di DON FRANCO TONDA (Parroco di Bardonecchia)
Lettera aperta a Fabrizio Gatti / Redazione L’Espresso
Gentile Dott. Gatti,in riferimento al suo ampio e documentato articolo, che l’ha portata a percorrere in lungo e largo l’Italia, investendo energie e denaro, dal titolo di bell’effetto “Io, profugo, cacciato dai preti” che, a mio avviso, avrebbe dovuto più correttamente intitolare “Io, falso profugo, cacciato dai preti”, desidero farla partecipe della mia interiore soddisfazione, quasi una piccola vittoria personale, per non essere caduto nell’ennesimo imbroglio tentato contro un prete.
Assai spesso, con motivazioni differenti, suonano alla porta falsi bisognosi, con l’intento di raggirare, circuire, ingannare e fare cadere “il prete” nella loro trappola truffaldina, per poi, forse, ridergli alle spalle, dopo avergli spillato del denaro.
In varie occasioni ho dovuto segnalare in Commissariato il passaggio di imbroglioni ben camuffati.
Ricordo bene l’incontro avuto con lei sulla porta di casa che, fin dalle prime parole, pur con la difficoltà della lingua (un tempo da queste parti si studiava il francese, non l’inglese), osservandola, qualcosa di lei non mi convinceva. Un profugo iracheno: ben curato, aspetto intellettuale, elegante, volto disteso, riposato; sguardo indagatore…e poi, com’è arrivato a Bardonecchia se dice di non avere dei soldi… dov’é la moglie, dove sono i figli di cui parla;… un profugo che non conosce una parola di italiano, come può avere letto o sentito dell’invito del Papa, di qualche giorno prima, rivolto alle strutture religiose circa l’accoglienza… Questi e altri i pensieri che si rincorrevano nella mia niente mentre la scrutavo “…sottolineando il no con l’indice…”… ed ancora: non sono forse le Prefetture che destinano i singoli e le famiglie di profughi a coloro che si rendono disponibili per accoglierli… Qualcosa non mi quadrava… che sia una bufala? Sa, l’esperienza pluridecennale a questo riguardo tempra le persone. Un mio predecessore, a metà ‘800, é stato ucciso con una serie di pugnalate, in questa stessa casa… vorrei evitare che la cosa si ripetesse. Se me lo permette, in considerazione della citazione evangelica da lei riportata, vorrei anch’io fare altrettanto, naturalmente portando acqua al mio mulino…”siate dunque prudenti come i serpenti e semplici come le colombe” (Mt.10,16).
Ogni giorno vengono consegnate borse di viveri, pagate utenze domestiche, offerti piccoli contributi…, ai veri bisognosi, all’occorrenza, pagata la camera in pensione convenzionata per trascorrere la notte, in quanto questa casa “con cinque finestre per lato e i gerani al balcone” che, oltre all’abitazione per il parroco, deve offrire dello spazio alle aule del catechismo e all’oratorio per i ragazzi, non é purtroppo adattabile per ospitare migranti» Circa l’accoglienza, già in passato, si era discusso varie volte, venendo alla determinazione, alla bisogna,di trovare una soluzione alternativa, pagando la spesa corrente in albergo.
Vi é un secondo aspetto, dettato dalla prudenza, che non deve essere sottovalutata. Quotidianamente vengono segnalate rapine e omicidi a danno di persone che, con troppa leggerezza, aprono la porta di casa a falsi dipendenti Enel, a falsi dipendenti del Gas, a falsi controllori di bollette e così via…In questa casa, tempo addietro, si sono presentati un falso giornalista…un falso rappresentante di oggetti sacri…un falso padre che voleva segnare un falso Battesimo per la figlia… e la lista potrebbe continuare (tutti segnalati in Commissariato)… che la fantasia degli imbroglioni porti anche a inventare dei falsi profughi?!
Per completezza: questa parrocchia, da circa due anni, collabora con una Cooperativa e cerca, con le forze che ha, di aiutare a integrare un gruppo di “veri” profughi nigeriani.
Mi permetto anche di rilevare: perché tanta acredine contro i preti…per colpire la Chiesa? Non é forse vero che se non ci fosse la presenza della Chiesa in tante opere di bene, facendo cosa può e come può, molta gente vagherebbe nel buio? Forse, anche in questo, Gesù nel Vangelo é stato lungimirante: “…sarete odiati da tutti a causa del mio nome”. E’ lo scotto da pagare, ma…”chi persevererà fino alla fine, questi sarà salvo”. (Mt. 10,22)
Creda, é sempre valido quell’antico detto: “Vivi e lascia vivere”. E, se uno é onesto con se stesso, é costretto ad abbassare lo sguardo al pensiero i di: “chi punta il dito contro un altro, ne ha almeno altri tre rivolti contro se stesso”.
La prossima volta, se vorrà tornare a trovarmi, venga onestamente, non sotto false spoglie, e, magari prendendo un caffé assieme, lei potrà conoscere meglio me e io meglio lei. Vedrà che ci capiremo.
Dimenticavo: alle mie spalle, quello che lei ha intravisto, non é un affresco bensì una vecchia tela raffigurante San Giuseppe, messa lì da qualche mio predecessore e che, tra l’altro, avrebbe bisogno di restauro.
Desidero anche precisare che la mia tonaca di bottoni ne conta ventiquattro, ci é andato vicino. Non me ne voglia.
Con osservanza
Don Franco Tonda
Appoggio completamente le parole di don Franco, che conosco personalmente da tempo; vorrei aggiungere solo che alcuni dei veri profughi che sono stati ospitati a Bardonecchia per alcuni mesi e che ora mi sembra alloggino a Susa, tutte le domeniche prendono il treno per venire a seguire messa da Don Franco. Penso che già questo possa testimoniare l’attenzione l’affetto che qui hanno ricevuto…
Ho assistito personalmente al battesimo di uno dei nigeriani. Grande don Franco, il giornalista vada a far gossip altrove.
Perfetto Don Franco, grande lo stile, la chiarezza, il contenuto. Di fonte ad un giornalismo d’accatto ( da falso accattone). Ebbene, il giornalista dell’Espresso – sempre che abbia voglia di fare inchieste serie – vada a Torino, chieda alla Caritas, che sta collocando almeno 750 profughi ( non 7 o 75) presso le varie parrocchie. Giusto per ricordare chi fa accoglienza.
Si ok, di falsi profughi e veri truffatori ce ne sono (questi ultimi per la verità proliferano da sempre e ovunque) ma perché non ammettere che questa volta, anche se usando un piccolo inganno che non è comunque delinquenza, è stata smascherata l’ipocrisia di una parte della chiesa? Brutto affermare “ti ho smascherato” in quel modo, brutto è leggere la serie di rintuzzanti e piccate frasi del parroco; che abbia fatto del bene nella sua vita nessuno lo nega ma questa volta ha fallito prima col giornalista al quale, se veramente lo avesse capito subito, poteva immediatamente dire di togliersi la maschera e una seconda volta con questa lettera piena di sicumera. Non per nulla Papa Francesco sta cercando di scuotere un po’ di polvere nelle curie del mondo.
Sacerdote scaltro ed indagatore.
Promozione sul campo e trasferimento come inquirente al Vaticano(Piani alti).
Risultati delle indagini comunicate all’Espresso e per conoscenza all’ Avvenire.