BARDONECCHIA, CASE AL FREDDO E INCUBO TELERISCALDAMENTO: “UN ANNO DOPO, NON È CAMBIATO NULLA”

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LETTERA FIRMATA

Spettabile Redazione,
vi scrivo per informarvi che anche quest’anno a Bardonecchia farà freddo!
No, non mi riferisco al cambiamento climatico e ai suoi sbalzi delle temperature.
Purtroppo sto parlando di una vicenda tristemente nota perché ha già afflitto bardonecchiesi e villeggianti lo scorso inverno: il teleriscaldamento che non tele-riscalda.
Lo scorso anno il caso scoppiò il giorno di Natale con l’arrivo in massa dei proprietari di seconde case: il teleriscaldamento non riusciva a fornire acqua calda sufficiente per scaldare le migliaia di alloggi collegati.
Si disse che mancavano dei ricambi per far partire tutte le caldaie, che era solo questione di giorni.
Poi emerse che la rete di distribuzione era un colabrodo, che disperdeva più acqua nel sottosuolo che nei termosifoni.
Si costituì un comitato d’emergenza per tamponare la situazione e per qualche tempo la situazione migliorò, senza mai essere in condizioni accettabili.
Soprattutto per qualcuno. Perchè la temperatura dell’acqua che usciva già “tiepida” perdeva gradi man mano che si allontanava dalla centrale, ubicata prima dell’ingresso di Bardonecchia, vicino alla Dora e alla Ferrovia.
La distanza e la salita verso Campo Smith compromettevano la temperatura al punto che, salendo ancora verso Les Arnaud, alcuni alloggi non avevano del tutto l’acqua calda.
Si disse che durante l’estate si sarebbe sistemata la rete di distribuzione, che si doveva avere pazienza perchè la situazione sarebbe migliorata con l’aumento delle temperature e risolta definitivamente con le riparazioni estive.
E’ passato un anno e a Bardonecchia non è cambiato nulla!
Già lo scorso weekend, con la discesa delle temperature, il teleriscaldamento è entrato in crisi mostrando le stesse criticità già tristemente note.
In questi giorni, più affollati per il ponte e l’apertura degli impianti da sci, la situazione è nuovamente precipitata con un coefficiente di gravità direttamente proporzionale alla distanza fra la centrale e la casa da riscaldare. Con alcune incomprensibili eccezioni: qualcuno al freddo e qualcuno al caldo in zone limitrofe.
Ci aspetta un altro inverno da incubo, dove chi è fortunato e può bruciare legna o pellet in qualche modo si salva, e gli altri possono anche andare a soggiornare altrove.
Cosa è stato fatto in questo anno per risolvere il problema?
Scende una lacrimuccia a pensare come Bardonecchia sia scesa in basso, quella che era considerata la Perla delle Alpi.
Adesso fra incuria, pressapochismo, eventi naturali estremi e cambiamento climatico (ma si, diamo la colpa anche a quello, che non si sbaglia mai!), siamo veramente caduti in basso.
Come la temperatura del nostro termometro!
Mi auguro che possiate dare risalto a questa nuova emergenza nella speranza che avvenga ancora un miracolo, che i gestori della centrale riescano nuovamente a trovare qualche grado in più da immettere in rete. Un altro pannicello caldo, insomma.

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5 COMMENTI

  1. Leggi questi articoli, poi leggi l’elenco dei paesi classificati come potenze mondiali e più industrializzati, nell’ elenco G7. Francia, Germania, Regno unito, Usa, Canada, Giappone, Italia, non sai se ridere o piangere, anche perché le lacrime sono finite da mo’.

  2. Condivido in toto la lettera sul teleriscaldamento. Ne sono vittima anch’io, avendo casa nella zona verso Les Arnauds. Venerdì 7 dicembre non riuscivo a raggiungere i 15 gradi. E dire che le temperature esterne sono fredde sì ma non ancora così rigide come sicuramente accadrà. Mi dicono che il volume di acqua che arriva in condominio dalla centrale del teleriscaldamento è insufficiente. Sopravvivo grazie all’ausilio di una stufa. Il tutto tra l’altro a costi fuori misura

  3. Tali situazioni di disagio profondo e freddo si verificano in Ucraina sotto il fuoco di una guerra.
    Ancora, si verificano in remote località montane poco abitate o in luoghi colpiti da fame e povertà.

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