dal COMUNE DI BUTTIGLIERA ALTA
BUTTIGLIERA ALTA – Torna, per la terza volta, la kermesse che il paese di Buttigliera Alta dedica alla promozione del proprio paniere di eccellenze nell’ambito della gastronomia, promosso, la scorsa domenica, dalla Pro Loco, con il patrocinio e il contributo dell’Amministrazione Comunale. In primo piano, come sempre, i due prodotti bandiera del territorio: i canestrelli, nell’originale versione buttiglierese, sottili e croccanti, e il cioccolato, rappresentato dall’artigiano Diego Andreis. Tra gli espositori, l’amministrazione pone il riflettore sullo stand delle e-bike a pedalata assistita, promuovendo la pratica della mobilità sostenibile, pilastro non solo della kermesse autunnale, ma in generale di tutta la politica della giunta comunale.
Sul fronte del cioccolato, Andreis, fresco di attribuzione della DeCO municipale buttiglierese per la nuova “Crema della Contessa”, ha presentato in anteprima l’ultima produzione della sua pasticceria: la “Crema Bounet” con una ricetta ispirata al celebre dolce piemontese. Sul fronte del canestrello, le cuoche della Pro Loco hanno ulteriormente arricchito la gamma delle ricette, che conta ormai una decina di versioni, tra cui spicca la più golosa, tipicamente buttiglierese, con cacao e vino. Cioccolato e canestrello circondati dalle altre eccellenze della produzione gastronomica made in Buttigliera Alta: dal “Pan del Pellegrino”, il biscotto con farina di mais dedicato alla storia della precettoria di Ranverso e della via Francigena, al miele dell’azienda agricola 516 di Elisabetta Grasso, alle produzioni del caseificio di Cascina Ranverso.
IL CONVEGNO “CIBO E SALUTE – CIBO, SALUTE DEI CITTADINI QUALITÀ AMBIENTALE”
Promosso direttamente dall’Amministrazione Comunale di Buttigliera Alta, il convegno “Cibo è salute” ha aperto la kermesse, sottolineando la finalità dell’iniziativa, volta a promuovere la cultura
del consumo bio e sostenibile. “Cultura del bio fondamentale per la nostra azione amministrativa – ha introdotto il Sindaco Alfredo Cimarella – Siamo convintamente membri dell’Associazione Nazionale Città del Bio e promuoviamo la sostenibilità ambientale nelle sue diverse sfaccettature. Anche la manifestazione di oggi si inserisce in questo solco, con la promozione delle nostre produzioni tipiche, per incentivare il consumo a chilometro zero. Oggi, ci soffermiamo su un risvolto dell’alimentazione bio: le sue ricadute sulla salute dei cittadini. Un’alimentazione sana, che segue la stagionalità e la territorialità ha effetti benefici anche sulla salute, con indubbi vantaggi per tutta la collettività. Principio in cui crediamo e che applichiamo quotidianamente nelle nostre mense scolastiche, con le quali realizziamo percorsi di educazione alimentare, oppure con le nostre associazioni, che propongono nei menù delle loro manifestazioni gastronomiche prodotti locali“.
Stimolo di riflessione a cui hanno risposto gli altri relatori del convegno, a iniziare da Antonio Ferrentino, presidente nazionale dell’Associazione Città del Bio. “Mi voglio soffermare sui due
concetti di territorialità e stagionalità – approfondisce Ferrentino – Territorialità come ricerca di una filiera produttore – consumatore sempre più corta, fino al chilometro zero, per acquisti nelle aziende locali, a tutto vantaggio dell’economia locale, ma anche della sicurezza per il consumatore, che acquista merce con certificazioni italiane, toccando con mano i luoghi della loro produzione e trasformazione. Stagionalità come ricerca di cibi che non forzino il naturale alternarsi delle colture, evitando produzioni di sintesi chimica. Due concetti da coniugare per scegliere con consapevolezza non solo nei consumi privati delle famiglie, ma sempre più in quelli della ristorazione collettiva, come le mense scolastiche“.
Interessante anche l’intervento di Eleonora Colò, Amministratore Delegato di “Città del bio promozioni”: il braccio operativo di “Città del bio”, finalizzato a far conoscere e lanciare sul mercato i prodotti dei territori associati. Colò ha riassunto le novità operative della sua Società: “Abbiamo lanciato il marchio “Italia bio” e avviato una nuova modalità commerciale basata sul principio del blockchain: della certificazione dei dati legati ai prodotti promossi. Ogni nostro produttore può veicolare le informazioni di dettaglio sulla sua merce, dal terreno in cui è stata coltivata alle modalità di trasformazione, al personale che lavora con lui. Informazioni verificabili facilmente, attraverso l’applicazione di un telefono cellulare, di cui è responsabile e la cui veridicità è quindi verificabile. Un efficace meccanismo anticontraffazione a tutela del consumatore“.
La conferenza si è chiusa con due testimonianze di aziende che seguono i principi della produzione buona, pulita e giusta: la buttiglierese “Cascina Ranverso”, con il suo titolare Pietro Daguì, e il “Caffè San Domenico” di Sant’Antonino di Roberto Messineo.