REPORTAGE DI CHRISTIAN MASOTTI
DAL 18 al 26 febbraio circa 120 ragazzi Valsusini sono stati
protagonisti di una esperienza importante. Sono partiti grazie a “Terra del fuoco” per il
progetto del “Treno della memoria”, che si propone di portare ogni anno centinaia di
ragazzi sui luoghi della memoria, sui luoghi delle efferatezze della seconda guerra
mondiale.
Quest’anno il progetto comprendeva per la prima volta una micro-tappa intermedia, ai
gruppi E e D (ossia quelli della Valsusa) era stata assegnata la città di Praga. La partenza
ha avuto luogo presso piazza Castello, già dalle ore trascorse insieme a Torino vi era un
clima carico e ricco di aspettative, “sono caldissimo,non vedo l’ora!” diceva Marco, uno
degli educatori; in tutto il gruppo l’euforia era molta.
Il viaggio in pullman è stato faticoso, non senza imprevisti, ma non ci siamo lasciati
scalfire, e dopo 17 ore di viaggio sono arrivati nella capitale ceca.
Giovedì sono stati ospiti dell’ Istituto Italiano di Cultura, dove hanno incontrato il
direttore del centro, che ha elogiato iniziative di questo tipo. Questo ritrovo è stato anche
luogo di una proposta di collaborazione attiva tra “Terra del Fuoco” e l’istituto,ovvero
l’invito di Alessandro Azzolina (responsabile del Treno della Memoria Piemonte e
nazionale per le relazioni estere) al direttore, di portare Helga Weiss, scrittrice de “Il diario
di Helga” ma sopratutto sopravvissuta all’olocausto,al Salone del Libro di Torino.
Riprendendo la cronaca del viaggio, il primo “assaggio” ai luoghi della memoria è
avvenuto venerdì 20 a Terezin, città fortezza divisa in due parti, rispettivamente utilizzate
dai nazisti come ghetto ebraico e come campo di concentramento. La commissione
internazionale visitò Terezin, ma si fermò alla Grande Fortezza (la parte del ghetto, dove
vennero allestite attività quotidiane di vita, orchestre ecc) senza visitare la vera e propria
faccia della cittadina, quella del campo. Questa visita è stata utile per riflettere sul tema
principale del nostro viaggio, la propaganda. Abbiamo visto come i nazisti prendessero in
giro il resto d’europa, mostrandogli solamente ciò che volessero.
GUARDA LE FOTO DEL VIAGGIO DEI RAGAZZI VALSUSINI NEI CAMPI DI STERMINIO
Nel proseguimento della
giornata siamo stati a Ledice, al nordest di Praga. Questa cittadina è stata rasa al suolo
per ripicca dalle SS, dopo l’omicidio del possibile successore di Hitler, Heydric. Lo
sgomento e il forte impatto emotivo è stato generato dalla visione di una statua, che
rappresentava 88 bambini, trucidati senza pietà nella rappresaglia nazista; “erano tutti
diversi, questo mi ha colpito”,”sembravano vivi”, “parevano camminare”, queste le frasi
che meglio rappresentano il senso di tristezza e malinconia provato da noi ragazzi.
Sabato il viaggio verso Cracovia, la
nuova destinazione. Le attività sono riprese domenica 22, dove ci è stato proposto un
gioco di ruolo (a tappe) per le strade della città polacca. Dopo quattro giorni assieme i
ragazzi ormai avevano una forte empatia e sintonia, i sorrisi e le chiacchierate erano
ormai cose assodate. Alla sera sono andati a “Forty Kleparz” all’incontro con tutta la
comunità viaggiante di quella settimana, vi erano i ragazzi del Trentino e della Sicilia, dove
hanno avuto la possibilità,tramite attività organizzate,di confrontarsi sulle tappe
intermedie (di Praga, Leopoli e Vienna). Lunedì sono stati alla fabbrica di Schindler e al
ghetto ebraico, alla sera ci siamo nuovamente riuniti con gli altri ragazzi delle altre regioni
e abbiamo assistito ad uno spettacolo che metteva in scena la nota storia di Anna Frank.
Martedì 24 è stata la giornata clou del viaggio. Dopo incontri di preparazione, attività,
tappe di avvicinamento eccoci qua, pronti per smettere di parlare e cominciare a stare in
silenzio davanti a tali gesta. Si capiva fin dal mattino che quella visita ad Auschwitz e
Birkenau non poteva essere solo una semplice gita. Non lo sarebbe stato, non lo è stato.
Nei campi, fin dalla visita prima di pranzo, i volti erano concentrati ed esterefatti. Le
parole erano pari a zero, si comunicava a sguardi, non molti. Dopo avere visitato il campo
di Auschwitz, in pullman sono sbocciate spontaneamente piccole condivisioni, tutti
avevamo voglia di confrontarsi, non era possibile ciò che avevamo visto, “non si può
rimanere indifferenti!” esclama Erika, “ciò che abbiamo visto lascia un segno permanente nella testa di ognuno di Noi” aggiunge Sara.
Nel pomeriggio visita al campo di Birkenau, il campo di sterminio di Auschwitz. La
vastità di questo posto ha annichilito tutti. Ettari ed ettari pensati solo ed esclusivamente per
uccidere.Un silenzio desolante e di devastazione ci avvolgeva, racconta Federica:”
Quando vedi coi tuoi occhi la grandezza di quel cimitero a cielo aperto il cuore ti si ferma.
Passi da avere tutto al nulla, dal vivere al sopravivere”.
Certe immagini e certi posti il nostro intelletto non riesce a smaltirli subito, nelle
condivisioni svolte in ostello il giorno successivo spesso si era soliti dire “mi aspettavo di
rimanerci peggio”, piuttosto che “pensavo di piangere” ecc. Sono quelli momenti forti,
unici, che non sono subito interiorizzati a pieno. Solamente nei giorni successivi e col
rientro a casa si inizia a rendersi davvero conto della malvagità della quale noi siamo stati
solamente testimoni oculari a distanza di anni. Lo “smaltimento” di tali emozioni avviene in
maniera totalmente soggettiva, ma tutti noi ci accorgiamo che avviene, tutti hanno
impresse quelle immagini nella propria mente.
Mercoledì 25 dopo pranzo i ragazzi sono stati di nuovo convocati presiedere ad una attività che
Terra del Fuoco proponeva a tutti i ragazzi delle tre regioni.C’è stata l’assemblea plenaria
conclusiva, un bel momento gioviale, dove è stato possibie realizzarsi in un progettto che
ha reso ognuno di noi, o ha cercato di farci diventare cittadini attivi, che si impegnano nel
loro piccolo per un mondo dove ciò non accada più.
I ragazzi sono stati entusiasti di prendere parte a tale iniziativa, Alessia ha un sogno,
ossia quello che tutta la gente viva la propria vita nella pace, senza odio tra esseri umani,
Simone è orgoglioso di avere condiviso momenti sia difficili sia felici con i propri compagni
di gruppo, Giulia definisce il Treno semplicemente come una delle più belle esperienze
della propria vita.
E l’ arrivo a Torino di giovedì?Non volevamo più lasciarci, tanta era l’amicizia e l’armonia
creatasi tra noi, come dice Marcel:” è stato un’ esplosione di sentimento sfociata in un
caldo abbraccio che rassicurava il mio animo, non ero solo!”.