BUSSOLENO E LA MENSA: “ABBIAMO RISPETTATO LA LEGGE”

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dalla GIUNTA DI BUSSOLENO

BUSSOLENO –  Come amministratori comunali siamo chiamati ad agire secondo quanto espresso nel programma elettorale, nel rispetto della scelta dei nostri elettori, ma prima di tutto siamo chiamati a gestire la “cosa pubblica” perseguendo il bene comune, nel rispetto delle leggi dello Stato e secondo il principio della separazione delle competenze tra gli organi politici e gli organi burocratici.

In merito all’affidamento del servizio mensa della Scuola Primaria di Piazza Cavour, gli uffici comunali hanno predisposto un bando ad evidenza pubblica in quanto per importi superiori a 40.000 euro non è ammissibile l’assegnazione diretta. Va evidenziato altresì che, per
determinati importi, lo svolgimento della gara deve prevedere la rotazione dei fornitori e deve avvenire tramite la centrale unica di committenza, nel nostro caso il Cuc dell’Unione Montana.

Il bando pubblicato dal Cuc era caratterizzato per quanto possibile da un’apertura alle piccole realtà locali, pur sapendo che non è lecito creare bandi “mirati” perché deve essere garantita la concorrenza. Proprio perché l’evidenza pubblica offre a molte ditte diverse la possibilità di partecipare alle gare d’appalto, gli uffici estensori hanno inserito le certificazioni Iso quali garanzie aggiuntive circa la qualità del servizio fornito ai bambini qualora avessero vinto da ditte lontane dalla nostra realtà territoriale. Il possesso di tali certificazioni non era vincolante e non aveva un peso fondamentale nel determinare il vincitore: erano presenti altri parametri tra cui la vicinanza della cucina
alla scuola e l’utilizzo di “prodotti a Km 0” che contribuivano all’individuazione della ditta più adeguata a fornire il servizio.

Un discorso a parte merita la tutela dei lavoratori: nel bando sono state inserite infatti, a norma di legge, le “clausole sociali” che hanno offerto ai lavoratori locali, precedentemente assunti dall’Asilo Cervini per la mensa della scuola primaria, di essere riassorbiti dalla nuova azienda per svolgere le medesime mansioni lavorative.

Detto questo va ricordato come troppo spesso in Italia politici e amministratori locali siano andati ben oltre il proprio ruolo e abbiano influenzato le scelte della pubblica amministrazione, talvolta senza volontà illecite, spesso invece perseguendo interessi privati. Proprio questo modo di agire ha portato i legislatori a vincolare sempre di più l’affidamento di lavori, servizi e forniture con l’obbligo del rispetto del codice degli appalti.

Purtroppo queste normative finalizzate alla trasparenza e alla lotta alla corruzione pongono vincoli che rischiano di diventare controproducenti per la salvaguardia delle piccole realtà locali, che spesso hanno una tradizione di buon servizio oppure rappresentano
opportunità per i giovani.

In questa prospettiva, come amministratori, non ci sentiamo di “aver imposto situazioni e comportamenti incomprensibili ed inaccettabili” quanto piuttosto di aver agito in coscienza, nel rispetto della normativa, evitando ogni ingerenza nell’attività gestionale degli uffici.

La Giunta di Bussoleno

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