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dall’UFFICIO STAMPA CNSAS PIEMONTE
TORINO – Negli ultimi cinque giorni i tecnici del Soccorso Alpino e Speleologico Piemontese (CNSAS Piemonte) hanno effettuato sette interventi di soccorso rivolti a cercatori di funghi che si sono infortunati oppure smarriti in terreno impervio. In previsione del prossimo fine settimana quando molte persone si inoltreranno tra i boschi e le montagne piemontesi alla ricerca degli amati funghi, si raccomanda la massima cautela per non incappare in incidenti oppure perdersi.
Da un punto di vista statistico, nel 2017 le operazioni di soccorso rivolte a “fungaioli” hanno recuperato soltanto il 2% delle oltre 1.400 persone soccorse nel corso dell’anno dal Soccorso Alpino e Speleologico. Tuttavia si tratta spesso di interventi complessi per quanto riguarda la localizzazione e il recupero dei cercatori di funghi che solitamente si muovono lontano dai sentieri su terreni caratterizzati da fitti boschi, profonde gole e versanti esposti.
Dall’inizio del 2018, i tecnici del CNSAS Piemonte hanno già soccorso 26 persone di cui cinque decedute. Anche nel 2017 i decessi erano stati cinque, ma nell’arco dell’intero anno e a fronte di 53 persone soccorse. Era andata meglio nel 2016 con 29 persone soccorse e soltanto tre decessi. Negli ultimi cinque anni, l’anno peggiore è stato il 2015 con 91 persone soccorse e nove deceduti.
“Per quanto riguarda l’anno in corso – ha dichiarato Luca Giaj Arcota, presidente del Soccorso Alpino e Speleologico Piemontese – non stiamo ancora vivendo una situazione di allarme sugli incidenti ai cercatori di funghi. Tuttavia è importante lanciare un messaggio di prevenzione a tutti gli appassionati di micologia perché vengano adottate alcune basilari misure di sicurezza che possono salvare una vita o evitare di mobilitare le squadre di soccorso. Innanzitutto quando possibile non avventurarsi da soli e comunicare con precisione la propria meta. Inoltre indossare calzature adatte, in particolare scarponcini da trekking e non gli stivali di gomma che ancora troppo spesso vediamo ai piedi degli infortunati. infine è importante non fare troppo affidamento sui telefoni cellulari che sovente nelle zone migliori per i funghi non prendono a causa della conformazione del territorio“.
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L’articolo è coerente e sensato e un grazie ai volontari che si prodigano.solo una cosa non è cosi chiara.perché già alcune volte sono state interrotte le ricerche di notte?nel caso di condove ad esempio forse arrivare di notte avrebbe salvato una vita..Non è mai stato così negli anni passati,ma così c’è il rischio di far muovere parenti ed amici che non ci stanno.i volontari antincendio spengono anche di notte,se non possono farlo i ricercatori si deve strutturare in maniera diversa.e non è questione del pericoloso…di notte ben attrezzati ci si muove comunque,senza cercarsi rogne.succedesse ad un mio conoscente mi incavolarei e partirei,anche perché l’emergenza inizia con il mancato rientro a casa,quindi in serata..
forse non è tutto semplice come si può pensare. I VVFF spengono l’incendio anche di notte perché il fuoco fa LUCE anche se è sempre pericoloso.
Invece nel caso di condove non si mette a repentaglio la vita di altre persone, dice bene l’articolo che per due funghi si inoltra in posti scoscesi e pericolosi senza minimamente aver il senso di dove si va a finire. E poi mai da soli!!!!!!!!!!!!!!!!E soprattutto non considerarsi degli invincibili !!! il nostro corpo ha dei limiti e quindi rispettiamolo !!!!!!!!!
Cmq mi dispiace moltissimo per il signore di condove e per la sua famiglia, sentite condoglianze.