Una diffida al sindaco Borgis perché convoca i consigli comunali in orari “lavorativi”, alle 5 del pomeriggio. E’ questa l’ultima azione intrapresa da tutti e cinque i consiglieri di opposizione (Pelle, Borsotti, Guiffre, Di Pascale e Brino) nei confronti del primo cittadino. La “diffida ad adempiere” è stata consegnata in Comune ieri pomeriggio, e inviata per conoscenza anche al Prefetto di Torino, Paola Basilone. “Ho trasmesso al prefetto la copia della lettera inviata al sindaco e al segretario del Comune di Bardonecchia – spiega il consigliere di opposizione Maurizio Pelle – la diffida in oggetto, scaturisce dalla convinzione che sia in atto una “strategia” nel convocare i Consigli in orari in cui la più parte dei Consiglieri e anche di Cittadini non possono partecipare per ragioni di lavoro”. Su che basi Pelle fa tali affermazioni? “Tale convinzione trova fondamento nel numero di assenze che si sono prodotte in tutti gli ultimi Consigli Comunali, 3 o 4 se ben ricordo, convocati in orari diversi dal solito. Si era convenuto in Consiglio stesso a inizio mandato che l’orario più consono per tutti era alle ore 21, dopo cena”. La goccia che ha fatto traboccare il vaso, per i consiglieri di opposizione, è proprio l’ultima convocazione al consiglio comunale del 7 febbraio, proprio alle ore 17. Perché questo consiglio era stato richiesto e convocato su precisa richiesta delle minoranze: “La convocazione citata è nata da un’iniziativa dei Consiglieri sottoscrittori, per discutere un argomento che richiede il coinvolgimento della cittadinanza – afferma Pelle – si discuteranno varie nostre interpellanze, che abbiamo fatto per affrontare problemi reali della vita di Bardonecchia. Ma se le riunioni vengono fatte alle 5 del pomeriggio, come fanno i cittadini a partecipare? Tra uffici e negozi aperti, tenendo conto che siamo nel pieno della stagione invernale, in pochi possono liberarsi a quell’ora e ascoltare cosa ha da dire il Comune. Già l’amministrazione ha tolto la pagina Facebook dedicata ai cittadini. Forse il sindaco ha paura del confronto?”. Ma perché chiamare in causa il prefetto di Torino? “Considerato che questo metodo si sta ormai consolidando – risponde Pelle – riteniamo sia necessario un suo intervento, per richiamare le varie funzioni al rispetto delle regole”. Nella diffida, i cinque consiglieri cittano l’articolo 38 del decreto legislativo n.267/2000, che recita “le sedute del consiglio…si tengono preferibilmetne in un arco temporale non coincidente con l’orario di lavoro dei partecipanti”. A tal proposito, un consigliere comunale della maggioranza aveva detto che la variazione di orario dalle 21 alle 17 era dovuta alla “sua esplicita richiesta per ragioni di salute”, ma secondo i cinque consiglieri “è una richiesta comprensibile, ma non prevista dalla legge, e secondo lo stesso sindaco a novembre aveva detto che si trattava di un’eccezionalità”. Con questa diffida i consiglieri “chiedono al sindaco di adempiere a quanto previsto dalla legge e dal regolamento, revocando la convocazione del consiglio comunale del 7 febbraio”, riconvocandolo in un orario differente.