Ma Condove e la Lucchini si possono fidare degli arabi, e di un gruppo che vuole comprare gli assets societari spendendo 1 euro e ricevendo dalla stessa 300 milioni di euro?
C’è un brutto colpo di scena sulla vicenda della crisi Vertek-Lucchini di Condove. Il commissario straordinario Nardi ha bocciato la prima proposta del gruppo arabo Smc Group, che a parole avrebbe salvato tutti gli stabilimenti italiani (il principale è a Piombino).
Il commissario straordinario Nardi ha bocciato la loro proposta, perchè questi gli hanno chiesto un supporto finanziario di 300 milioni di euro. I compratori vogliono subito i soldi, quindi. Gli stessi 300 milioni di euro che, forse non casualmente, servirebbero agli arabi per mantenere attivi per almeno due anni, gli stabilimenti di Piombino e Lecco (e forse anche Condove).
La Smc aveva annunciato tempo fa un investimento per 1,5 miliardi di euro in Lucchini e Lucchini Servizi, senza contare gli altri 3 miliardi di euro da investire nel territorio di Piombino.
Ma sono promesse ancora senza fondamento, ad oggi, visto che lo stesso commissario ha affermato che nell’ultimo incontro ufficiale gli arabi hanno “garantito per almeno due anni occupazione ed attività produttiva, senza però assumere alcun formale impegno per la realizzazione del piano di investimenti per 1,5 miliardi di euro in precedenza annunciato alla stampa da Smc Group”.
Perchè ora la Smc chiede i soldi al commissario della Lucchini? In sostanza quei 300 milioni sarebbero la somma dei crediti e dai conti di Lucchini e Lucchini Servizi (200 milioni di euro), a cui vanno aggiunte, a carico sempre della Lucchini, le 73 prescrizioni dei debiti da pagare (il cui valore è di 100 milioni).
Il commissario ha ovviamente respinto la proposta dei tunisini: “Le loro richieste sono inaccettabili – ha detto Nardi – in quanto le procedure di amministrazione straordinaria non dispongono di tali soldi, e se anche disponessero di tali somme, non potrebbero comunque finanziare Smc Group senza stravolgere la procedura di gara e arrecare un grave pregiudizio ai creditori”.
Il commissario straordinario ha anche chiesto agli arabi di mettere sul piatto, nero su bianco, le prove della loro solidità patrimoniale e finanziaria, annunciata nelle scorse settimane: per mantenere in funzione le fabbriche della Vertek, per almeno due anni, servono subito 300 milioni di euro. A questa richiesta, il gruppo tunisino ha risposto che consegnerà una lettera di garanzia di una banca, pari a quei 300 milioni entro il 10 marzo, ma che nel contempo vuole ricevere 300 milioni dalla Lucchini (per i motivi spiegati sopra), e che intende acquistare gli assets societari pagandoli solo 1 euro.
Per non arrivare alla rottura completa, il commissario straordinario ha ricordato che la Smc potrà fare un’offerta entro lunedì 10 marzo. Ma sarà davvero un gruppo affidabile?
Dal canto suo, il sindaco di Piombino Anselmi, difende gli arabi: “Non è vero che la Smc vuole i soldi dalla Lucchini, forse è stato un equivoco. Quando si comprano le aziende capita che si paghino anche i crediti che vantano, aspettandosi di incassarli nel momento in cui diventano esigibili. Ricordo che nel documento proposto dalla Smc, ci sarebbe scritto che il gruppo arabo si impegna a mantenere per almeno 4 anni l’intera forza lavoro della Lucchini, e a investire 76 milioni di euro sulle manutenzioni straordinarie degli impianti”.
Ora la palla passa al governo Renzi: “Ho già contattato il ministero dello Sviluppo Economico – ha detto il sindaco – perché il destino di una comunità non può essere lasciato ad una gestione notarile e a dichiarazioni strumentali tese a screditare chi opera o si propone di salvare migliaia di posti di lavoro”.
Intanto i 100 lavoratori di Condove sperano in buone notizie. O che almeno, non siano raccontate favole.