di FRANCESCA FREDIANI (Consigliere regionale Movimento 5 Stelle)
Amazon lascia Avigliana per Brandizzo. La multinazionale promette però di mantenere i posti di lavoro presso la nuova sede, offrendo anche il trasporto ai dipendenti. Vedremo se manterrà la promessa e, soprattutto, se i lavoratori sapranno reggere i ritmi, notoriamente intensi, dell’attività, sommati al peso della trasferta quotidiana.
Significative le motivazioni alla base della decisione di trasferire l’attività: il volume d’affari è raddoppiato, quindi servono spazi più ampi. Ulteriore testimonianza del grande cambiamento in atto nella nostra società e della necessità di cambiare direzione per quelle realtà, come la Val di Susa, che per rilanciare la propria economia devono puntare su altri punti di forza. Cultura, turismo e ambiente in primis.
Singolare il comportamento della Giunta aviglianese, con il sindaco che rivendica la sua azione di sostegno all’azienda, mentre la sua assessora Arisio partecipava poco tempo fa ad un presidio di partito per protestare contro le politiche del colosso. Quella che viene liquidata come “vicenda preelettorale” da Archinà, è invece il segnale di una visione poco chiara del futuro del territorio e di una maggioranza non proprio coesa nell’affrontare le sfide che l’amministrazione deve sostenere.
Salve sig.ra Frediani Francesca, trovo che lavorare da e per Amazon non è lavoro, forse bisognerebbe fare una settimana di prova per capire cosa si prova dentro , per arrivare a difendere quel posto di lavoro, e come difendere i posti di schiavitù dicendo che danno però i soldi per pagare le tasse.. ma non è lavorare, in più si priva del tempo personale per pagare le tasse, meglio rimanere senza schiavitù ma con il tempo di poter fare altre cose che rendono la vita migliore e che ne valga la pena di esser vissuta, e come difendere i posti degli sfruttati a raccogliere pomodori, ma che lavoro e senza libretti caporalati, e controlli al minuto.. trovo schifoso difendere l’indifendibile, anzi e ora di appoggiare i lavoratori in uno sciopero di massa per avere almeno una parte dei diritti che avevano i nostri genitori…. qualsiasi altro modo accondiscendente e sintomo che ci stia bene ed abbiamo digerito la schiavitù lavorativa moderna di Amazon ed altre aziende similari, date alla gente lavoro di qualità 6 ore al giorno per avere tutti più lavoro, tassiamo le macchine che fanno il lavoro che è valore. e diamo i soldi alla gente che non lavora, altrimenti troveremo solo più macchine al lavoro e lavoratori che pagano le tasse al governo, un punto di rottura è inevitabile, a questo si aggiunge , i pensionati che portano via dall’italia la maggior parte delle pensioni, e poi mettiamo in bilancia che il 90% del prodotto venduto e creato nel resto del mondo, finiremo prosciugati, e solo questione di tempo… quello che le aziende tolgono ai poveri per la pagnotta.. e pagare le tasse… rinnoviamo il mondo del lavoro ma non in schiavitù…. LAVORO protetto per vivere…! lei Frediani Francesca , cosa ne pensa visto i suoi titoli proprio sul lavoro.. ?…. saluti Musio Maruizio..
Mai fatto un acquisto su Amazon.
E suggerirei una riflessione etica a coloro che lo fanno e continueranno a farlo.
Mentre compro volentieri all’Emporio Croce, da Grisa, da Gallino Trekking, da Piazzo La Cornice, da Daphnè di Arianna Allais come già a suo tempo da Aristide, dal Forno del Borgo a Bertassi, al Ponte, dal Gelaté da Albert e da Dalmasso, da Flavio Larry Bravi, da Pummarò, da Bolle in Pentola, da Runner Shop di Renzo Fallarini, da Ferco e altri ancora.
Se qualcuno ne avesse voglia faccia il conto di quanti posti di lavori aviglianesi garantiscono queste aziende di vicinato, mai adulate da pubblici amministratori e da consumatori su cui mi astengo da commenti.
L’accorato articolo delle titolari del negozio che si è arreso nelle scorse settimane credo sia il commento migliore.
Il presente è replica ed integrazione di un precedente commento al primo articolo pubblicato sul tema.
Ormai il mondo del lavoro (esclusi statali e assimilabili che vivono iperprotetti in un loro mondo a sè), è così: siamo servi della gleba che devono lavorare fin che campano, principalmente per pagare pensioni e privilegi perchè “i diritti acquisiti non si toccano”.
Siamo come in una famiglia dove al primogenito si dà la paghetta e al secondo anzichè la paghetta si chiedono i soldi par mantenere la paghetta al primo.
E coi nuovi contratti (jobs act) siamo pure PRECARI “a tempo indeterminato”.
E l’euro sta aggravando la situazione.
Siamo ridotti a questo.