BUSSOLENO – Dopo il caso sollevato da ValsusaOggi, sulla piazza chiusa senza apposita ordinanza dal Comune, per un semplice matrimonio celebrato in chiesa a Foresto domenica 27 dicembre, e a cui il sindaco Allasio ha partecipato in qualità di invitata e “parente” degli sposi (la sorella dello sposo è la nuora del sindaco) l’ufficio tecnico del Comune di Bussoleno scrive a ValsusaOggi.
La mail è stata inviata oggi dal geometra Luca Vottero. Ecco come si giustifica il Comune: “In relazione all’articolo comparso sul ValsusaOggi riguardante la delimitazione della piazza della chiesa di Foresto per un matrimonio, si intende porre le seguenti precisazioni:
1. Il Sindaco, presente per sua situazione privatistica alla cerimonia, non è l’ufficio competente alla regolazione dell’occupazione del suolo pubblico, per cui è lecito che non fosse al corrente di quanto attuato nell’area.
2. L’area è stata delimitata senza che intervenisse pregiudizio per il deflusso veicolare, riguardando soltanto una limitata zona di sosta e non provocando disservizio per la presenza di altre, più consistenti, zone a parcheggio poste nelle vicinanze. Non rileva che si celebrasse un matrimonio o vi fosse altra manifestazione di natura religiosa più generalizzata, perché il Comune riconosce il diritto di ottenere, a richiesta, uno spazio, dietro il relativo pagamento”.
In realtà, questa replica suscita ancora più perplessità e non soddisfa appieno i dubbi sulla strana decisione del Comune di Bussoleno, di chiudere un’intera piazza dalle 8 alle 13, per un matrimonio privato celebrato alle 12.30, spacciandolo per “manifestazione su tutta la piazza” (come scritto dal Comune sui cartelli di divieto, vedi foto).
Non corrisponde al vero quanto affermato dal Comune: il provvedimento in realtà non riguardava “soltanto una limitata zona di sosta”, ma l’intera piazza. A dirlo non son solo ValsusaOggi o i cittadini che hanno segnalato il problema, ma lo stesso Comune che ha scritto il cartello: basta guardare la foto sotto.
Chiaramente il caso di Foresto non è un problema vitale, ma si tratta di una questione di principio, di uguaglianza di tutti i cittadini e di rispetto delle regole in una comunità. Che devono valere per tutti.
Intanto non viene spiegato perché il Comune non ha fatto l’ordinanza di chiusura. Anche per un’occupazione di suolo pubblico, trattandosi di una piazza, doveva essere fatta opportuna l’ordinanza della polizia municipale, e non basta metter due cartelli e nastro bianco/rosso. E poi chi l’ha autorizzato? Con che determina dirigenziale? Se proprio non occorreva la delibera di giunta, almeno un atto amministrativo dovrebbe esserci in albo pretorio, invece ad oggi non c’era pubblicato nulla.
Poi non si capisce perché sia stata chiusa tutta la piazza per tutto quel tempo, solo per una ragione privata: il matrimonio di due persone, tra l’altro celebrato in chiesa e non nella piazza. Si fosse tenuta davvero una “manifestazione” (come è stato scritto erroneamente nel cartello dal Comune) in piazza, allora avrebbe avuto senso chiudere tutto, anche se – ad esempio – dopo il matrimonio celebrato dentro la chiesa ci fosse stato un rinfresco o un concerto all’aperto. Invece non è avvenuto nulla di tutto questo.
E chiudere tutto così, per “permettere all’auto della sposa di arrivare comodamente”, come spiegato ieri dal primo cittadino, suscita molte perplessità. Anche sul fatto che il Comune riconosca il diritto “di ottenere uno spazio pubblico, dietro relativo pagamento”, a qualunque condizione ed esigenza privata, occorrerebbe capire meglio quali sono davvero le regole. Perché a questo punto, da domani, chiunque a Bussoleno potrà chiedere e occupare spazio o suolo pubblico, vie o piazze del paese e delle frazioni, anche nei festivi, per semplici feste e celebrazioni private? Immaginiamo a questo punto che d’ora in poi per battesimi di bambini, prime comunioni e cresime, feste di compleanno e altre cerimonie private, qualunque cittadino potrà chiedere e ottenere dal Comune – così come ottenuto domenica a Foresto – la chiusura di Piazza del Popolo, o nella piazza proprio di fronte al municipio o di fronte alla parrocchia. Oppure, semplicemente, il Comune ha fatto un’ingenuità, o meglio dire (scusate il termine, in questo caso ci vuole) una “cazzata”?