BARDONECCHIA E LE PRESUNTE MOLESTIE AL SINDACO: PARLA L’AVVOCATO DIFENSORE DI LOVERA

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RICEVIAMO E PUBBLICHIAMO LE COMUNICAZIONI DELL’AVVOCATO MARIA GRAZIA STRAMBI FERRINI

BARDONECCHIA – L’impianto accusatorio inizialmente prospettato dal Pubblico Ministero, ove il dott. Lovera si vedeva accusato di violenza sessuale e di atti persecutori contro la prima cittadina, è stato subito smontato dallo stesso Tribunale del riesame e prima ancora dal Gip del Tribunale di Torino. Entrambi hanno ritenuto che non si possa configurare né l’uno né l’altro reato e che pertanto, nessuna misura misura potesse essere applicata. Nonostante la battuta d’arresto imposta dal Tribunale, con motivazioni chiare e lapidarie che, a mio modesto parere, avevano già liquidato la questione, la Procura ha ritenuto di chiedere comunque il rinvio a giudizio dell’ex Comandante per il reato di molestie ritenendo che la prima cittadina sia stata vittima, se non di violenza sessuale o stalking, di un corteggiamento “fastidioso” e non gradito messo in atto dall’ex Comandante. C’è però una fitta messaggistica intercorsa con la sedicente vittima che, a parere della difesa, va a smentire l’ipotesi, facendo emergere una presunta complicità e confidenzialità tra i due protagonisti della vicenda. Ora. Trattandosi di un reato contravvenzionale, la vicenda penale potrebbe essere facilmente risolta con il pagamento di un’ammenda. Ma non è questo il punto. Il punto è che non si possa andare a giudizio per un bacio sulla guancia o per un gentil complimento tra persone adulte sufficientemente strutturate per dare ad essi il giusto peso e se del caso per respingere un’avance non gradita. Se di questo trattasi. Se così fosse sarebbero a rischio i rapporti umani. Se così fosse, sarebbero a rischio di contestazione penale i gesti che fanno parte della consuetudine o giustificati dal grado di confidenzialità che le parti possono avere in un dato momento e che solo a posteriori vengono interpretati dalle sedicenti vittime in base a ragionamenti di pura convenienza, che nulla hanno a che vedere con la tutela della persona.
Dopo il predetto episodio il dott. Lovera è stato letteralmente isolato nel proprio ambiente lavorativo, su di esso e financo su vicende riguardanti la di lui vita privata, si è voluto indagare, con foga inquisitoria, fino ad arrivare alla formulazione di accuse a cascata dalla frode all’assicurazione per una vicenda privata, al falso ideologico delle schede di valutazione fino al peculato. Tutti reati che hanno una portata dirompente. L’accusa di frode all’assicurazione è stata chiarita direttamente con l’assicurazione. L’accusa di falso ideologico delle schede di valutazione verrà chiarita in sede giudiziaria. Su di essa già il Giudice delle indagini preliminari del Tribunale di Torino, si era espresso in termini negativi ritenendo che l’ipotesi non fosse configurabile. L’accusa di peculato riguarda un monopattino, pervenuto al Comune di Bardonecchia a titolo gratuito, quale premio di un concorso, che secondo l’accusa, il Comandante avrebbe utilizzato per scopo personale. Ora si pensi a quale possa essere l’utilizzo di un monopattino in un comune montano e subito se ne comprende lo spessore. Il monopattino è ancora a tutt’oggi presso il magazzino comunale.
Il mio assistito che ha vissuto gli ultimi mesi tra l’incredulità e lo sgomento di quanto gli fosse accaduto, riserva ogni azione a tutela della propria persona in quanto lavoratore e padre di famiglia, ritenendosi vittima incolpevole di una accanimento accusatorio che gli ha creato gravi danni alla propria immagine, oltre che un isolamento nell’ambiente lavorativo, con gravi ripercussioni sulla propria salute. Ci sarà tempo e modo per chiarire ogni aspetto. Massima fiducia nella magistratura che fino ad oggi ha già ampiamente colto le criticità di un impianto accusatorio assai fragile.

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3 COMMENTI

  1. Dopo che hanno assolto e risarcito il “vigile che bollava in mutande a San Remo”, al dott. Lovera, quando rientrerà in servizio, dovrebbero almeno fargli una festa.

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