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di NORMA RAIMONDO
CONDOVE – Confrontiamoci e dateci una mano. È l’appello che giunge dal Sipla, Sindacato dei piccoli lavoratori autonomi, che giovedì, per mano del suo presidente Piero Bruno, consigliere di minoranza a Condove, ha inoltrato una raccomandata indirizzata al Presidente del Consiglio Giuseppe Conte ed ai ministri Matteo Salvini e Luigi Di Maio.
“Da più di 30 anni – scrive Bruno – cerchiamo di tutelare le micro imprese, infatti al nostro sindacato possono aderire e votare in assemblea solo le aziende che tra soci e dipendenti non superino i cinque addetti. Dovremmo fornirvi tutte le lettere che abbiamo spedito al Presidente della Repubblica ed ai precedenti Presidenti del Consiglio, senza mai avere riscontro“.
Il Sipla vuole confrontarsi e fornire tutte le indicazioni utili a reperire i fondi necessari ad attuare il programma di governo, a risolvere il problema dello spread, a consentire uno stile di vita dignitoso. “Siamo consapevoli che per cambiare le cose in Italia bisognerà fare delle scelte che determineranno per qualcuno grosse perdite di denaro e la perdita di agevolazioni e privilegi. Mattei, Moro, Falcone, Borsellino, hanno perso la vita per degli ideali, ma gli italiani che vi hanno votato si aspettano grandi cose da voi. I nostri associati sono allo stremo. Oggi chi apre una partita iva non ha garanzie e viene visto come un folle: nessuna protezione, la mutua per i lavoratori autonomi non esiste, qualche tutela c’è per le donne in gravidanza, ma la cassa integrazione non è applicata per artigiani, commercianti e contadini. Se un piccolo commerciante chiude la sua attività non è supportato dallo Stato, se un commerciante difende l’incasso va a finire in galera. Anche la nuova legge sulla tutela dei dati mette in grave difficoltà le micro imprese“.
Il Sipla vorrebbe avere voce in capitolo proprio in quanto quotidianamente avvezzo a confrontarsi con questi problemi. “Lo Stato che dovrebbe proteggere le imprese si rivolta loro contro con tasse inique, funzionari arroganti. Richiediamo da anni che le richieste a commercianti ed artigiani siano messe per scritto e firmate dai funzionari, invece un funzionario afferma una versione, un altro la modifica ed applica una sanzione a chi non ha ottemperato. La fatturazione elettronica per le piccole imprese che effettuano meno di 200 fatture all’anno dovrebbe essere facoltativa. E, non ultimo, la nuova legge europea sulla tutela dei dati mette in grave difficoltà le micro imprese“.
Ma l’attenzione è alta anche sul tema pensioni. “Pensiamo che un commerciante, artigiano, contadino che ha lavorato 40 anni e ha 60 anni meriti di andare in pensione con un importo decente, almeno 1.000 euro al mese, e che non debbano esistere pensioni di importo superiore ai 5.000 euro mensili. Il reddito di cittadinanza e la cassa integrazione sono necessari, ma non per vedere nullafacenti in circolazione. I beneficiari potrebbero recarsi nei comuni di residenza e svolgere mansioni inerenti alla qualifica, fare corsi per migliorare la propria specializzazione, aiutare le persone anziane sole, ecc.. Invece, fino ad oggi, chi era in cassa integrazione svolgeva lavoro nero danneggiando gli artigiani con una concorrenza sleale“.
Piero Bruno e soci non dimenticano una delle forze italiane, il turismo. “Bisognerebbe puntare molto su questo aspetto, specialmente al sud, consentendo alle aziende minacciate ed alle loro famiglie di poter essere protette dall’esercito a vita“. Insomma, suggerimenti per migliorare la qualità della vita ne vengono forniti molti, insieme a tutti i recapiti disponibili per chi volesse contattare il Sipla. Ora bisognerà vedere se, tra le mille priorità del nuovo Governo, figureranno anche Condove e i suoi problemi.
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