di ROBERTO SERRA (Ex sindaco di Cesana)
CESANA TORINESE – Nei primi mesi di quest’anno iniziarono a circolare le prime voci su una possibile candidatura di Torino per le Olimpiadi del 2026. Immediatamente si scatenarono entusiasmi e polemiche. Alla fine, sostanzialmente, emerse un orientamento contraddittorio e confuso. Chi la “voleva cotta” chi la “voleva cruda”. I comuni olimpici immediatamente accarezzarono l’idea di ripercorrere gli indimenticabili momenti di Torino 2006 con il remoto e sommerso pensiero di rimettere anche un “taccone” ai numerosi errori emersi drammaticamente nel post olimpico. Ancora oggi molti comuni portano pesanti conseguenze sia in termini finanziari che ambientali.
Accenno e sorvolo sui dettagli.
Pista di bob: ultima gara nel 2011 (conclusione del programma concordato dal sottoscritto, allora sindaco olimpico). Dopo? Il nulla, solo parole e “fuffa”: Coverciano della neve, Club Med e alte amenità servirono per distrarre l’attenzione dei cittadini intanto l’impianto in balia a ladri e vandali e stato praticamente distrutto. Dimenticavo: nelle analisi del post olimpico si era affrontato anche l’ipotesi del ripristino dei luoghi, era emerso che con una manciata milioni era possibile ricreare la situazione ante operam. Per la precisione era stato valutato il costo 16 milioni di euro per la “rinaturalizzazione” dei luoghi.
Tanto per anticipare le solite polemiche, si eviti di parlare di errori di posizionamento del tracciato. È sufficiente rileggere i verbali della Cabina di Regia di allora per avere riscontrare i motivi che avevano indotto il Toroc a scegliere l’ubicazione attuale della pista. Ricordo che le scelte tecniche erano di esclusiva competenza Toroc. Visto che nella candidatura il bob è previsto a Cortina d’Ampezzo, al rudere di Cesana Torinese chi ci pensa? Mah!
Per quanto riguarda il freestyle di Sauze, stesso problema e stesso discorso. In questo caso, a differenza di Cesana Torinese, la localizzazione fu totalmente sbagliata e quindi impianto chiuso al termine dei Giochi Olimpici Invernali.
Pista di biathlon, ottimo tracciato ma purtroppo la totale indifferenza delle amministrazioni e totale disinteresse dei cittadini, portò al 2010 allo smantellamento senza neppure prendere minimamente in considerazione nessuno dei progetti integrativi di valorizzazione giacenti in qualche cassetto comunale. Soluzione buttiamo via tutto è costruiamo per la modica cifra di 600.000 euro sei campi da tennis. Siccome allora ero assessore al Turismo di Pragelato, pur di “sistemare” la situazione le attrezzature furono temporaneamente cedute dalla Fondazione 20 marzo (titolare della proprietà) a Interselva. Addirittura il “pacchetto” fu completato con la dotazione di cannoni per la neve artificiale provenienti dai trampolini di Pragelato.
A questa panoramica aggiungiamo il totale abbandono o lo scarso utilizzo del Moi (ospitalità migranti) e l’inutilizzo delle arcate a Torino. Per non parlare dell’Oval (ancora ora si sta pensando di come utilizzarlo), lo scenario diventa veramente deludente.
A questo aggiungiamo che l’amministrazione comunale di Torino è divisa e perplessa, mi chiedo veramente, perché dobbiamo lamentarci se veniamo ben poco considerati nel dossier di candidatura? Tanto per darci un contentino e dare maggior importanza alla candidatura è ovvio e qualificante presentare Torino e Sestriere nel dossier ma nulla più.
A proposito: a dodici anni dalle olimpiadi di Torino 2006 non si è ancora riuscito a spendere il “tesoretto post olimpico” e questo la dice anche lunga sugli interessi di bottega dei singoli comuni e capacità imprenditoriale “pubblica” piemontese.
A questo punto, della famosa eredità post olimpica cosa è rimasto? Certamente un meraviglioso ricordo per coloro che l’hanno vissuta. Torino e le Valli olimpiche turisticamente hanno fatto un importante salto di qualità, ma purtroppo a 12 anni da quei fantastici giorni quasi tutto è dimenticato quasi tutto è “passato”.
Con sedici milioni potremmo farci un campo da golf da 36 buche senza il solito corollario di villette al seguito.
La “rinaturalizzazione” risulterebbe poco naturale ma sicuramente di bell’effetto estetico e turisticamente attrattiva.
con che coraggio parla di tesoretto olimpico non speso, quando ci sono dei fornitori del 2006 che non sono stati pagati e sono falliti?
questo dimostra che come al solito, nelle grandi opere c’è qualcuno che ci mangia e gli altri si devono arrangiare e si ritrovano solo dei problemi da gestire!
Come sempre,in Italia finito il fragore dell’avvenimento tutto viene dimenticato,ma non gli interessi economici, piccoli e grandi che continuano a girare attorno alla spartizione, senza dire dell’incompetenza di molti addetti! Ciao Roberto!