Sul caso del bimbo di 7 anni picchiato da un compagno, e la succesiva decisone dei genitori di denunciare la scuola e gli insegnanti, ora scrive a ValsusaOggi la dirigente scolastica dell’istituto comprensivo della bassa Val Susa coinvolto. “Non è questa la sede per discutere di episodi che rischiano di ledere la dignità e l’operato di chi, quotidianamente, lavora per il bene dei bambini loro affidati – si difende la preside – è più rumoroso un albero che cade di una foresta che cresce, ma al di là di notizie sensazionalistiche, volte alla ricerca di audience piuttosto che alla ricerca di una trasparente e corretta comunicazione, è mio parere che la “notizia” debba essere sempre comunicata in tutte le sue sfaccettature”. E quindi? “Ho inviato tutta la documentazione inerente il caso agli organi competenti – dice la dirigente – la scuola non ha tralasciato nulla e, sinceramente, non vedo come questa sterile polemica possa essere d’aiuto al bambino in questione, a cui auguro un sereno inserimento nella nuova scuola, al di là delle chiacchiere che, purtroppo, continuano a girare intorno a lui ed alla sua storia”.
Più che chiacchiere, cara preside, questi sono fatti. Che vedono protagonista un bimbo di 7 anni che ha subito più volte situazioni spiacevoli, e botte, in un luogo dove dovrebbe essere tutelato, ossia la scuola. Attendiamo l’esito della denuncia presentata dai genitori, ma ci permettiamo di suggerire una riflessione alla preside: più che prendersela per i pezzi che escono sui giornali, la cosa migliore sarebbe riflettere su quanto accaduto, e porsi un paio di domande.