di MAURA BRONDOLIN
Al sindaco di Bardonecchia, prof. Roberto Borgis, all’assessore Piera Cicconi, al Consiglio di Amministrazione all’Associazione Scuola dell’ Infanzia di Bardonecchia
Mi permetto di sottoporre alla Vostra attenzione una mia personale riflessione, nata in seguito a colloqui avuti con genitori di bambini in età prescolare ed ad un mio personale colloquio intercorso in data 09/11/2015 tra me ed il Sig. Cristiano Paisio, attuale Presidente del Consiglio di Amministrazione della scuola Dell’ Infanzia “Don Bellando di Bardonecchia” in presenza della Tesoriera Sig.ra Valentina Minasso.
Visto che nel corso del colloquio mi è stato chiesto se conoscessi le normative riguardanti le scuole paritarie, vorrei risottoporre alla V.A.attenzione alcune norme che regolano appunto la scuola paritaria nel nostro ordinamento, visto che la suddetta Scuola è riconosciuta come tale ai sensi della legge n. 62 del 10/03/2000.
La scuola paritaria svolge un servizio pubblico, improntato ai principi costituzionali ed è aperta a tutti. Il progetto educativo identifica la singola scuola esprimendo l’eventuale orientamento culturale e/o religioso. Il piano dell’offerta formativa determina il curricolo obbligatorio per gli alunni (nella quota definita a livello nazionale e nella quota riservata) e programma le attività extracurricolari.Il riconoscimento della parità esige che il servizio scolastico erogato corrisponda agli ordinamenti generali dell’istruzione, sia coerente con la domanda formativa delle famiglie e sia caratterizzato da requisiti di qualità ed efficacia.
Alle scuole paritarie è garantita piena libertà per quanto concerne l’orientamento culturale, l’indirizzo pedagogico-didattico e il progetto educativo che da essi discende. L’insegnamento, tenuto conto del progetto educativo della scuola, deve essere iniprontato ai principi di libertà, secondo il primo comma dell’articolo 33 della Costituzione. Agli insegnanti, all’atto della nomina, può essere chiesto il rispetto del progetto educativo della scuole.
Detto questo ci terrei a precisare che l’Associazione Scuola materna di Bardonecchia non trattasi di Ente Privato, ma bensì di Associazione a scopo sociale,come definito in Statuto ed Atto Costitutivo
Gli atti costitutivi e gli statuti delle associazioni di promozione sociale debbono prevedere, oltre alla denominazione, all’oggetto sociale, all’attribuzione della rappresentanza legale dell’associazione, alle regole per l’ammissione degli associati e la loro esclusione, l’assenza di fini di lucro, sia diretti che indiretti, l’obbligo di reinvestire l’eventuale avanzo di gestione a favore delle attività istituzionali dedotte in statuto, norme sull’ordinamento interno ispirate a principi di democrazia e di uguaglianza dei diritti di tutti gli associati, nonché l’obbligo di redazione di rendiconti economico-finanziari (art. 3, l. n. 383/2000).
Le associazioni di promozione sociale sono dunque caratterizzate dallo svolgimento di attività di utilità sociale a favore sia di associati che di terzi prevalentemente attraverso attività prestate in forma volontaria, libera e gratuita da parte dei propri associati, ma con la possibilità di avvalersi di prestazioni di lavoratori dipendenti o autonomi, ricorrendo anche a propri associati
La scuola trae sostentamento dalle quote associative dei bimbi frequentanti, dai contributi dello Stato,della Regione e del Comune che concede in comodato d’ uso i locali e se ne accolla tutte le spese di gestione e di manutenzione ordinaria e straordinaria.
In virtù di quanto elencato sopra, mi appello come semplice cittadina, non più facente parte dell’ associazione Scuola Materna da anni ma essendone stata parte in passato ed avendone quindi vissuto la realtà oggettiva, alle normative della nostra Costituzione che sancisce e regola il diritto di ogni fanciullo all’istruzione ed all’educazione, senza discriminazione alcuna, né per razza, né per religione, né per condizione economico-sociale, sottolineando
i principi fondamentali dei diritti all’ infanzia sanciti dalla Convenzione sui diritti dell’ infanzia:
- a) Non discriminazione (art. 2): i diritti sanciti dalla Convenzione devono essere garantiti a tutti i minori, senza distinzione di razza, sesso, lingua, religione, opinione del bambino/adolescente o dei genitori.
- b) Superiore interesse (art. 3): in ogni legge, provvedimento, iniziativa pubblica o privata e in ogni situazione problematica, l’interesse del bambino/adolescente deve avere la priorità.
- c) Diritto alla vita, alla sopravvivenza e allo sviluppo del bambino (art. 6): gli Stati decono impegnare il massimo delle risorse disponibili per tutelare la vita e il sano sviluppo dei bambini, anche tramite la cooperazione tra Stati.
- d) Ascolto delle opinioni del minore (art. 12): prevede il diritto dei bambini a essere ascoltati in tutti i processi decisionali che li riguardano, e il corrispondente dovere, per gli adulti, di tenerne in adeguata considerazione le opinioni.
L’Italia ha ratificato la Convenzione con Legge n. 176 del 27 maggio 1991 e ha fino ad oggi presentato al Comitato sui Diritti dell’Infanzia quattro Rapporti.
Chiedo quindi alle signoria vostra Un maggior impegno da parte del Comune di Bardonecchia come socio onorario dell’ Associazione e sostenitore finanziario in seguito a delibera n.2 del 14/01/2015 e come rappresentante dello Stato nel far si che i diritti fondamentali sanciti dalla Costituzione e Convenzione relativa ai diritti dei fanciulli vengano rispettati, che quindi vengano riviste le normative ISEE relative agli scaglioni di reddito necessarie per l’accesso, e lo stabilire le quote di partecipazione dei soci dell’ Associazione Scuola dell’ Infanzia tenendo conto delle normative ISEE dettate dalla Regione Piemonte per il diritto allo studio in relazione alla situazione economica delle famiglie più disagiate, rispettando quindi il principio di non discriminazione e di tutela dl fanciullo,anche in età pre-scuola dell’ obbligo, rispettando il suo diritto all’educazione ed all’inserimento sociale pre-scolastico, ribadendo l’ essere l’Associazione Scuola dell’ Infanzia un organismo di utilità sociale, nato per sopperire alla mancanza di un servizio di scuola materna pubblica o comunale non esiistente sul territorio.
Da cittadina di Bardonecchia e dello Stato Italiano, non accetto assolutamente che mi venga detto dai presenti al colloquio del 09/11/2015 rappressentanti il Consiglio d’ Amministrazione della suddetta scuola, che questa sia un’ azienda privata e che se non mi sta bene, di rivolgermi alla struttura pubblica dei paesi adiacenti, dove i bambini chiedendone l’ accesso sarebbero comunque penalizzati nella graduatoria dalla non residenza e dai pochi posti disponibili, sottolineo quindi nuovamente la finalità di nascita dell’ Associazione presente sul territorio, che in virtù del suo Statuto usufruisce di benefici fiscali proprio in virtù dello scopo di utiilà sociale e non lucro, invito gli organi competenti a prendere atto di detta situazione.
Ribadisco il mio totale disinteresse personale non avendo io più la necessità di usufruire di tale servizio, ma essendo io cittadina italiana, difendendo semplicemente un diritto costituzionale.
In attesa di un Vostro cortese riscontro, porgo i miei più Cordiali saluti