CAVA DI RIVOLI: “UNA DISCARICA AL POSTO DEL BOSCO”

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di ROBERTO SARTO di “Rivoli Città Attiva”

RIVOLI – L’Amministrazione rivolese (con delibera di Giunta del 01/06/2023) si appresta a dare il via libera a Cave Druento s.r.l. per “ritombare” l’ex cava di via Valtellina, un’area di 35.000 metri quadri in cui si è riformato un bosco spontaneo di ciliegi, olmi, salici, noccioli … Il progetto prevede l’azzeramento del bosco e il riempimento dell’ex cava con 300.000 metri cubi di terre e rocce da scavo classificabili come sottoprodotti, terre e rocce da scavo classificabili come rifiuti, fanghi da inerti. Per almeno cinque anni 12 automezzi (con portata fino a 40t) percorrerebbero, in andata e ritorno, oltre 3 chilometri in Rivoli, passando per corso Francia, via Bruere, via Baveno, via Stresa, via Valtellina, con i conseguenti problemi di traffico, rumore, inquinamento, rischi per pedoni e ciclisti (non dimentichiamo che via Bruere è stretta e trafficata, con alcuni tratti senza marciapiedi, e c’è pure una scuola!). Problemi e preoccupazioni che associazioni e quartieri avevano sollevato già due anni fa. E il ponte? Dimensionato all’epoca per carichi civili, “gradirebbe” sollecitazioni prolungate da 40 tonnellate? Da dove arriverebbero poi i materiali? Buio assoluto. Nonostante le ripetute richieste, Cave Druento preferisce restare nel vago, non fornendo alcuna risposta precisa. Per ogni cantiere di arrivo si prevede una verifica al primo conferimento, e poi con cadenza annuale. Così pure si prevede un “controllo visivo” da parte dell’operatore presente allo scarico! L’intera operazione, denominata Recupero Ambientale, è descritta dal Sindaco e da Cave Druento come molto vantaggiosa per la città, perché, al termine del riempimento, l’area verrebbe ceduta al Comune, recintata e ricoperta con uno strato di un metro di terra, per farne orti urbani (a pochi metri dalla tangenziale, in piena zona di ricaduta di gas e polveri sottili …). In realtà, in palese contraddizione con le tante parole, anche di questa Amministrazione, per progetti di “riforestazione urbana”, per mitigare inquinamento e aumento delle temperature, qui si progetta di radere al suolo un bosco di quasi cinquant’anni, un polmone verde di Cascine Vica, tramutandolo in discarica, e facendo scorazzare per Rivoli, per almeno 5 anni, mezzi pesanti di 40t. Proprio un bell’esempio di costi-benefici. Certo, con questa operazione, nelle dissanguate casse del Comune entrerebbero gli introiti degli oneri di urbanizzazione. Ma, ci chiediamo: possiamo ancora pensare di far cassa a spese della qualità ambientale e della salute e sicurezza della popolazione?

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6 COMMENTI

  1. Bella foto redazionale, non propriamente rivolese ma pazienza, rende l’idea in modo adeguatamente sinistro.
    Trentacinquemila metri quadrati, bonificati e riportati a terreno vegetale, ceduti e messi a disposizione della città di Rivoli e dei suoi cittadini meritano attenzione e rispetto.
    Mi parrebbe più logico che questo comitato, anziché opporsi a priori con scarse possibilità di successo, si prodigasse perché questo recupero ambientale sia fatto con scrupoloso rispetto delle regole che le leggi in vigore hanno fissato per tutti, non solo per Rivoli.

  2. 300000 MC . Basta 1 MC. A casa di ognuno di quelli che non vogliono fermare il progresso. Incominciando da topo gigio, cirio, malignità, chiamare le cozze e segaioli vari.

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