BARDONECCHIA RICORDA FRANCO TORRI: “MAESTRO DI CALCIO, SE NE VA UN PEZZO IMPORTANTE DELLA NOSTRA VITA”

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di MAURIZIO PIACENTINI 

Ciao Franco, ciao “Barbatorri”, con te se ne va un pezzo importante della nostra vita.

Parlo, e credo che tutti saranno d’accordo, a nome dei componenti della A.C. Bardonecchia, dei giocatori, degli accompagnatori, dei Dirigenti e degli amici che ti conoscevano. Correvano gli anni tra il 1970 ed il 1990 e tu sei sempre stato il più irriducibile sostenitore e promotore di quel calcio, prima giocato sul campo, e poi raccontato e commentato animatamente in Paese, in piazza, al bar o in discoteca. Quel calcio che, per la nostra generazione, cresciuta senza internet e senza telefonino, fu un incredibile strumento di aggregazione ed una palestra di vita di straordinaria importanza.

Eravamo soprattutto un gruppo di amici che riuscivi a coinvolgere in decine di tornei, estivi, invernali, “dei bar”, delle “forze armate”, diurni o notturni, in Alta o Bassa Valle di Susa. Ci hai spronati e convinti ad autotassarci per pagare l’iscrizione al campionato di terza categoria in Federazione. Sei sempre stato il primo a contribuire e, quando andavi a Torino per il negozio che gestivi, tornavi con 2 o 3 palloni nuovi, anche se di soldi, nella cassa comune, non ce ne erano più. “Poi me li darete…” dicevi scherzandoci sopra. A causa della neve, le partite “in casa”, le giocavamo a Condove. Memore dei tuoi trascorsi calcistici in quel di Bussoleno, ogni tanto, per rinforzare la squadra, ripescavi vecchi compagni di gioco come “Fulmine”, “Delmo” eGiuanin”.

Mentre scrivo mi vengono in mente dei flash: tua mamma che ci lavava le divise sporche di fango, Renzino e Gigi che negli spogliatoi, a fine partita, raccoglievano magliette, calzettoni e calzoncini facendo attenzione a non dimenticarne perché avevamo solo quelle. Finivamo il girone di andata in testa alla classifica, poi, dopo la pausa natalizia, ci mancavano “gli atleti sciatori”, i “maestri di sci”, i “poliziotti e finanzieri” e quelli “impegnati nelle attività turistiche”. Le prime giornate del girone di ritorno prendevamo delle sonore batoste presentandoci in campo con 8 o 9 giocatori.

Ma sono stati degli anni bellissimi.

Era il 29 aprile 1979. Il calendario della F.I.G.C. prevedeva il derby tra le due squadre di Bardonecchia, l’A.C. Bardonecchia e la Juve Alpi. Ma era anche il giorno del mio matrimonio e tutta la squadra era invitata. Decidesti che avremmo perso la partita 2 a zero, a tavolino, ma fu una festa memorabile. Anche quando tutti abbiamo attaccato le scarpette al chiodo tu hai continuato a dedicarti, anima e corpo, al calcio, ai ragazzi, ai campionati a cui partecipare. Giocando con le parole di dicevo che eri nato per fare l”allenatorri”.

Dove sei adesso, al posto delle pietraie su cui spesso abbiamo giocato, ci saranno dei campi da calcio bellissimi, dei ragazzi da allenare e dei tornei da organizzare.

Grazie per quello che hai fatto, grazie da parte di tutti noi.

(Foto dalla pagina Facebook di Fabio Cappiello)

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