edificio, che era stato già concordato nel gennaio del 2012 e che si era interrotto per il fallimento della ditta che aveva vinto la gara d’appalto, ha atteso fino ad oggi delle integrazioni al progetto da parte dei tecnici dell’Asl. Come ufficio tecnico comunale la nostra parte l’abbiamo fatta, mentre l’Asl ha proceduto a rilento. Abbiamo chiesto delle integrazioni al progetto a settembre 2013, che ci sono arrivate pochi giorni fa, il 13 maggio, guarda caso in occasione del nostro consiglio comunale aperto. Otto mesi di silenzio: che cosa è successo tra il 20 settembre e il 13 maggio? Per circa 8 mesi si sono dimenticati di Avigliana e del rilancio del Sant’Agostino?”.
Niente da fare anche per il nuovo bando per far ripartire i lavori: “Più volte era stato annunciato come imminente, ma non c’e’ ancora traccia – aggiunge Patrizio – L’ultimo impegno verbale e telefonico da parte dell’Ing. Ferrero, su mia pressante sollecitazione, indicava la data del 20 aprile. Ma intanto si sono ridotti i soldi: i 5 milioni sono diventati 4: uno nel 2014, due nel 2015 e uno nel 2016”.
UNA LENTA EUTANASIA
Cornuti e mazziati, si potrebbe dire: “Ad oggi l’accesso al Cap consiste di circa 20 passaggi giornalieri. Dopo circa nove mesi, i codici bianchi al pronto soccorso di Rivoli sono tutt’altro che diminuiti. Non era forse anche questo uno degli obiettivi che l’Asl aveva proclamato di voler perseguire? – chiede ironicamente Patrizio – tra non molto ci diranno che il rapporto costi benefici non sta in piedi, e magari ce lo chiuderanno, con la motivazione che non dobbiamo sprecare denaro pubblico”.
Dei 20 posti letto tagliati dall’ex ospedale Sant’Agostino, e che in teoria dovevano ritornare con altrettanti 20 posti letto alla residenza sanitaria assistenziale Don Menzio di Avigliana “per adesso restano solo sulla carta – dice Patrizio – in quanto non c’è traccia di una loro effettiva collocazione”.
LE ALTRE BEFFE CONTRO AVIGLIANA
Altre beffe:
1) il potenziamento delle ore di specialistica in realtà non c’è mai stato. “Il tecnico dell’Asl – accusa il sindaco – ci ha detto che se aumentiamo le ore aumentano le code, perché poi tutta la gente prenota ad Avigliana, almeno fino al 2015 quando la situazione sarà gestita a livello regionale. Peccato che hanno aumentato tutte le ore di specialistica a Giaveno e anche altrove”.
2) il servizio di Centro Prenotazioni è peggiorato: “Bastava l’assenza di una persona per creare caos e reazioni di insofferenza da parte dei cittadini – rivela Patrizio – ma possibile che dopo l’inaugurazione del Cap, l’Asl non abbiate sentito il dovere di dimostrare un po’ più di efficienza?”.
3) Il servizio di neuropsichiatria infantile è stato spostato a Sant’Antonino, con la motivazione che l’edificio sarebbe più baricentrico rispetto alla valle.
L’APPELLO AI SINDACI DELLA VALLE
Infine, Patrizio fa un appello agli altri sindaci: “Chiedo ai futuri sindaci e agli amministratori presenti un impegno personale e sincero affinchè tale risorsa sia preservata dal declino e riacquisti quel ruolo importante nell’offerta sanitaria di prossimità di cui i cittadini della bassa valle avrebbero sicuramente bisogno – e aggiunge – alla Direzione Generale dell’Asl chiedo quella coerenza e quel rispetto degli impegni che fino ad oggi sono mancati”.