di STEFANIA BATZELLA (Consigliere regionale 5 Stelle)
Apprendiamo dai giornali le strategie che l’assessore Saitta e il direttore generale dell’assessorato Moirano intendono mettere in atto per il riordino della rete Ospedaliera Piemontese.
Per riportare i conti sotto controllo e rispettare i parametri del piano di rientro concordato con il Ministero della salute, l’Assessorato alla Sanità é orientato verso gli accorpamenti nei casi di ospedali sottosoglia ossia con parametri inferiori a quelli stabiliti. Il tutto è correlato anche al numero degli interventi chirurgici, agli esami di laboratorio e strumentali e anche al numero dei parti nei punti nascite. La soglia minima dei parti é di 500 secondo le indicazioni del Ministero della salute per potere garantire la sicurezza.
A tal proposito, é stata stilata una classifica dei punti nascite del territorio Piemontese, realizzata dall’AGENAS (Agenzia di valutazione del ministero della salute), che riporta il numero dei parti relativi all’anno 2013.
L’assessore alla sanità ha dichiarato che non difenderà i reparti che hanno volumi e standard inferiori a quanto prevede il regolamento.
Auspico che siano utilizzati dei criteri di buon senso e venga tenuto in considerazione il territorio, o meglio la conformità e le problematiche presenti. Ribadisco la mia contrarietà alla chiusura dei punti nascite che sono situati in zone montane e disagiate, poiché tutte le donne hanno il sacrosanto diritto di potere partorire nell’ospedale situato nel proprio territorio, e non costrette a percorrere fino a 80 km per raggiungere il primo punto nascite.
Il punto nascite dell’ospedale di Susa ha avuto una riduzione del numero dei parti di oltre il 50% a causa di protocolli restrittivi e una continua non volontà di incrementare il numero degli stessi. Come mai le donne non partoriscono più a Susa? In valle di Susa si registrano circa 700 parti in un anno.. come mai si partorisce altrove? Forse manca la volontà di nuovi piani di organizzazione per risanare, rilanciare o incrementare le attività informative, ambulatoriali, di reparto e dei parti?
Una situazione simile si è verificata in passato, e negli stessi termini, anche per il Punto nascite di Domodosola (Vco) dove a causa di protocolli restrittivi e della mancata volontà politica di potenziare il punto nascite, si è arrivati ad una sentenza del 27 agosto Consiglio di Stato che, rifiutando le istanze del territorio, ha sancito di fatto la chiusura del centro.
Stefania Batzella Consigliere Regionale M5S Piemonte