CASELETTE – Numeroso il pubblico che ieri sera ha partecipato alla riunione del Consiglio comunale, richiesta dal Movimento 5 Stelle e dalla lista civica ‘Caselette sempre più viva’, per ritirare la delibera sulla vendita del Castello Cays all’imprenditore veronese Sandrino di Casa Molinari. La parola passa al consigliere del M5S Davide Meinardi, che accusa la maggioranza di non aver ascoltato il parere dei cittadini, prima che fosse stipulato l’atto di vendita dell’immobile tra i salesiani e l’imprenditore, avendo il Comune diritto di prelazione: “Una scelta dell’amministrazione che ha impedito qualsiasi possibilità ai caselettesi di fare proposte utili che potessero mantenere la proprietà pubblica, invece avete preferito demandare a un privato la gestione dell’immobile. Noi questa sera ci aspettiamo che la delibera sia ritirata, un atto dell’amministrazione per dimostrarsi vicina a tutta la popolazione”.
Interviene la consigliera Laura Gaudenzi, di ‘Caselette sempre più viva’, che a sua volta accusa l’amministrazione di scarsa attenzione alle richieste presentate dalle opposizioni e ricorda al sindaco, Pacifico Banchieri, che la minoranza in Consiglio rappresenta più del 60 percento dei cittadini, “anche se la sua lista ha preso più voti delle altre”. E precisa che dopo la vendita del castello sarà difficile ai cittadini avanzare delle pretese alla nuova proprietà: “Quindi chiediamo di ritirare la delibera per offrire alla popolazione di fare nuove proposte che possano mantenere la struttura di proprietà dei caselettesi”. Il sindaco esordisce precisando di aver accolto in tempi rapidi la richiesta di convocare il consiglio comunale “proprio per dimostrare che l’amministrazione è vicina alla popolazione e, soprattutto, per chiarire definitivamente i tanti problemi sorti sulla vendita del castello”. Ribadendo quanto già espresso nei procedenti incontri, principalmente durante l’assemblea pubblica organizzata dal periodico locale ‘Il Musinè’, riafferma che l’acquisto del castello da parte del Comune non è fattibile, per i costi spropositati di ristrutturazione e di mantenimento dell’immobile: “Un impegno che avrebbe portato il Comune in bancarotta, all’aumento delle tasse e a non poter più offrire servizi adeguati alla cittadinanza”.
Inoltre, precisa che con la vendita del castello sono compresi alcuni vincoli che l’imprenditore dovrà rispettare, e la funzione pubblica della struttura è uno di questi e ripete la sua contrarietà all’acquisto ritenendolo un salto nel buio. Gli fa eco il vice sindaco Giorgio Matrassino, che riconferma la mancanza di denaro pubblico per acquistare l’immobile, ristrutturarlo, metterlo in sicurezza, mantenere una manutenzione costante e gestirlo: “Quindi noi non possiamo non accogliere la proposta presentata dall’imprenditore, considerando che al Comune non solo non costerà nulla ma ricaverà oneri e tasse e, soprattutto, non ci sono alternative di fronte a una proposta così concreta”.
Riprende la parola Meinardi per ripetere che il Comune poteva acquistare il castello a un costo irrisorio, rispetto al suo reale valore, “e sarebbe stato sufficiente offrire un acconto di 30mila euro che ci avrebbe concesso il tempo necessario per cercare soluzioni concrete per la ristrutturazione e la gestione. Le scelte non ci sono se non si vanno a cercare”. “Ai cittadini doveva essere concessa la possibilità di fare delle proposte, ci auspichiamo che in futuro non si ripeta più una situazione analoga”; afferma determinata la Gaudenzi. Dopo le tante rivendicazioni presentate dalle opposizioni e manifestate dai cittadini, il sindaco dichiara che alcune lo hanno anche amareggiato: “A volte bisogna prendere delle decisioni anche impopolari pur di fare scelte appropriate per la collettività, e in questo caso per evitare che il castello cadesse a pezzi”.
Termina chiedendo a tutti di proseguire unitamente, per permettere che l’immobile diventi un valore per il paese. La delibera non viene ritirata, come richiesto dalle opposizioni. Il capogruppo del M5S, Elisabetta Garnero, esterrefatta dall’atteggiamento ostinato dell’amministrazione, su come ha condotto la trattativa, “che ha portato alla vendita del castello e impedito ai cittadini di esprimersi sull’argomento”, dichiara di dimettersi da consigliera. Dimissioni che saranno accolte nella prossima riunione consiliare, “sempre che non ci ripensi”, si augurano gli attivisti del Movimento 5 Stelle.