CHIOMONTE – “A 7 anni dalla riapertura…il Frais muore”. Non usa mezzi termini il proprietario degli impianti di sci, Marco Cerutti della società Dedalo, per lanciare l’allarme sul futuro della stazione sciistica di Chiomonte. “Questa sarà quasi sicuramente l’ultima stagione di apertura delle piste, ad aprile chiudiamo tutto – spiega Cerutti a ValsusaOggi – non ci sono più le condizioni per continuare. Il Comune ha fatto morire questa stazione. Forse mi sbaglio, ma sembra che dietro ci sia una strategia ben precisa, con qualcun altro alle spalle”.
IL PROGETTO DI RILANCIO DEL FRAIS PRESENTATO A REGIONE, FONDAZIONE E COMUNE
L’amministratore di Dedalo mostra carte e documenti: “Da tempo abbiamo presentato in Comune, alla Regione, a FinPiemonte e alla Fondazione Postolimpica il progetto di rilancio del Frais, che prevede un investimento importante da parte dei privati, in aggiunta all’utilizzo dei fondi del Tesoretto di Torino 2006 e delle compensazioni Tav – aggiunge Cerutti – dai vari enti abbiamo ricevuto apprezzamenti, ma alla fine l’hanno messo nel cassetto. Proprio il 17 gennaio l’ingegnere Livio Dezzani ha depositato in municipio le ultime note relative al nostro dossier di recupero della stazione invernale. Ma pare che il Comune voglia avviare un’operazione alternativa avvalendosi dell’associazione ImprenDoc con Roberto Garbati, ex presidente Iren. Realizzando coi soldi del Tesoretto una nuova seggiovia inutile (quella dello Scoiattolo) per toglierci di mezzo, in un’area priva di innevamento artificiale e tagliando fino a 1000 alberi con un danno ambientale incalcolabile. Ma che titoli ha quest’associazione per occuparsi delle piste del Frais? Sembrerebbe un’azione di concorrenza sleale, tra l’altro punibile secondo il codice civile”.
“POSSIBILE CONCORRENZA SLEALE DALL’ASSOCIAZIONE IMPRENDOC”
In che senso concorrenza sleale? “Ricordo che la nostra proprietà gestisce le piste del Frais da 70 anni, ha il diritto di utilizzo di tutte le aree sciabili e dei terreni, ha realizzato tutte le piste, ha gli impianti di innevamento e due sciovie, oltre alle attrezzature e le cubature – risponde Cerutti – senza dimenticare che per 15 anni abbiamo ancora la concessione d’utilizzo delle acque per la produzione della neve artificiale e dell’energia idroelettrica. Se nonostante tutto questo, ad un certo punto, il Comune decide di realizzare nella stessa area sciistica una nuova seggiovia e affidarsi ad un’associazione come ImprenDoc, che non si è mai occupata delle piste di sci, non c’è qualcosa di strano?”.
Il paradosso di questa vicenda è che Cerutti vorrebbe proseguire: da due anni ha preparato il piano di rilancio della stazione assieme ad un investitore importante. “La società Acs International Pharma Group srl di Roma, leader nel settore farmaceutico, è il nostro partner pronto ad investire su Pian del Frais per il recupero ed il rilancio della stazione – spiega – hanno presentato da tempo un dossier con il programma degli investimenti diretti. Perchè non ci permettono di farlo diventare realtà?”.
In cosa consiste questo piano di recupero del Frais? “Gli obiettivi prevedono la realizzazione di tre opere che porterebbero nuovi posti di lavoro a Chiomonte, legati al turismo – dice Cerutti – 1) Il “Polo didattico” dedicato alla formazione dei giovani nei settori dell’enogastronomia e dell’accoglienza alberghiera. La struttura, in collaborazione con qualificate scuole alberghiere italiane e straniere, può essere attiva per buona parte dell’anno ed ospitare circa 130 alunni. 2) La creazione di un “Campus biomedico e Villaggio della Salute”: un centro di formazione internazionale in medicina e scienza dello sport, con centro medico di ricerca specialistica, dalla capacità ricettiva di circa 50 camere. 3) Il Centro di allenamenti e test ufficiali della Rossignol, che già da prima delle Olimpiadi ha un accordo con noi per poter testare al Frais i propri materiali da sci con tutti i suoi atleti. Si tratterebbe di ospitare al Frais, da dicembre ad aprile, circa 1000 atleti a rotazione di fama internazionale, oltre a poter pubblicizzare la stazione in ogni attività di marketing sui canali già utilizzati dalla Rossignol. Il gruppo Acs ha già presentato i progetti di queste opere”.
Ma non solo: il dossier di recupero di Pian del Frais prevede anche un nuovo assetto degli impianti, aumentando l’area sciabile. “La proposta di ACS è semplice e lineare – scrive Dezzani nel documento di sintesi inviato in Comune – si vuole puntare su un netto potenziamento della direttrice Frais/Pian Mesdì tramite un nuovo impianto a 4 o 6 posti ad ammorsamento automatico, che porti gli sciatori in quota (fino ai 2200 metri) lasciando la più ampia libertà di lunghe discese”. Il progetto prevede la costruzione di un nuovo impianto al posto dell’attuale skilift. Inoltre Acs propone di spostare verso est l’altro impianto comunale “Frais-Sauzea”, permettendo di valorizzare l’area sciistica verso Gravere, che sarebbe così dedicata ai principianti. “Il risultato finale sarebbe quello di ampliare l’area sciabile di 1/3 rispetto a oggi – aggiunge Cerutti – ottenendo fino a 40 km di piste di sci in più”.
LA QUESTIONE ECONOMICA
Al centro di tutto c’è la questione economica: il progetto presentato da Cerutti e Acs prevede che per realizzare la nuova seggiovia Frais – Pian Mesdì si possano utilizzare i 3 milioni di euro destinati a Chiomonte dal Tesoretto Olimpico: “Dalle verifiche effettuate con il presidente della Fondazione Valter Marin, è emerso che esiste un’apprezzabile disponibilità a favore di Chiomonte, per ora valutabile in 3 milioni di euro, oltre a 600mila euro già stanziati, che potrebbero essere riutilizzati per la dorsale, qualora il Comune ne faccia rapidamente richiesta – scrive Dezzani nel dossier – affinché tale somma possa essere investita, occorre tra i vari aspetti che l’impianto realizzato sia pubblico, il che può portare anche ad un intervento finanziario da parte della FinPiemonte Spa”.
“Il progetto base di Acs prevede un investimento totale di 12 milioni di euro tra pubblico e privato, nella sua versione minima (il progetto più ambizioso prevedeva un investimento di oltre 20 milioni di euro ndr) – aggiunge Cerutti – 6 milioni di euro dovrebbero essere stanziati dagli enti pubblici per sistemare gli impianti di risalita, mentre l’Acs è pronta ad investire altri 6 milioni di euro per le opere di ricettività turistico-alberghiera”.
Ma i soldi pubblici chi li tirerebbe fuori? “Si possono utilizzare i 3 milioni già disponibili del Tesoretto Olimpico, oltre ai fondi per le opere di compensazione legate alla Tav – risponde l’amministratore di Dedalo – non a caso avevamo già presentato una prima bozza del progetto di rilancio del Frais nel 2015 anche al presidente dell’Osservatorio della Torino-Lione, Paolo Foietta. Con i fondi della Tav si può davvero far rinascere il Frais e garantire un futuro turistico a Chiomonte”.
Eppure, ad oggi, il dossier di rinascita dell’Acs è stato accantonato da tutti: Regione, Fondazione Postolimpica, Comune di Chiomonte. Per quale motivo? “Il Comune ci ha boicottato nonostante sia stato presentato alle istituzioni un progetto serio e credibile. Preferiscono puntare su Imprendoc, che non ha alcun strumento e mezzo per gestire le piste, realizzando l’inutile impianto dello Scoiattolo e buttando via soldi pubblici – conclude Cerutti – la conseguenza sarà la chiusura delle piste dal prossimo inverno, perchè in queste condizioni non possiamo andare avanti”.
Complimenti per la tenacia profusa per restare in prima fila in una corsa senza vincitori.
Una bella iniziativa privata messa in piedi con i soldi di pantalone, compresi quella che dovrebbero scaturire dalla cornucopia delle vane promesse Tav, che chiamarle “compensazioni” è un modo come un altro per scatenare vorticose doppie rotazioni un palmo sotto la cintura.
Investire nella neve a bassa quota è “fuori tempo e fuori scala”, citazione di Renzi Matteo il magnifico in merito ad altro contesto valsusino ma pertinente con l’argomento.
Nostalgie dei tempi della Valanga azzurra e dei treni della neve mi rendono caro il Frais ancora oggi ma prendere atto del cambiamento climatico intervenuto nel frattempo è purtroppo doveroso. Per tutti e nell’interesse di tutti.
Con le risorse occorrenti a questo piano si potrebbero fare miracoli nel settore specifico anche altrove, con risultati ben più lusinghieri.
Tre esempi in Valle che potrebbero essere destinatari di nuovi impianti di risalita:
– Recupero del comprensorio Beualard Rifugio Rey, Rocca della Garde, San Giusto, restando nel filone nostalgia.
– Collegamento di Moncenisio capoluogo con il comprensorio francese Val Cenis, aprendo agli sport invernali una vasta area ricca di potenzialità turistiche.
– Collegamento Melezet-Montgenevre attraverso Passo della MulattIera, Col des Acles e Mont Chalvet, aprendo prospettive nuove per Bardonecchia, ora confinata in una conca troppo angusta.
E’ probabile che di tanta grandiosità non se ne farà nulla, auspico quindi per il Frais di continuare a soddisfare con le proprie risorse le migliaia di sciatori che fedelmente continuano a preferirlo.
Al buon signor Bruno dico che di soldi pubblici l’alta valle ne ha già presi abbastanza e onestamente siamo stufi di foraggiare il bacino voti del PD e di altri pseudo politici.riguardo ai cambiamenti climatici non mi sembra ancora arrivata la desertificazione sopra Chiomonte quindi la teoria del caro Renzi la lascio ai boccaloni.hanno fatto morire l’aquila, il col del lys ma grazie a persone come Cerutti e il buon geppe del lys queste piccole realtà continueranno a vivere.meglio 10 giornalieri al frais che regalare 45 euro al alta valle.
Posso comprendere la rabbia di Marco Cerutti e sicuramente ammirare la sua tenacia, ma per contro è opprimente scoprire che ogni volta che si parla di tesoretto olimpico o “compensazioni” TAV tutto diventa fumoso e quasi sempre dietro c’è un progetto di qualche privato. Possiamo dire chiaramente che i soldi di pantalone invece che andare in opere di pubblica utilità diventano affari privati oppure vengo fatte passare per compensazioni tante cose che dovrebbero essere DIRITTI ?
Sindaco dimetti assieme a tutta la tua giunta! Vivresti meglio e procureresti alcun danno ai chiomontini!!
In tutto l inverno sei mai salito al Frais, e vuoi esser sindaco dei fraissini.
A proposito del recupero comprensorio Beaulard rifugio Rey penso sia una proposta fattibile con costi non esorbitanti la creazione di un collegamento con la punta del colombo ad est del sentiero estivo che sale dall’abitato di Puys.
P.s.Punta del Colomion (Bardonecchia)
Se il Frais muore sarà una sconfitta per tutti. Dopo anni di litigi siamo di nuovo qui al punto zero. Non conosco le ragioni dell’uno o dell’altro ma chi ci rimette é chi il Frais lo ama davvero. Che vergogna!
Beaulard? Intendete quel paesino triste e senza servizi di base? Beaulard fallì non per mancanza di neve ma per mancanza di appeal e non solo. A favore del Frais gioca la vicinanza a torino e il fatto d’esser a misura di famiglia. Ma ai teorici dello “sci in grande” non interessa, loro che vanno in montagna per fare giusto due discese buone per i selfie e poi passano la giornata al bar. I teorici son gli stessi che ci hanno privato dell’ Aquila, del Col del Lys e che, se gli diamo tempo, farebbero fallire anche Ala di Stura e Pian Benaut.
Spiace vedere che il Frais debba morire di nuovo, ora che s’è deciso di spostare la Sauzea dove è giusto che sia. Ma, forse, il Comune di Chiomonte ha deciso di dare il ‘coup de grace’ alla sua lenta agonia…