CONDOVE – Giovedì 25 aprile il Museo Valsusino della Resistenza aprirà le sue porte alle visite del pubblico (ore 14.30-18): uno degli appuntamenti divenuti consueti dal 2014 ma che diventa speciale in questo 2024, proprio perché ricorre quest’anno il decennale dall’apertura di questo presidio culturale.
L’anniversario è stato celebrato venerdì 19 aprile nella Biblioteca “Margherita Hack” di Condove, con la presentazione delle attività e della nuova catalogazione dei reperti, della biblioteca e della documentazione conservati al museo, inaugurato il 23 aprile 2014 dalla sezione ANPI di Condove-Caprie con l’obiettivo di conservare e trasmettere la memoria storica degli avvenimenti resistenziali che si svolsero nella media e bassa Valsusa: fu un momento di particolare emozione a cui Tgr Rai Piemonte dedicò un servizio firmato da Michele Ruggiero, diventato per alcuni versi il fil rouge che accoglie i visitatori. Da quella data in avanti, il museo ha aperto le porte a scuole, a cittadini, ad associazioni non solo del territorio ma anche di altre regioni come l’Emilia Romagna e la Lombardia e a visitatori francesi, georgiani, spagnoli e tedeschi. La collezione museale esposta nelle sue sale comprende reperti storici, oggetti e documenti originali donati da privati, ex partigiani, associazioni ed enti. “La donazione di un oggetto è un momento importante e si accompagna sempre a racconti di vicende complesse che portano alla luce avvenimenti e relazioni sociali quasi dimenticate – spiega Aurora Tabone, curatrice del Museo – Racconti lunghi ed intricati a volte con buchi e imprecisioni, ma dai quali tutti noi, impariamo la storia della comunità, la nostra storia”.
Sono tanti gli oggetti esposti che parlano al visitatore: il giaccone di cuoio nero del commissario politico, gli stivali del soldato tedesco; il bastone da passeggio dimenticato dell’ufficiale nazista nel corso di una perquisizione in una “cantina” di Mocchie; la borraccia del soldato condovese mandato a combattere in Montenegro che, dopo l’8 Settembre, si unisce alla Resistenza jugoslava e diventa il sergente Vinko; il casco di un aviatore inglese paracadutato in zona; la radio da cui si ascoltava clandestinamente Radio Londra; la fotografia del cane tedesco Dick che dopo la morte del suo proprietario, un ufficiale tedesco scomparso probabilmente in un attacco partigiano, rimane con gli abitanti della casa che era stata sequestrata dall’occupante. Così come la lapide nascosta dalla vegetazione, posta all’ingresso della ex scuola di Valgravio che fu per un breve periodo un piccolo ospedale partigiano e dove venne portato Canio Cervellino, soldato lucano unitosi ai partigiani locali, colpito a morte dai repubblichini lungo la mulattiera.
Attraverso i percorsi guidati all’interno dell’edificio e all’esterno, sui sentieri partigiani, il museo è diventato il racconto di una comunità e di fatto il museo continua a vivere perché sostenuto dalla partecipazione numerosa di un pubblico attento di generazioni diverse, che vuole conoscere il passato anche attraverso la narrazione legata agli oggetti donati, ai poster, agli scatti fotografici dell’epoca. Capita anche che alcuni anziani arrivino in visita al Museo non per ascoltare, ma per raccontare piccoli frammenti di storia vissuta di cui sono stati protagonisti dimenticati.
“In questi dieci anni abbiamo catalogato, organizzato visite didattiche guidate rivolte ai giovani studenti delle scuole del territorio, garantito l’apertura del museo in occasione delle ricorrenze istituzionali, mappato sentieri partigiani per far conoscere i luoghi dove operavano le brigate partigiane dal 1943 al 1945, in particolare la 114a e la 17a e riportato alla luce un nuovo percorso», sottolineano gli altri curatori Luciano Midellino e Franco Boetto. Ma non solo: nel 2017 il Museo il museo è diventato membro della rete nazionale di musei e luoghi di memoria dell’antifascismo, della deportazione, della Seconda Guerra Mondiale, della Resistenza e della Liberazione in Italia, denominata “Paesaggi della memoria” che, mediante attività di approfondimento e formazione, promuove presso l’opinione pubblica la conoscenza storica e la coscienza civile di cui tali luoghi sono portatori. Sempre a partire dalla documentazione e dalle esperienze didattiche con i giovani delle scuole del territorio e della città metropolitana, in visita al Museo e sui sentieri partigiani della montagna di Condove, nel 2021 è stato pubblicato il libro “Percorsi di viaggio con il Museo valsusino della Resistenza ANPI Condove-Caprie”.
Alla serata di Condove, presentata dal Presidente della sezione ANPI locale, Gigi Giuliano, hanno preso parte, tra gli altri, il giornalista Michele Ruggiero che documentò televisivamente dieci anni fa l’apertura del Museo e la vicesindaca di Condove, Chiara Bonavero. Il vicepresidente ANPI provinciale, Francesco Aceti, e il Presidente dell’Unione Montana Valle Susa, Pacifico Banchieri, nei loro interventi hanno garantito il loro appoggio ai progetti di sviluppo e la completa integrazione del Museo Valsusino della Resistenza nei percorsi culturali di memoria storica della provincia di Torino.