di CARLO GIACONE (sindaco di Giaveno)
BOLLETTINO RIASSUNTIVO DELLA SITUAZIONE A LUNEDÌ 11 MAGGIO 2020
NUMERO DEI CITTADINI RESIDENTI A GIAVENO RISULTATI POSITIVI: 42
DI QUESTI 42:
– 36 IN ISOLAMENTO PRESSO LA PROPRIA ABITAZIONE DI CUI 12 DEL PERSONALE SANITARIO E 9 DI LORO SONO IN ATTESA DEL SECONDO TAMPONE NEGATIVO PER LA COMPLETA GUARIGIONE.
– 4 RICOVERATI IN STRUTTURA OSPEDALIERA.
– 2 IN STRUTTURA PER ANZIANI.
DALL’INIZIO DELLA CRISI E FINO ALLA DATA ODIERNA IL NUMERO DI CITTADINI RESIDENTI A GIAVENO DECEDUTI È DI 4
NUMERO CITTADINI RESIDENTI GUARITI: 21
Un nuovo ragazzo da poco maggiorenne è risultato positivo al Covid-19. Lui, come gli altri giovani contagiati, è componente di un nucleo dove già sono presenti il padre o la madre positivi. Questo dimostra ancora di più che i luoghi del contagio si concentrano in tutti gli ambienti sanitari, quindi ospedali e ambulatori, nelle case di riposo e nel proprio domicilio, e anche per questo è fondamentale, per isolare il virus, effettuare i tamponi a tutti i componenti dei nuclei famigliari interessati dall’infezione. Non sono più sufficienti i 15 giorni di isolamento fiduciario ma serve uno screening anche sugli asintomatici presenti in famiglia.
Un uomo di 49 anni, che lavora nell’ambito delle forze dell’ordine, è finalmente guarito. I migliori auguri a lui e alla sua famiglia.
TEST SIEROLOGICI
Sul sito della Regione vi è un elenco aggiornato dei laboratori privati che effettuano, a totale costo del cittadino, i test sierologici per individuare la presenza degli anticorpi contro il Covid-19.
Vi avevo già scritto su questi test tempo fa. Continuo a seguire attentamente la questione dei sierologici ma per ora non ci sono chiare indicazioni da parte della Regione e dell’Asl sull’utilizzo dei risultati di questi test e su un eventuale attivismo degli enti locali come il Comune.
Secondo il Ministero della Sanità i test “non possono, allo stato attuale dell’evoluzione tecnologica, sostituire il test molecolare basato sull’identificazione di RNA virale dai tamponi nasofaringei”, né forniscono alcun “patentino di immunità”, in quanto “un test anticorpale positivo indica se la persona è stata infettata da SARS-CoV-2 (se IgM positivi: infezione recente; se IgM negativi e IgG positivi: infezione passata), ma non indica necessariamente se gli anticorpi sono neutralizzanti, se una persona è protetta e per quanto tempo, e se la persona è guarita. E anche un test anticorpale negativo può avere vari significati: una persona non è stata infettata da SARS-CoV-2, oppure è stata infettata molto recentemente (meno di 8-10 giorni prima) e non ha ancora sviluppato la risposta anticorpale al virus, oppure è stata infettata ma il titolo di anticorpi che ha sviluppato è, al momento dell’esecuzione del test, al di sotto del livello di rilevazione del test”.
In una nota inviata ai Medici di Base, la FIMMG, che è il maggior sindacato della medicina generale, ribadisce che: “I test sierologici ad oggi non hanno valore diagnostico. La positività o negatività degli anticorpi non aiuta a sapere con sufficiente sicurezza se una persona è sana o malata, immune o recettiva. Per questo il medico non prescriverà, fino a nuove disposizioni, alcun test sierologico. Eventuali test eseguiti privatamente o sul posto di lavoro in cui siano presenti anticorpi per il Coronavirus comporteranno obbligatoriamente da parte del proprio medico di base che ne viene a conoscenza una segnalazione al Servizio d’Igiene Pubblica con obbligo di quarantena fino all’esecuzione di un tampone con esito negativo le cui tempistiche non dipendono dal medico”.
Voglio prima confrontarmi con degli esperti del territorio, che cercherò di riunire in settimana, per potermi esprimere su questo genere di test e magari individuare dei soggetti al quale sottoporlo, sempre su base volontaria ovviamente. Per ora è data facoltà al singolo cittadino di rivolgersi a dei laboratori privati che stanno effettuando i test, ma è consigliabile sempre confrontarsi preventivamente con il proprio medico di base. Per ora è certo che l’esito del test non permette di consegnare alcun “patentino d’immunità”.
COMMEMORAZIONE OSSARIO DI FORNO DI COAZZE
Ieri, domenica 10 maggio, si sarebbe dovuta svolgere la cerimonia di commemorazione che ogni anno si tiene a Forno di Coazze per ricordare le vittime dei rastrellamenti del maggio 1944. Nonostante le restrizioni per le manifestazioni, anche quest’anno, uno dei principali luoghi della memoria della Valle, dichiarato cimitero di guerra nel 2005, ha mantenuto vivo il ricordo dei martiri trucidati nel “Maggio di Sangue”, il 16 maggio del 1944.
Grazie al Sindaco di Coazze Paolo Allais e al vicesindaco Pierluigi Dovis che ci hanno rappresentati tutti deponendo un mazzo di fiori presso la Fossa Comune e uno all’Ossario, leggendo i nomi di tutti i Caduti per la libertà.
ESTATE RAGAZZI E CENTRI ESTIVI
Insieme all’Assessore ai servizi educativi Anna Cataldo stiamo lavorando per capire come permettere ai ragazzi e alle ragazze di Giaveno di poter “frequentare” dei centri estivi come si faceva negli anni passati. Sicuramente bisognerà cambiare le modalità d’accesso a questi servizi ma non vogliamo precludere questa possibilità ai bambini, alle bambine e alle loro famiglie. Dopo mesi di quarantena forzata anche per loro è fondamentale avere dei momenti di socialità e di ritorno alla normalità con dei momenti educativi e di svago.
Siamo in attesa di linee guida univoche e chiare da parte di Governo e Regione per poter progettare questi servizi in piena sicurezza per i ragazzi, per gli educatori e per i volontari. Speriamo che arriveranno presto le indicazioni ministeriali e regionali.
Nella bozza del decreto di maggio allo studio del governo è prevista la detraibilità per l’iscrizione dei figli minori ai centri estivi e anche un incremento dei fondi nazionali. Questo significa che stanno anche lavorando per indicare ai Comuni, agli oratori e a tutti quei soggetti interessati come, dove e quando poter progettare il servizio.
Entro venerdì dovrebbero esserci le nuove linee guida nazionali per dare la possibilità di riaperture per il 18 maggio anche per alcuni negozi dove la riapertura era prevista in un prima momento per il primo giugno, quindi bar, ristoranti, negozi di abbigliamento, parrucchieri e centri estetici.
I dati a livello nazionale sono confortanti, un po’ meno purtroppo per la Lombardia e il Piemonte. L’Inail e il comitato tecnico-scientifico stanno lavorando sui protocolli di sicurezza da attuare per ogni settore. Verrà dato ampio margine alle Regioni sia in senso restrittivo che per programmare altre riaperture. Quindi bisogna restare in attesa delle decisioni che verranno assunte per capire cosa accadrà dal 18 maggio in poi.
Capisco le difficoltà dei vari esercenti commerciali che sono ancora nel limbo ma capisco anche le difficoltà degli amministratori e di chi legifera nell’assumersi determinate responsabilità. Sappiamo tutti quali sono le conseguenze di un possibile aumento dei contagi.
Per questo, lo ripeto fino allo sfinimento, oltre alle scelte che verranno fatte dalle Istituzioni, sarà il nostro comportamento, l’utilizzo dei dispositivi di protezione e il distanziamento sociale che ci permetteranno di tornare pian piano ad una vita normale.
Un caro saluto a tutti.
Mi domando come si faccia a mettere due malati di covid in una residenza per anziani… anche fossero già stati li prima, bisognava spostarli immediatamente in un reparto idoneo di ospedale, non fare rischiare la pelle a tutti gli altri ospiti… da nord a sud in Italia c’è stata ed è in atto una strage silenziosa degli anziani, che non solo sono costretti a lasciare le loro case, i loro ricordi più cari, ma devono pure convivere con i malati di covid finchè non lo buscanono e muoiono… Alberto Trivulzio insegna…e idem altre strutture in Piemonte, in Emilia Romagna, in Veneto, in PUglia e in Basilicata e in Calabria dove ci raccontanto di non avere contagi… poveri vecchi… erano la nostra storia, i nostri antenati, ci hanno allevato, cibato, coccolati, e in cambio ora gli viene offerta la morte straziante senza parenti che li confortino e senza funerale o quasi…
…e intanto l’INPS festeggia qualche migliaia di pensioni in meno da pagare, che vergogna, quelle persone hanno lavorato molto più delle nuove generazioni… i ragazzi dai 14 ai 20 anni mi fanno pietà…sono così imbottiti di ignoranza che non hanno ancora compreso che non devono andare in giro a tarda sera in gruppi perchè così facendo diventano gli untori delle loro famiglie e fanno morire genitori e nonni…possibile che i genitori non siano in grado di spiegarglielo e di imporgli tassativamente un’uscita quotidiana per attività fisica con genitore al seguito a distanza di due metri visto che sono così ignoranti da non capire che le mascherine si usano e i guanti pure per non contagiare il prossimo più debole?? Cosa si sta insegnando a queste nuove generazioni? Che la cosa più importante è la droga, l’alcoll, la discoteca e se i nonni muoiono pazienza?? Una tristezza unica… Piazze dei Paesi svuotate per sempre perchè anche quando il virus un giorno deciderà di andarsene, magari tra un anno o due come l’influenza spagnola, anziani nelle piazze a giocare a bocce o a carte non ne vedremo più perchè i loro nipoti più innamorati della discoteca e dell’alcool che dei nonni, li avranno fatti morire…una generazione senza coscienza è una cosa tristissima, se toccasse a loro però sono sicura che non riderebbero più.