LETTERA DI MARIO CAVARGNA (Pro Natura Piemonte) INVIATA ALLA SOPRINTENDENZA DI TORINO
CASELETTE – L’associazione Pro Natura ha inviato una lettera alla Soprintendenza di Torino, per chiedere la sospensione dei lavori alla Cava di Caselette. La pubblichiamo qui integrale.
Oggetto: Mancata tutela del Notevole interesse pubblico ex DGR 4 agosto 2014 n. 37-227 concernente Tenimenti storici dell’Ordine Mauriziano. Rilascio Nulla osta per apertura di cava.
La deliberazione della giunta regionale in oggetto includeva il tenimentum di S. Antonio di Ranverso quale bene paesaggistico di notevole interesse pubblico ai sensi dell’ art. 136 comma 1, lettera c) del D. Lgs n°42/2004, per i quali è prescritta ex lege, come riportato di seguito 3.1 Tutela del paesaggio agrario.
– Non sono consentite destinazione d’uso dei terreni diverse da quella agricola (e, si intende chiaramente, neppure in via temporanea)…
– Non è ammessa la realizzazione di nuove attività estrattive ed ampliamento di quelle esistenti.
A nostro parere, queste norme di legge sarebbero apertamente violate dal parere favorevole di codesta Soprintendenza Archeologica, Belle Arti e Paesaggio nel protocollo SABAP/22/9/2020/0014327 – P che ha dato parere favorevole alla proroga ai sensi della L.R. 23/2016 per la coltivazione di una cava di ghiaia e sabbia, poi recepita dal Comune di Caselette per il nulla Osta della Commissione paesaggio 18/2020 dell’ 8.10.2020, ai fini del rinnovo della autorizzazione regionale 7/2010 del 19/02/2010 allora scaduta.
Nel caso in oggetto, la Regione Piemonte con D.D. 320/A1906A/2020 del 14/10/20 ha dato seguito ad un iter rapidissimo durato in tutto tre settimane per tre passaggi amministrativi ed ha rilasciato la proroga alla autorizzazione del 2010: apparentemente si trattava di un lavoro da terminare e rinaturalizzare ma, a pagina 2 dello stesso atto, si rivela che “nel sopralluogo al sito estrattivo espletato in data 15 giugno 2020, è emerso che non sono ancora cominciati i lavori di coltivazione (autorizzati nel 2010 e scaduti)”.
In pratica essendo il terreno mai stato sconvolto dai lavori di coltivazione, la cava in realtà non è esistita e quindi qualsiasi nuova concessione equivale all’apertura di una nuova cava, ora severamente ed espressamente vietata dal vincolo di interesse pubblico del DGR del 4 agosto 2014 n°37-27. Il motivo era la conseguenza del fatto che a luglio 2015, la Regione Piemonte, preso atto del vincolo, aveva bloccato i lavori.
Lo stato di inattività è andato poi ancora più avanti perché la società ALLARA s.p.a e SACCONA s.n.c, titolari della autorizzazione del 2010, bloccata senza inizio dei lavori, un anno dopo cederanno questa proroga “miracolosamente” ottenuta alla CAVE DRUENTO s.r.l. a cui la Regione Piemonte con atto 322/A2006A/2021 del 1 settembre 2021, concederà il subingresso.
Da tutto questo si desumerebbe che codesta Sovrintendenza A.B.A.P. ha ricevuto dal Comune di Caselette in data 27 luglio 2020 delle informazioni non corrispondenti alla realtà, che hanno portato la Soprintendenza stessa ad emettere un parere non conforme al vincolo di notevole interesse pubblico del 2014, trattandosi in realtà della apertura di una nuova cava.
Pro Natura Piemonte, che vanta un interesse legittimo nella tutela del notevole interesse pubblico nel campo dei Beni paesaggistici, chiede pertanto a codesta Soprintendenza di ripristinare le condizioni legali, rettificando in senso negativo il parere positivo alla apertura della nuova cava su terreno intatto. Si sottolinea come il Comune di Caselette abbia emesso il Nulla Osta senza mai citare il vincolo di notevole interesse pubblico del 4 agosto 2014 tra i 22 testi di legge che danno validità al suo provvedimento e che come questa essenziale omissione, oltre ai risvolti legali che verranno eventualmente indagati, renda di fatto nullo il Nulla Osta che ha emesso.
Il Comune di Caselette non poteva ignorare questa circostanza perché nel 2015 la Regione aveva già bloccato i lavori proprio per l’esistenza del vincolo.
Si sottolinea inoltre che un Comune che ha un diretto interesse economico all’urbanizzazione di un bene vincolato, a nostro parere non dovrebbe essere competente ad emettere provvedimenti che ne minano la consistenza.
Questo punto della pianura torinese è ormai l’ultimo da cui si può cogliere una ampia prospettiva dello stato originario della fertile pianura torinese, con il particolare sfondo della sagoma bellissima del monte Musinè e sin dal 1974 Pro Natura ne aveva proposto e perimetrato la conservazione nel Piano delle Riserve e Parchi naturali che allora si stava redigendo.
Si sottolinea inoltre come la possibilità di lottizzare il tenimento di S. Antonio di Ranverso, con la proposta di allungamento della linea metropolitana, sia stata indicata dai giornali del 2005/2015 come una delle cause che avevano provocato il fallimento dell’Ospedale Mauriziano di Torino con modalità che hanno portato ad un lungo processo ed ad alcune condanne. (cnfr “La Stampa” 1/2013 “Il dissesto dell’ Ordine Mauriziano è stato causato dalla Regione”)
Dopo la ferma decisione di tutela sancita dalla Giunta Regionale del 4 agosto 2014, l’erosione del vincolo attuata in questa circostanza mediante la creazione, entro i confini dell’area protetta, di una attività che potrebbe facilmente essere collocata altrove, ci sembra il segnale preoccupante che si lavori a creare un precedente a cui, successivamente, far seguire tutti gli altri stravolgimenti secondo il consolidato schema di degrado che permette altro degrado e poi l’urbanizzazione perché i valori paesaggistici originari cessano di sussistere.
Pro Natura Piemonte rinnova quindi la richiesta di ritiro del parere positivo e il blocco dei lavori in corso; chiede inoltre di elevare le sanzioni previste con l’ingiunzione dell’immediato ripristino dello stato antecedente a questi lavori.
Ringraziando per l’attenzione, porgiamo distinti saluti.
Ma perché scrivono sempre dei pipponi infiniti?
Sono pipponi perché se devi contestare o denunciare una circostanza alla pubblica amministrazione devi scrivere ed elencare i fatti senza tralasciare le virgole. A sua volta chi è contrario a questo pippone ne scriverà un altro e il tutto finirà presumo in procura.
È da anni che inviano pipponi privi di base legale, che infatti non producono alcun risultato. Non basta scrivere pipponi per avere ragione.
La ghiaia di pregio si scava quando serve calcestruzzo di alta qualità e resistenza.
Ad esempio quello per i conci delle gallerie.
Tramontato o quasi il sito di Salbertrand per il recupero di inerti dalle terre di scavo (dette anche smarino), pessime di per se’ e pure inquinate se di risulta da utilizzo di frese TBM, un piano B (o forse A ma saggiamente taciuto) potrebbe dirsi ora indispensabile.
Il rispolvero di audaci percorsi autorizzativi appare quindi come espediente tra i più ovvi con un paio di dubbi.
L’apertura di questa cava non è troppo in anticipo rispetto ai fabbisogni TAV ancora decisamente remoti?
In pentola sta bollendo qualcos’altro?
Gomblotto!
….. Caselette….. In mano a colui che in valle ha la maglietta No TAV, a Torino quella del PD, Si TAV. Il nostro Mastella senza l abilità del mito di Ceppaloni.
Gent.mo Legionario, presume troppo.
La Procura della Repubblica per ora non ha ruoli, siamo in ambito amministrativo senza ipotesi di reati, semmai potrebbe esserci competenza del TAR.
Il destinatario, SOPRINTENDENZA ARCHEOLOGIA, BELLE ARTI E PAESAGGIO PER LA CITTA’ METROPOLITANA DI TORINO, è quello più competente per esaminare il pippone che “pippone” non è per nulla, essendo l’esposizione minima per essere presi in considerazione.
Bruno, qualcuno ti ha mai preso in considerazione?
Nemmeno Cavargna è stato mai preso in considerazione, come peraltro tutti i pippologi NoTav.
Chapeau!
Nessun complotto.
Due domandine facili per Curiosità e compagnia cantante.
Valore di un mc. di pregiata ghiaia?
Valore al mc. per stoccaggio definitivo di inerti privi di pregio e (si spera) non tossici?