BARDONECCHIA – Il caso diplomatico tra Italia e Francia scoppiato venerdì scorso a Bardonecchia è nato da una semplice ragione: un “malinteso” sull’utilizzo della sala che un tempo ospitava l’ex dogana francese, ma che è stata data in concessione al Comune dal mese di dicembre 2017 per la creazione del punto informativo per i migranti (gestito dai mediatori culturali di Recosol).
Quei locali appartengono a Rfi (Rete Ferroviaria Italiana): decenni fa ospitavano la dogana francese e da tempo sono inutilizzati. Fino al dicembre 2017 erano stati assegnati in concessione d’uso alla polizia di stato, poi le ferrovie li hanno dati al Comune di Bardonecchia per gestire l’emergenza migranti. Il Comune aveva fatto richiesta ad aprile dello scorso anno.
“Fa strano che i francesi rivendichino questi locali della stazione di Bardonecchia, dopo che per 26 anni non li hanno più utilizzati – spiega il sindaco Avato – nel verbale di concessione che il Comune ha firmato con Rfi, non si fa riferimento da nessuna parte alla dogana francese. Probabilmente perché in realtà le forze dell’ordine transalpine hanno abbandonato da tempo quelle stanze, che ormai erano vuote e inutilizzate”.
Le ferrovie hanno assegnato le stanze al Comune (proprio perché da anni i doganieri le avevano abbandonate) e nessuno lo avrebbe detto formalmente alle forze dell’ordine francesi.
Il malinteso è stato confermato dal ministro francese Gérald Darmanin in un’intervista pubblicata oggi dal Corriere della Sera: «Credo si tratti di un incidente increscioso, nato da un malinteso tra i doganieri francesi e le ferrovie italiane sull’uso del locale nella stazione di Bardonecchia. In base alle informazioni a nostra disposizione, sappiamo che una squadra ferroviaria delle dogane francesi ha effettuato un controllo su un cittadino nigeriano residente in Italia, nell’ambito della lotta al traffico di stupefacenti. Si trattava di un controllo doganale di routine ma le condizioni nelle quali si è effettuato sono state percepite, dall’altra parte delle Alpi, come un’offesa alla sovranità italiana e questo ha suscitato una grande emozione. Da venerdì ho seguito di persona gli sviluppi di questa vicenda. Ne ho informato il Presidente della Repubblica e ci sono stati contatti molto stretti con il governo italiano. La Francia è molto attaccata alla cooperazione con l’Italia e voglio sottolineare l’eccellenza della nostra cooperazione doganale, a beneficio di entrambi i Paesi. L’ho detto, l’Italia è un partner essenziale, una nazione sorella: non si è in alcun modo trattato di attentare alla sua sovranità. Mi rammarico che questo incidente sia stato avvertito in questo modo. Ho chiesto al direttore generale delle dogane francesi di andare già questa settimana in Italia. Io stesso verrò poco dopo, lunedì 16 aprile, perché la nostra cooperazione transfrontaliera continui in modo efficace e con fiducia reciproca».
Eppure questa giustificazione non convince l’Italia. Proprio alcuni giorni fa la Farnesina aveva reso noto che “Le dogane francesi erano state messe al corrente che i locali della stazione di Bardonecchia, precedentemente accessibili ai loro agenti, non lo sono più, essendo adesso occupati da una organizzazione non governativa a scopo umanitario. Peraltro proprio per discutere insieme della questione, i due Paesi avevano deciso di incontrarsi presso la Prefettura di Torino il prossimo 16 aprile a livello tecnico».
Infatti NON E’ UN MALINTESO come si vuole ORA chetare l’opinione pubbliche è UN ABUSO BELLO E BUONO e per tutti gli affigliati numerosi di FN della valle è uno sputo in faccia, MA COME LORO ABITUDINE ……… CODA IN MEZZO ALLE GAMBE E TESTA BASSA siete una banda di cacasotto.
La grandeur transalpina genera spesso piccoli napoleoni nostalgici della campagna d’Italia.
Peccato che in quell’occasione entrarono dal Gran San Bernardo dopo aver calpestato senza troppi riguardi un pezzo di Svizzera.
Le scuse, anche se pasticciate e confuse, chiudono la bocca ai fascio leghisti xenofobi nostrani che tanto hanno plaudito l’incursione del gendarmi francesi.
E ora passiamo al contrattacco e riprendiamoci la Valle Stretta, il Moncenisio e anche lo Chaberton.
Sindaco, non e’ vero che non usavano i locali da 28 anni vero che li hanno usati perchr” a loro assegnati loro da 28 anni, in stazione a Bardonecchis la dogana francesr si e’ vista anche solo pochissimi mesi fa.
Meglio se li tengono i francesi,
altrimenti crescono i condomìni da periferia urbana degradata,
come in certi nostri ex bei posti.
E ci possiamo andare quando ci pare, no?
È un malinteso o un’ingerenza solo per Ong, sindaco e opinionisti vari disinformati e in malafede. Si tratta di un normale controllo basato su una reciproca collaborazione di cui dovremmo essere felici e grati ai francesi.
Bravo Andrea, la malafede e’ nell’ong la cattiva informazione e la figuraccia l’ abbiamo fatta noi italiani inteso in chi ci rappresenta ed e’ intervenuto urlano alla gravita’ dell’invasione francese senza sapere dei vari trattati e accordi tra Stati risalenti a prima e dopo l’apertura delle frontiere del 1993.
Non ho mai difeso i francesi sulla loro politica dellattuale fenomeno migrante,
sono scelte inaccettabili.
Nel caso specifico e’ stato un controllo antidroga, sui treni internazionali quasi giornalmente sia la polizia italiana (al bisogno sconfinando fino a Modane)sia i francesi trovano corrieri della droga e in alta percentuale proprio di nazionalita’ nigeriana.
Come mai l’Ong ostacolava tale operazione di controllo?
Ammettiamo pure il malintese di chi aveva in uso i locali, dove era il problema da parte dell’Ong farli usare per alcuni minuti dalla Dogana Francese? Ho dovevano far urinare il passeggero del Tgv per strada o in sala d’aspetto della stazione?
Son convinta che il comportamento dell’Ong e’ stato solo innoporturo e pericoliso.
Invece di cercare di migliorare la gia’ ottima cooperazione tra Stati rischiamo di creare un caso pericoloso, problematico per tamponare le gia’ grosse lacune post 1993 a tutela dei due Stati e contro ogni forma delinquenzale e frodi fiscali dovute a una mancanza totale di controlli tra i due paesi comunitari.
Penelope alla guerra, opera d’esordio di Oriana Fallaci.
In questo caso alla guerra contro una Ong nota per impegno e correttezza istituzionale.
Una semplice domanda, quale attendibilità avrebbe mai potuto avere in qualsiasi tribunale la pisciatina prelevata in quel modo?
Ottima l’idea del contrattacco proposta da Fatevisolofurbi ma preferirei Mentone e la Costa Azzurra ai quattro sassi spigolosi da lui proposti.
poi si stupiscono se fanno gli attentati in Francia!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!
O capito male , o queste ong servono a meglio consigliare ai clandestini a come invadere la Francia contro la legge ? Se è cosi , qualcuno dovrebbe andare in galera ? Chi li paga? Dove prendono i soldi?