COAZZE, COLLE DELLA ROUSSA: “NON COSTRUITE LA STRADA, DANNEGGEREBBE L’AMBIENTE”

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Foto del comune di Giaveno

RICEVIAMO E PUBBLICHIAMO

COAZZE – Da alcuni anni illustri esperti di varie discipline, da quelle economiche a quelle sociali, da quelle ambientali a quelle turistiche, ripetono in vari interventi, studi e relazioni specialistiche, il mantra dello “Sviluppo sostenibile” come modello da seguire per trasformare la società moderna, che si dovrebbe in tempi brevi, indirizzare verso nuovi modi di intendere l’uso del territorio e dell’ambiente. Non più di tipo predatorio, interessato soltanto a sfruttarne le risorse, impoverendolo però senza ritegno e senza limiti, ma pensando alle persone e alle generazioni più giovani: anche loro hanno tutto il diritto di abitare in luoghi il più possibile preservati e naturali, come in parte li abbiamo potuti vivere e percorrere noi, dagli anni ’50 in avanti, anche attraverso contraddizioni stridenti, impoverimento delle terre di montagna, spopolamenti e migrazioni verso le città industriali in Italia o anche oltre confine.
Abbiamo letto con sorpresa e smarrimento in un recente articolo di cronaca apparso su giornale locale e riferito alla Val Sangone, e in particolare alla zona di montagna di Forno di Coazze e del Colle della Roussa, che si sta progettando di costruire una nuova strada che metterebbe in collegamento questi luoghi con il comune di Roure in Val Chisone, con l’intento di rompere un ipotetico isolamento che, sono le parole del Sindaco di Coazze Paolo Allais convinto sostenitore del progetto, rende “la Val Sangone una riserva. Per portare turismo dobbiamo aprirci alle altre valli”.
Emerge dall’articolo che il Parco Alpi Cozie, ha convocato il Sindaco Allais pochi giorni addietro, esprimendo un parere favorevole all’opera proposta, con il giudizio positivo del CdA del Parco presieduto da Alberto Valfrè: “Abbiamo avuto parere positivo alla realizzazione di una strada bianca accessibile a bici e moto, non agli automezzi se non quelli di soccorso”, con una larghezza di 1,50 – 1,70 metri e lunghezza di circa un chilometro sopra il Rifugio Fontana Mura e di tre chilometri scendendo verso la Val Chisone, e il progetto prevede inoltre l’apertura alle moto della strada del Sellery.
Chi conosce questi luoghi, si rende facilmente conto che sono collegati già ora da una strada sterrata, che giunge fino alla quota delle bergerie e del Rifugio Fontana Mura a 1726 m slm, mentre con la nuova strada si salirebbe a motore fino al Colle della Roussa posto a 2019 m slm: molte e negative sarebbero le evidenti ripercussioni sull’ambiente naturale e sul fragile equilibrio che si è conservato, tra chi lavora in quota, gli animali e le molte persone che vanno a scoprire, passo dopo passo, una zona ancora ricca di fascino e di suggestioni antiche.
Lo scavo e l’apertura della nuova strada cancellerebbero questo microambiente e il suo forte richiamo, avvertito intensamente da chi, al contrario, intende il “turismo sostenibile” non come uno slogan effimero e appiccicato quasi per moda o per convenienza da sfruttare, ma come la possibilità di immergersi in una realtà naturale preziosa e vivibile nella sua ruvida semplicità: d’altra parte i finanziamenti e gli investimenti possono riguardare invece altre priorità ed urgenze, a partire dalla salvaguardia del territorio che anche in Val Sangone, come nelle valli vicine, si dimostra spesso trascurato e indebolito dall’incuria e dalle mancate o insufficienti manutenzioni, come le frane, gli smottamenti o gli allagamenti, purtroppo ci ricordano troppo spesso.
Siamo convinti che anche le storiche Associazioni ambientaliste, da Pro Natura Piemonte a Legambiente, insieme a molti altri movimenti di cittadini consapevoli e attenti, attivi specie tra i più giovani su queste tematiche, si stiano muovendo al fine di evitare nuove “grandi e piccole opere inutili e devastanti”, facendo sentire la loro voce contraria a queste proposte prive di futuro e legate, irrimediabilmente, al passato.
Renzo Canalia
Wanda Combetto
Alessandra Trevisan
Nino De Amicis
Marinella Bertolo
Laura Andreis
Domenico Zambon
Elisabetta Lambert
Silvia Parvopassu
Silvano Giordani
Maria Pia Corradin
Silvia Donadio
Giuseppe Misuraca
Sandra Bongiovanni
Floriana Canalia
Monica Montabone
Umberto Vesco
Laura Davì

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3 COMMENTI

  1. Come disse Cetto La Qualunque.
    Laminchiata giusta al momento giusto.
    Momento giusto nel senso che anni e anni per fare la Asti Cuneo e pensate di fare porcheria nel nostro parco?
    No grazzie

  2. Come direbbe cetto la qualunque? La mischiata giusta al momento giusto. Momento giusto inquanto ora si può fare tutto con il parroco, ma una ciclabile lungo la strada che collega avigliana giaveno?
    Si metterebbe in sicurezza una strada molto frequentata dai ciclisti. E poi che c’entrano le moto o i quadri al colle della russa. Li ci vuole il silenzio in rispetto della pastorizia e gli animali che ci vivono.
    Grazzie non serve a nessuno.

  3. Sembrerebbe un tracciato fatto apposta per le e-mtb oggi molto diffuse. Le larghezze indicate nell’articolo non si adattano al transito in doppio senso delle bici ed ancor meno delle moto. Si rischia poi di dover fare una variante per allargare il percorso. Poi si dovrebbe corredare il tracciato di segnaletica stradale verticale “inquinando visivamente”un poco la zona rendendola simile ad un parco cittadino. L’unica cosa che si potrebbe fare è sistemare il sentiero , nel tratto dal fontana mura sale al colle, ove soggetto a erosioni o dissesti . Per il resto non c’è necessità di portare al colle dei motori o troppe e-mtb. Sistemando il sentiero si può salire in bici a spinta o portage e poi godersi l’ambiente primordiale del colle e la sua tranquillità. Sarebbe invece da migliorare il tracciato pedonale verso il lago Rouen per agevolare i camminatori a compiere tale escursione. Per una volta le strade lasciamole in pianura e i delicati pendii alpini lasciamoli stare in quanto fragili ed a rischio erosione a causa delle piogge sempre più violente.

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