di ANGELO PATRIZIO
Cari cittadini di fede islamica,
Ai cittadini aviglianesi di fede islamica
quest’anno la ricorrenza del 25 Aprile cade in un contesto internazionale difficile e
tragicamente preoccupante. Gli eventi terroristici che da sempre stanno insanguinando il
Medio Oriente, dopo l’abbattimento delle Torri Gemelle, oggi colpiscono direttamente
l’Europa e dunque anche l’Italia. Più da vicino, hanno colpito anche il Piemonte e Torino,
attraverso il sacrificio di altre vittime inconsapevoli e innocenti. I risvolti parossistici e
deliranti dell’azione dell’ISIS , anche per il sapiente utilizzo mediatico che li accompagna,
rischiano di incrinare, attraverso lo sgomento e il senso di impotenza che inevitabilmente
suscitano nell’animo delle persone comuni, la stabilità, la coesione e la sicurezza sociale che
sono alla base dei valori della democrazia che il popolo europeo ha scelto. Per l’Italia quei
valori sono l’esito della lotta di Liberazione contro il nazifascismo e in particolare, per queste
valli, i valori della Resistenza attraverso la lotta Partigiana.
Ad aggravare questa situazione, che ha caratteristiche di complessità elevatissime,
concorrono la crisi economica estenuante che stiamo attraversando e la pressione sulle
nostre coste dei profughi che fuggono dalla guerra e dalla disperazione ma oggi anche dalle
sanguinarie persecuzioni messe in atto dall’ISIS.
Crea inoltre sgomento il fenomeno determinato da quei giovani cittadini europei che
attraverso il ruolo determinate della rete, si arruolano nelle file del terrorismo internazionale,
affascinati da un’idea nefasta che mentre distrugge i simboli culturali del passato, disegna un
futuro esclusivamente di morte, dunque un non futuro.
Infine il pericolo più grande consiste nella possibilità che un ulteriore conflitto bellico veda
coinvolta una coalizione internazionale e dunque l’Europa, per porre fine a questa situazione.
E’ opportuno sottolineare che se l’ISIS decapita giornalisti o cittadini comuni, se compie
attentati terroristici insanguinando musei o piazze, non sarà certo solo la decapitazione stessa
dell’ISIS a far cessare le cause che l’hanno generato e che sono da ricercare anche tra scelte
sbagliate e contraddittorie di cui si è resa responsabile una parte dell’Occidente.
Gli interventi militari in quell’area si sono susseguiti in modo decisionista e anche
opportunistico circa il controllo degli interessi economici dei promotori delle azioni belliche,
l’uso della forza è stato spesso sproporzionato e spettacolare, ma soprattutto in Iraq e
successivamente, con modalità diverse in Libia, si è facilitata la rimozione di dittatori senza
essere in grado di garantire gli sviluppi successivi della cosiddetta “esportazione della
democrazia”. Ma soprattutto senza conoscere adeguatamente le dinamiche intertribali, a
connotazione anche religiosa, che puntualmente si sono attivate. In ogni caso lo scenario che
ne è scaturito è peggiorativo in termini di stabilità.
Infine la strumentalizzazione da parte dell’ISIS dei temi religiosi legati all’Islam, rischia di
accendere contrapposizioni fuorvianti che possono provocare divisioni e strumentalizzazioni
politiche importanti anche all’interno del nostro paese, proprio nel momento in cui la risposta
unitaria, razionale e non emotiva al terrorismo risulta essere la carta vincente per ricondurre
sulla strada maestra del confronto e della cooperazione internazionale le problematiche immense e incandescenti che dobbiamo affrontare per garantire quella pace, quella serenità e
quella stabilità alle quali noi tutti aspiriamo.
In questo quadro generale cade il Settantesimo della Liberazione e mai come oggi l’impegno
per la conservazione della Memoria e lo slogan “ non dovrà accadere mai più”, è costretto a
confrontarsi con un’attualità drammatica che supera ogni immaginazione e che ha bisogno di
risposte e prese di posizione chiare e nette, oggi come allora.
La prima considerazione che traggo da questa sintetica analisi, augurandomi che sia da Voi
sostanzialmente condivisa, è che la Celebrazione del 25 Aprile, anche qui ad Avigliana, deve
estendere il proprio sguardo sull’insieme dei problemi descritti, attualizzando ulteriormente,
in qualche misura, i significati irrinunciabili che da settant’anni con lodevole costanza e
intensità promuove. Nelle scorse settimane ho avuto il privilegio di indossare la fascia
tricolore a Torino, in rappresentanza della nostra città, partecipando al presidio organizzato
dal sindaco Piero Fassino e dal Coordinamento Comuni per la Pace per esprimere lo sdegno e
il cordoglio alle vittime dell’attentato al Museo del Bardo di Tunisi.
In quell’occasione ho ascoltato l’intervento del portavoce della Comunità Tunisina Torinese
Fausi Hajsassi il quale, con parole semplici ed efficaci, ha rivendicato e condiviso la difesa
dei valori della Libertà e della Democrazia, condannando la deriva terroristica come estranea
alla sincera espressione religiosa di milioni di cittadini di fede islamica.
Ho ritenuto di invitare Fausi Hajsassi a partecipare alla nostra Celebrazione del Settantesimo
della Liberazione nel corso della quale avrà l’opportunità di prendere la parola.
Con lo stesso spirito, aperto alla condivisione degli stessi valori e in nome della tolleranza,
del rispetto e della solidarietà tra i popoli, invito tutti Voi a partecipare alla Manifestazione
del 25 Aprile che si terrà nel centro storico di Avigliana alle ore 11.00 presso il Monumento
ai Caduti.
Confidando nella Vostra presenza, porgo i miei più cordiali saluti.
Angelo Patrizio
Sindaco di Avigliana
Verrei, anche io, volentieri , alla manifestazione; ma non oso allontanarmi da casa, perché non vorrei che qualche ” benvenuto arricchitore” me la svaligiasse. Così come è successo a molti miei compaesani.
Mi pare che in Val di Susa un tempo,prima ancora che nuovi benvenuti arrivassero,si svaligiavano,si fa per dire,persino le tombe per ottenere i riscatti,se non erro.
vero, ma quelli erano due (e pure sprovveduti), questi sono migliaia (e ben allenati), piccolo particolare…
Per il resto trovo patetica questa iniziativa all’insegna del “vogliamoce bene”, visto che prima o poi ci troveremo a dover ripetere un altro 25 aprile (o che giorno sarà) proprio a causa dell’ISIS ed è come se all’epoca gli ebrei avessero invitato i nazisti a festeggiare qualcosa con loro. Ci stiamo rendendo veramente ridicoli, pensando che a sta gente freghi qualcosa della nostra storia. L’unica cosa che conta è la loro storia, noi siamo di troppo.