di FRANCESCA FREDIANI (Consigliere regionale M5S Piemonte)
La Commissione regionale ha deliberatamente costruito ad hoc le prescrizioni d’uso per la zona di S. Antonio di Ranverso intorno all’attività estrattiva delle cave di Caselette.
L’ha confermato l’assessore Valmaggia rispondendo all’interrogazione. Abbiamo chiesto infatti se sia nelle intenzioni della Giunta far rispettare le prescrizioni contenute nella delibera regionale 227 del 4 agosto 2014 – allegato A. Il testo rappresenta la “Dichiarazione di Notevole interesse pubblico per l’area di S. Antonio di Ranverso”, per i comuni di Buttigliera Alta, Caselette e Rosta. Tale dichiarazione pone dei limiti molto forti per tutelare il paesaggio, l’ambiente ed i beni storico-culturali, che però non valgono per le attività estrattive. Questo perché dal 2007 è stata autorizzata la Cava in località Cascina Baldon a Caselette e nel 2012 è stato accordato il rinnovo e l’ampliamento. Tutt’ora però manca il via libera definivo dal Comune di Caselette. La cava estrarrà in tutto 2.117.550 m3 di sabbia e ghiaia, interessando una superficie pari a circa il 10% dell’area posta a tutela.
Oltretutto nelle prescrizioni autorizzative e nelle prescrizioni della delibera, così come confermato dall’Assessore, non vi è nessun accorgimento particolare circa il materiale utilizzato per la chiusura dei lotti ed esaurimento dell’attività.
Purtroppo anche sotto il profilo delle attività estrattive si dimostrano forti analogie della Giunta Chiamparino con quella guidata da Cota. Manca ancora una normativa chiara e completa regionale, che includa controlli e la tutela primaria dell’ambiente e della salute dei cittadini. Come gruppo consiliare sono questi i gli aspetti fondamentali che porteremo avanti in questo settore.