BARDONECCHIA – La questione del campeggio comunale Bokki è tutt’altro che risolta. C’è un nuovo colpo di scena: la società che ha gestito la struttura fino a settembre ha fatto ricorso al Consiglio di Stato contro la sentenza del Tar che ha dato ragione al Comune, obbligandoli a fare le valigie. Il ricorso riguarda i presunti abusi edilizi fatti dagli ex gestori. Intanto Claudio Ghersi scrive una lettera a ValsusaOggi, dove esprime la sua posizione su tutta la vicenda del campeggio, svelando alcuni retroscena.
di CLAUDIO GHERSI (amministratore Bokki Srl)
Fino all’ultimo abbiamo cercato di garantire la continuità tra la nostra gestione e quella di un eventuale nuovo soggetto individuato da un bando di cui si parla da anni ma che – ad oggi – non si sa ancora quando sarà possibile fare.
Poche settimane fa abbiamo offerto 50.000 euro al Comune (20.000 di canone d’affitto e 30.000 da scontare da quanto dovuto) per portare avanti la gestione fino al 30 di aprile 2018. In questo modo il campeggio sarebbe rimasto aperto, pienamente funzionante, custodito e tutti avrebbero potuto confidare che nel frattempo il Comune si sarebbe concentrato sul bando riuscendo finalmente ad elaborarlo.
La proposta è stata rifiutata ed ora ci troviamo col campeggio chiuso, il personale licenziato e la grande incognita di come il Comune riuscirà a renderlo temporaneamente fruibile, dal momento che tutti sappiamo che sono necessari una serie di adeguamenti alle attuali normative per la messa in sicurezza dell’area, individuati dal famoso studio per la messa in sicurezza del campeggio che lo stesso Comune ha commissionato nell’estate del 2016.
I provvedimenti di reintegro e di sgombero del 2016, che oggi sono la causa del nostro allontanamento, non andavano forse neanche emessi in assenza della individuazione di un nuovo gestore e potevano comunque essere tranquillamente ritirati o sospesi, nell’interesse dei campeggiatori, dei dipendenti, del turismo e di Bardonecchia, perché era evidente che avrebbero portato ad una situazione di chiusura, che oggi si è puntualmente verificata, dando origine agli attuali problemi e disagi.
Nel tempo l’amministrazione comunale ha sempre rifiutato qualunque proposta riferita ad una una cessione del 100% delle quote dell’azienda Bokki srl, che avrebbe potuto ottenere in cambio del debito e che avrebbero consentito all’eventuale nuovo gestore di subentrare con tutte le licenze ed i permessi attivi, senza neanche dover togliere la luce per un istante.
Il campeggio Bokki, che tutti conosciamo ed abbiamo amato, era l’azienda che il Comune non ha voluto comprare, ma che si è portato via con la forza. Ora si trovano col terreno, gli immobili, di cui sono effettivamente proprietari, come prevedeva la concessione iniziale del 1973. Tutti sanno che terreni ed immobili da soli non costituiscono un’azienda ed il Comune non poteva certo credere di acquisire un’azienda di campeggio in funzione, clientela inclusa, senza nulla pagare.
Non hanno più tutti gli strumenti necessari per la gestione né il know-how che noi eravamo disposti a cedere. Questo viene oggi etichettato con il nome di “piccoli sabotaggi mirati”.
Ci auguriamo che un domani non ci si aggrappi a queste scuse per spiegare alla clientela rimasta disfunzioni, disagi, ritardi e malfunzionamenti. Abbiamo più volte ed in più sedi ribadito che gestire il campeggio non era una cosa facile e ci è stato risposto che erano consapevoli delle problematiche più di quanto noi non immaginassimo e che comunque “dopo il 30 di settembre non sarebbe più stato un nostro problema”.
Anche il nostro debito di 150.000 euro verso la pubblica amministrazione, sbandierato ai quattro venti in ogni occasione ed atto pubblico è stato strumentalizzato per metterci in cattiva luce, tacendo un credito di 120.000 euro, che noi vantiamo nei confronti della pubblica amministrazione dal 2005, quando abbiamo costruito più di 1.500 metri di fognatura, dal campeggio all’abitato di Melezet, anticipandone le spese, dal momento che avevamo ricevuto le più ampie rassicurazioni che il Comune, ritenendo l’opera di pubblico interesse, ne avrebbe rimborsato i costi.
Allora non hanno perso tempo ad allacciare, alla fognatura da noi costruita, il centro polifunzionale comunale di Pian del Colle (campo da golf), mentre Il rimborso dell’opera che avrebbero dovuto fare, non si è ancora visto, ma vantano a gran voce il proprio credito.
Una cosa è certa: la Bokki srl ha consegnato le chiavi della struttura il 3 di ottobre 2017, come stabilito dal Comune. Da quella data la Bokki srl non può e non deve più essere considerata la causa di ritardi, disagi, inconvenienti, errori di valutazione, mala gestione ed incauto utilizzo degli impianti in assenza di certificazioni, autorizzazioni e nulla osta.