Riceviamo dai CONSIGLIERI COMUNALI DI MINORANZA DI BUSSOLENO
BUSSOLENO – Il Mulino Varesio, impianto novecentesco che non ha uguali in Val di Susa, ha una storia che affonda le sue origini nel tardo Medioevo, ed è anche l’unico in Val di Susa, che risulti collocato all’interno di una cinta muraria medievale. La storia del Mulino Comunale di Bussoleno, si scrive grazie alla Famiglia Varesio che lo ha avututo in affitto, fin dal 1905, con Michele prima e con Secondo poi, che, dal 1930, ne è divenuto il proprietario.
La gestione famigliare, con il mulino in piena attività, è continuata con il figlio di Secondo, Giuseppe, che è stato l’ultimo mugnanio e che lo ha gestito fino al mese di maggio del 1988. Se la gestione del mulino valsusino è sempre stata legata alla famiglia Varesio, diverso è il suo recupero, che passa attraverso l’intervento di diverse amministrazioni comunali. È iniziato con l’interesse, nel lontano 2003, da parte della Giunta Benetto, con lo stanziamento in bilancio dei fondi necessari per l’acquisto della sola area occupata dal mulino vero e proprio. Fu invece la Giunta Joannas a portare a termine l’acquisto dello stabile del mulino e di tutti i macchinari, a cui sono stati aggiunti i magazzini adiacenti.
Più attuale è il restauro conservativo, che è stato invece portato avanti dalla Giunta Allasio, che ha ottenuto un finanziamento ALCOTRA (cooperazione transfrontaliera) ed un contributo da una ditta privata locale. Ulteriore grosso ed inaspettato aiuto è arrivato dai contributi dell’8 per 1000 donati dai cittadini. Il restauro, che lo consegna ai visitatori così come è ora, ha avuto la sua punta di diamante, per la consulenza storica, nel Prof. Sergio Sacco, e per quella tecnica nel Signor Dino Varesio, figlio e nipote esperto ed appassionato oltre all’aiuto di abili volontari.
Una visita guidata accompagnati dagli autorevoli e competenti professori Sacco e Varesio ha consentito ai Consiglieri di entrambe le opposizioni del Comune di Bussoleno di visitare nella giornata di ieri ambedue gli edifici: il mulino vero e proprio, e quello che era in cui secondo Varesio costruiva i macchinari per la lavorazione dei cereali.
Dopo la visita, il commento della Consigliera Caterina Agus: “Si tratta di un edificio di pregio, di grande valenza storica che potrebbe diventare una preziosa risorsa di iniziative culturali ed educative a partire dalle scuole. Simbolo del lavoro e della fatica quotidiana il Mulino Varesio ha scritto un importante pagina di storia contadina per Bussoleno ed il suo circondario. Una risorsa da valorizzare e da riconnttere al territorio, a partire dal suo inserimento nei circuiti turistici. Come minoranze, ci impegneremo a fare tutto il possibile perchè questo pezzo di storia del nostro paese riviva e venga conosciuto in tutta la valle“.
La Consigliera Antonella Zoggia ci propone alcune considerazioni: “La completezza degli allestimenti, sia documentali che materiali, ne fanno un interessante e pregevole luogo da proporre e valorizzare. La tipologia dell’allestimento, il perfetto stato di conservazione dei luoghi e dei macchinari, e l’unicità di molti strumenti lo vedrebbe certamente partecipe, a pieno titolo, come parte di un percorso di proposte significative che possa guardare lontano e rivolgersi, oltre alla Val di Susa, ad un pubblico più ampio e diffuso. Sara nostra cura lavorare in questa direzione con progetti e proposte che sappiano dare al Mulino Varesio la visibilità che merita“.