BARDONECCHIA PUNTA SUL TURISMO CINESE / L’OBIETTIVO E’ IL 2017

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Sono il 20% della popolazione mondiale, quasi un miliardo e mezzo di persone, la loro visione del mondo si sta aprendo sempre più e vogliono scoprire l’Occidente, rimanendo però ancorati alle loro antiche tradizioni e usanze: i cinesi, o quantomeno una loro piccola parte (che sarebbe già una parte consistente), vorrebbero viaggiare e conoscere l’Europa, dalla Svizzera, all’Austria, alla Francia, fino a giungere in Italia, addirittura a Bardonecchia.

Sarebbe un dato in particolare, ad aver fatto sorgere nel Comune di Bardonecchia e nei pensieri degli albergatori del posto, la convinzione di poter intercettare una fetta del mercato turistico del Paese più popoloso del mondo: 16 sono i milioni di cinesi sciatori, con la passione o almeno l’interesse per la montagna e per tutto ciò che proprio i nostri territori potrebbero offrire loro.

Spiega Giorgio Montabone, durante la conferenza di ieri nella sala consigliare: “Tutti parlano della Cina come il futuro del turismo internazionale, molti albergatori sostengono che il turismo cinese sarà il vero protagonista per tutto il mondo – continua il presidente dell’associazione albergatori di Bardonecchia – incredibilmente, nessuna stazione turistica invernale italiana è ancora riuscita ad intercettare il turismo cinese, che pare sia fondamentale, soprattutto in vista delle olimpiadi invernali a Pechino nel 2022”.

All’incontro era presente una varia rappresentanza di attività, tra alberghi, scuole di sci, impianti di risalita, oltre ad una decina di commercianti di Bardonecchia.

Anche il sindaco Borgis è intervenuto: “È davvero un mercato importante quello cinese e gli sport legati al mondo della neve, sono un elemento da sfruttare dal punto di vista di prestigio sociale. Dobbiamo lavorare insieme in direzione del turismo”.

Per dirigere gli albergatori, i commercianti e tutte le attività verso questo possibile – e parrebbe proficuo – nuovo sbocco lavorativo, gli albergatori guidati da Montabone si sono rivolti ad alcuni specialisti del turismo, del marketing e della cultura cinese in generale.

Angelo Feltrin, dell’organo regionale CEIP (centro estero per l’internazionalizzazione), espone al pubblico presente in sala il primo progetto, un tentativo pensato per stuzzicare l’interesse dei cinesi: “Tra 10 giorni partiamo: è la prima volta che la Regione Piemonte si presenta direttamente in Cina”.

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Alcuni rappresentati del centro, insieme alla sinologa Antonella Decandia, studiosa e specialista del mondo cinese, dalla lingua alle usanze più particolari, si recheranno alla fiera di Kunming, per incontrare i vari tour operator e presentare loro il Piemonte, le sue potenzialità e le realtà che può offrire.

“I cinesi stanno chiedendo alternative: Roma, Firenze e Venezia rappresentano lo zoccolo duro d’Italia, già visto e rivisto anche da loro. Oggi chiedono nuove realtà, noi potremmo essere la giusta destinazione”.

Questo viaggio dovrebbe servire per creare dei database di operatori cinesi, eventualmente interessati al turismo in Piemonte, anche quello invernale, che maggiormente interessa a Bardonecchia.

“L’idea è quella di trovare dei fondi con l’aiuto della Regione e fare venire il prossimo anno dei gruppi di turisti cinesi: dobbiamo farci conoscere tramite l’educazione, giornate di formazione e promozione del territorio, cercando di assecondare le loro volontà”.

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Essendo una cultura molto lontana dalla nostra, chi si interfaccerà con questo popolo, dovrà seguire precise regole, come ci spiega la Decandia: “Per i cinesi, il paesaggio è associato ad una poesia, ad romanzo o un racconto, occorre creare una storia per supportare la destinazione – e continua – nel contempo, si devono offrire i punti salienti del territorio in rapida successione: i cinesi hanno poco tempo, devono vivere molte esperienze in qualche giorno, appena un week end lungo. Lavorano per viaggiare, e spesso collegano il viaggio alla narrazione, senza mai dimenticare le loro abitudini”.

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Abitudini alle quali dovremmo abituarci: porgere il biglietto da visita con entrambe le mani, preparare volantini in lingua cinese, offrire loro zuppe calde a colazione, condividere i pranzi e le cene come se fossero dei buffet, rispettare i ruoli e le gerarchie sociali, congedarsi subito dopo il convivio senza perdersi in chiacchiere, salutare con l’inchino…. E molto altro ancora!

L’assessore regionale al turismo, Riccardo Porcellana, spiega infine a grandi linee come sono i rapporti Italia-Cina: “Cosa significa oggi il turismo cinese in Piemonte? Non è un turismo significativo: abbiamo avuto 60mila presenze nel 2014, non si tratta di un peso relativo, però c’è stato il 37% in più dal 2013: sta crescendo l’attenzione, soprattutto grazie all’ Expo La Cina è uno dei paesi con cui abbiamo lavorato di più: se vogliamo tessere nuovi legami, dobbiamo puntare su un turismo di qualità”. Conclude ancora Porcellana: “È un percorso in evoluzione, le future olimpiadi invernali di Pechino nel 2022 offrono un motivo in più per far conoscere loro la nostra esperienza; parliamo di una popolazione non abituata a viaggiare, si sta occidentalizzando lentamente. Occorre promuovere il “sistema Piemonte”, non il singolo Paese: l’arte, la cultura, il cibo, la montagna sono tutti elementi importanti da valorizzare”.

Oggi dunque si va per seminare e “a Bardonecchia i frutti arriveranno nel 2017”, come assicurano dalla Regione.

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