SUSA – Un tema che ha interessato il pubblico in sala domenica 19 maggio a Susa, durante il confronto tra i quattro candidati sindaco, è stato senza dubbio la questione Tav. Baccarini, Genovese, Miraglia e Plano hanno sviluppato questo argomento:
Telt ha pubblicato gli avvisi contrattuali per le imprese, ossia gli inviti a presentare le candidature relative ai lavori Tav. Una parte dell’appalto (il secondo lotto) riguarda i lavori nella piana di Susa e le candidature vanno presentate entro fine maggio. Qual è la vostra posizione riguardo al tema Tav? Da sindaco si opporrà ai futuri cantieri che riguarderanno Susa? E ancora: è a favore o contro la stazione internazionale?
Prende la parola Piero Genovese: “Le posizioni ideologiche Si Tav o No Tav hanno diviso negli anni cittadini, famiglie ed amministratori e fortemente indebolito la città e la valle, che oggi appare isolata da un punto di vista politico. Le divisioni hanno contribuito a rappresentare un’immagine della città che non corrisponde al vero. Niente ha fermato l’avanzamento dell’opera, il sindaco di Susa non avrà nessuna possibilità di bloccarla se è voluta e decisa dai governi. Se amministreremo Susa, ci porremo di fronte all’opera con atteggiamento pragmatico e non ideologico, chiederemo di essere presenti a tutti i tavoli, cercheremo di tutelare la salute e la sicurezza, riducendo i disagi e cercando di ottenere i massimi vantaggi per il territorio e per i cittadini. Vorremmo entrare nel merito delle ricadute che la realizzazione dell’opera potrà produrre sul territorio, senza esitare a trattare di compensazioni o servizi necessari per portare sviluppo; andranno valutate anche le opere collegate. La nostra lista ha idee chiare anche per la stazione internazionale”.
Catia Miraglia prosegue con il suo intervento: “La nostra lista vede un sindaco al di sopra delle parti, questi ultimi 30 anni ci hanno diviso. Non ci si può unire in questo paese, noi vediamo un sindaco al di sopra dei si e dei no, ma che tuteli il cittadino. Da oggi vogliamo essere rappresentati tutti, questo è il nostro scopo. Non sappiamo ancora cosa davvero accadrà, nessun progetto si è visto, mi sembra di parlare ancora a vuoto. Un referendum sarebbe stato la vera democrazia, ma ora dobbiamo cercare la neutralità. E la stazione non la si vuole fare per difendere un altro presidio? Prima di dire si o no, bisogna capire ed essere informati”.
E arriva il turno di Sandro Plano: “Il governo non sa cosa fare, il progetto è già stato cambiato 5 volte, messo in discussione da tutte le forze. Io sono contrario all’opera, così come sono sempre stato rispettoso delle leggi, perciò quello che decide il governo, io lo rispetto. Si decide al tavolo di concertazione, non è l’osservatorio, dove invece chi vi prende parte lo fa per partecipare alle compensazioni. Ai tavoli si partecipa quando si hanno le idee chiare, il progetto ha moltissime criticità, lo dico anche da tecnico”.
Giovanni Baccarini prende la parola: “Si può essere contrari alla Tav non di per sé come opera, ma per via dei grossi problemi che ha portato, prendendo anche atto che non è accettata da molti valligiani. La stazione internazionale ha sicuramente delle potenzialità per lo sviluppo della città, se il percorso dovesse interessare la piana di Susa. I bandi di Telt non dimostrano niente, è tutto ancora in discussione. In ogni caso, dove fare la stazione internazionale o la linea Tav, sono decisioni che prescindono dalle possibilità di un sindaco. Occorre partecipare a tutti i tavoli, non solo all’osservatorio”.
Dal pubblico le domande attinenti a questo tema non sono mancate: i quattro candidati chiederanno le compensazioni? E come si pongono in riferimento al tema espropri ed abbattimenti?
Baccarini spiega: “Le compensazioni sono qualcosa di obbligatorio, previste per legge. Sono opere di accompagnamento, e devono essere date al territorio in una certa percentuale; se l’opera viene fatta credo che non abbia senso rifiutarle, andremmo a creare un danno aggiuntivo. Diverso è il discorso della possibilità per l’amministrazione di richiedere interventi ulteriori rispetto alla compensazione automatica. Un problema da non sottovalutare è quello che potranno affrontare i proprietari delle case vicine ed adiacenti a quelle abbattute o espropriate, che magari non possono usufruire di compensazioni, ma subiscono comunque il danno”.
Continua Genovese: “Quando un’opera è imposta ad un territorio, l’amministratore dovrebbe costruire un modello di sviluppo che utilizzi le risorse che si potranno mettere a disposizione, ottenendo i migliori vantaggi dall’opera e riducendo i disagi. Il Comune sarà vicino ai cittadini interessati dal passaggio dell’opera, li aiuterà per ottenere la massima valorizzazione in termini di restituzioni economiche”.
Miraglia precisa: “Certo è che la nostra città verrà messa sottosopra, è giusto che arrivino le compensazioni ed è giusto che vengano usate per restituire all’ambiente e per sopperire al disagio. Comunque, è ancora tutto ancora da definire”.
Plano conclude: “Le compensazioni sono previste dalla legge nella misura del 2% e non si possono rifiutare perché tale rifiuto costituirebbe un danno erariale. Le compensazioni non possono andare ai soggetti privati, vanno direttamente ai Comuni, che non le possono rifiutare. Quando si tratta di abbattimenti ed espropri, la legge prevede le procedure per la Cassa Depositi e Prestiti per chi dei privati non è d’accordo: un privato infatti può rifiutare le indennità, che viene versata nella cassa, l’ente pubblico non può rifiutare l’indennizzo”.
Ancora una domanda interessante dal pubblico, a conclusione di questo tema: c’è un piano B? Come pensate di conciliare turismo e commercio con i vincoli del cantiere Tav?
Per Miraglia si dovrà aspettare, “stiamo parlando di una cosa che nemmeno sappiamo se si farà”. Secondo Plano “il piano B consiste in una serie di interventi, il progetto è radicalmente sbagliato, tutto il resto e la questione della gestione dei cantieri si vederà quando la Conferenza dei Servizi si sarà espressa”. A detta di Baccarini “un piano b è molto difficile da mettere in atto, in presenza di cantieri diventa molto complesso cercare di compensare una situazione di una città che vuole diventare turistica”. Genovese conclude dicendo che “è un problema complesso, il Comune dovrà proporsi con un ruolo centrale, definendo percorsi alternativi, il problema andrà affrontato prima che avviino i cantieri”.
penso che l’unico che abbia le idee chiare sulla TAV sia Plano, gli altri dimostrano una scarsa conoscenza, dovuta sopratutto aslla informazione data dai massmedia .