di FRANCESCO CALABRÒ
AVIGLIANA – La notizia della possibile chiusura della sede di Avigliana del CPIA (Centro per l’istruzione degli adulti), resa pubblica in questi giorni, ci preoccupa molto come cittadini e come operatori sociali. L’offerta formativa dei CPIA è rivolta ad adulti con più di 16 anni (italiani e stranieri) e prevede attualmente l’acquisizione del diploma di scuola secondaria di primo grado (licenza media), il rientro in formazione, l’orientamento al lavoro ed i corsi di lingua italiana per stranieri.
Il centro di educazione per gli adulti come servizio pubblico, nelle sue diverse denominazioni dalle “150 ore” ai CTP (“Centro Territoriale Permanente per l’Istruzione”), ha rappresentato per il nostro Paese una conquista sociale ed un’occasione di emancipazione, che ha permesso a generazioni di lavoratori ed immigrati (italiani e stranieri..) di migliorare la propria condizione ed ottenere un titolo di studio.
L’attuale fase storica, che vede l’Italia interessata da consistenti flussi migratori, dovrebbe prevedere un sistema scolastico all’altezza di cogliere la sfida dell’inclusione sociale dei nuovi cittadini. L’apprendimento della lingua italiana ed il conseguimento dei livelli minimi d’istruzione, sono i presupposti imprescindibili a cui deve poter accedere ogni cittadino che intenda vivere dignitosamente nel nostro Paese.
Adeguare e potenziare tutto il sistema scolastico della formazione degli adulti, affinché possa essere in grado di affrontare anche la sfida dell’intercultura, non è solo una risposta ad un’emergenza contingente, ma rappresenta anche l’unica risposta civile possibile ed un potente antidoto contro ogni chiusura culturale.
La sede del CPIA di Avigliana è ospitata da quasi vent’anni presso una struttura dell’istituto superiore Galilei, ed è l’unico riferimento per tutta la bassa Valsusa e la Valsangone.
Storicamente, è sempre stata un’eccellenza nell’insegnamento della lingua italiana per stranieri ed un volano di iniziative di scambio interculturale. La sede di Avigliana inoltre, negli ultimi due anni, con l’arrivo sul territorio di richiedenti asilo e rifugiati ospiti dei vari progetti presenti in zona, svolge un ruolo ancora più importante.
La collocazione geografica di Avigliana costituisce un naturale punto di riferimento anche grazie alla ottima copertura dei mezzi di pubblici di trasporto.
Il Comune di Avigliana infine è il capofila dell’innovativo progetto di “micro-accoglienza” dei richiedenti asilo, stipulato fra Prefettura di Torino ed altri 20 Comuni della bassa Valsusa, che prevede pochi posti in alloggi privati diffusi in ogni Comune e nessun grande insediamento.
L’assenza sul territorio di un centro per l’istruzione degli adulti, metterebbe sicuramente in difficoltà tutto il sistema d’accoglienza ed i percorsi d’inclusione sociale.
Per tutte le suddette ragioni, la paventata chiusura della sede di Avigliana, risulta quanto meno inopportuna e sicuramente da scongiurare. Siamo ben consapevoli della carenza di spazi nelle scuole e delle difficoltà economiche della Città Metropolitana, che ha la competenza sui CPIA, ma riteniamo altresì necessario richiedere a tutti i soggetti coinvolti, di fare ogni sforzo possibile per trovare una soluzione ed evitare la chiusura della sede aviglianese del CPIA5, permettendo la continuità delle attività scolastiche.
Per info, visitate la pagina facebook Accoglienza in Valle di Susa
Quanti intendono aderire all’appello, possono inviare una mail all’indirizzo: francesco.calab@gmail.com
I primi firmatari:
Francesco Calabrò
Lucrezia Riccardi
Alessia Votta
Emiliano Trucco
Francesco Tarantino
Monica Montabone